SUPERCELLE in agguato: il meteo primaverile può scatenare fenomeni esplosivi al Nord Italia
Il meteo di primavera non è solo sinonimo di giornate miti e cieli sereni: quando alcuni fattori atmosferici si combinano in modo perfetto, può trasformarsi nel motore di eventi estremi come le supercelle, tra i fenomeni più pericolosi e complessi dell’intera meteorologia. Il Nord Italia, in particolare la Pianura Padana, si trova sempre più spesso […] SUPERCELLE in agguato: il meteo primaverile può scatenare fenomeni esplosivi al Nord Italia

Il meteo di primavera non è solo sinonimo di giornate miti e cieli sereni: quando alcuni fattori atmosferici si combinano in modo perfetto, può trasformarsi nel motore di eventi estremi come le supercelle, tra i fenomeni più pericolosi e complessi dell’intera meteorologia. Il Nord Italia, in particolare la Pianura Padana, si trova sempre più spesso sotto l’occhio del ciclone a causa di un insieme di condizioni sempre più favorevoli allo sviluppo di questi intensi temporali rotanti.
Supercelle: strutture rare ma devastanti
Le supercelle sono sistemi temporaleschi organizzati dotati di un cuore rotante, il mesociclone, attorno al quale si sviluppano correnti ascensionali e discendenti ben separate. Questo equilibrio interno permette alla cella temporalesca di restare attiva per ore, con una potenza distruttiva fuori dal comune. In Italia, episodi di questo tipo non sono all’ordine del giorno, a differenza delle Grandi Pianure Nordamericane, dove il numero di eventi violenti è elevato e i tornado si susseguono a decine. Tuttavia, quando una supercella si forma nel nostro territorio, gli effetti possono essere altrettanto devastanti.
Dinamiche atmosferiche complesse: quando l’aria si trasforma in minaccia
Affinché una supercella possa svilupparsi, il meteo deve rispondere a precisi requisiti. Uno degli elementi cardine è la presenza di un marcato wind shear, ovvero una variazione dell’intensità e della direzione del vento con la quota. Se i venti aumentano e ruotano con l’altezza, si crea il contesto ideale per la formazione del mesociclone. A questo si unisce uno speed shear positivo, che rende possibile la separazione tra le correnti calde ascensionali e quelle fredde discendenti, mantenendo stabile l’intera struttura temporalesca.
Altro elemento chiave è la presenza di aria calda e umida nei bassi strati, combinata con aria più fredda in quota. Questo contrasto termico verticale innesca potenti correnti ascensionali, che, se contenute temporaneamente da una capping inversion (inversione termica che agisce come un “tappo”), possono liberare energia in modo esplosivo. Questa combinazione favorisce la formazione di grandine di grande diametro e, nei casi più estremi, di tornado.
Caratteristiche distintive delle supercelle
Visivamente, una supercella si riconosce per la presenza di nubi accessorie come la wall cloud, una porzione abbassata della base nuvolosa, spesso associata alla nascita dei tornado, e la tail cloud, che collega le precipitazioni al cuore rotante della cella. Altri due elementi cruciali sono i downburst: il forward flank downdraft (FFD) e il rear flank downdraft (RFD), che modulano l’equilibrio del temporale e, in certi contesti, possono favorire l’avvio di un vortice tornadico.
Le supercelle classiche sono le più pericolose, con forte grandine e alta probabilità di generare tornado. Quelle ad alta precipitazione (HP) producono piogge abbondanti che spesso oscurano il mesociclone, rendendo più difficile identificare eventuali trombe d’aria. Le LP, infine, sono più asciutte ma altrettanto capaci di generare grandine enorme.
Il caso Italia: Pianura Padana sorvegliata speciale
L’Italia, pur non avendo vaste pianure paragonabili al Midwest americano, presenta in alcuni frangenti tutte le condizioni adatte allo sviluppo di supercelle, soprattutto nel Nord Italia, dove masse d’aria umida in risalita dal Mar Adriatico incontrano correnti fredde in discesa dalle Alpi. In contesti simili, la regione della Pianura Padana diventa un vero e proprio laboratorio naturale per lo sviluppo di questi fenomeni estremi.
Un episodio rilevante si è verificato in Emilia Romagna, dove una sola supercella ha generato cinque tornado, causando danni a abitazioni rurali, coltivazioni e infrastrutture. In quell’occasione, chicchi di grandine con un diametro di 5-7 centimetri hanno colpito veicoli e tetti, mentre a distanza di poche ore, la Toscana e l’alto crinale emiliano-romagnolo venivano investiti da precipitazioni alluvionali, costringendo la Protezione Civile ad attivarsi con urgenza.
Clima che cambia, eventi meteo estremi in crescita
Negli ultimi anni, il cambiamento climatico sta offrendo al meteo italiano – soprattutto nel Nord – un terreno sempre più favorevole alla formazione di supercelle. Un caso emblematico è l’ondata di maltempo dell’estate 2023, culminata tra il 24 e il 26 luglio, che ha portato tornado, raffiche di vento estreme e grandine gigante. La Lombardia fu tra le più colpite, con vittime, danni ingenti e la chiusura temporanea della stazione ferroviaria di Monza. A Milano, un fortunale di intensità mai registrata prima ha abbattuto migliaia di alberi, lasciando dietro di sé uno scenario drammatico.
Quando il meteo si fa estremo, serve attenzione
La presenza simultanea di aria calda, capping inversion, wind shear e sollevamenti forzati, dovuti a fronti freddi o rilievi, può innescare in qualsiasi momento fenomeni a forte impatto come tornado e grandine di grosse dimensioni. Anche se meno frequenti rispetto agli Stati Uniti, le supercelle italiane non devono essere sottovalutate: i danni possono risultare rilevanti, non solo per l’ambiente e l’agricoltura, ma anche per la sicurezza pubblica. Ogni episodio meteo estremo contribuisce ad approfondire la comprensione di questi sistemi complessi, rafforzando la capacità di anticiparli.
SUPERCELLE in agguato: il meteo primaverile può scatenare fenomeni esplosivi al Nord Italia