Meteo di Pasqua: perché la natura si scatena proprio durante le festività?
Ogni anno ci ritroviamo a chiederci come mai il meteo di Pasqua sembri accanirsi con una certa ostinazione sull’Italia. Eppure, basta dare uno sguardo alle previsioni meteo per i prossimi dieci giorni per rendersi conto che non si tratta di una coincidenza, ma di una dinamica climatica piuttosto comune, soprattutto al Nord Italia, dove le […] Meteo di Pasqua: perché la natura si scatena proprio durante le festività?

Ogni anno ci ritroviamo a chiederci come mai il meteo di Pasqua sembri accanirsi con una certa ostinazione sull’Italia. Eppure, basta dare uno sguardo alle previsioni meteo per i prossimi dieci giorni per rendersi conto che non si tratta di una coincidenza, ma di una dinamica climatica piuttosto comune, soprattutto al Nord Italia, dove le perturbazioni atlantiche faranno la voce grossa con piogge intense e persistenti.
Con l’ingresso nel cuore della primavera meteorologica, per il settentrione italiano si apre ufficialmente il secondo periodo più piovoso dell’anno, subito dopo l’autunno. Tra Aprile, Maggio e Giugno, la pioggia tende ad accumularsi in maniera significativa, specialmente tra Piemonte, Lombardia, Emilia, ma anche sulla Toscana interna e le zone tirreniche del Centro Italia.
Non è raro quindi che in queste regioni si verifichino accumuli pluviometrici anche molto elevati. Alcune zone delle Prealpi e degli Appennini settentrionali raggiungono facilmente i 300 mm di pioggia in meno di una settimana, una quantità che, se ben distribuita, è del tutto normale in primavera e non necessariamente allarmante.
Spostandosi verso il Meridione, lo scenario cambia radicalmente. Le previsioni meteo dei principali modelli numerici – tra cui ECMWF e GFS, elaborato dal NOAA – indicano una netta attenuazione delle precipitazioni già dal Lazio meridionale in giù. In regioni come Puglia, Basilicata, Calabria ionica e Sicilia, le piogge previste sono quasi trascurabili.
Potrebbero comparire sporadici temporali primaverili, ma niente di preoccupante. Solo la fascia tirrenica della Calabria potrebbe essere lambita da qualche pioggia più consistente, ma in modo discontinuo e non persistente.
La situazione più delicata riguarda la regione alpina, dove lo scarso innevamento sta destando preoccupazione. Non solo lo spessore del manto è al di sotto della media, ma anche la sua massa complessiva è ridotta. Questo implica che, durante il progressivo disgelo, ci sarà meno acqua disponibile per rimpinguare fiumi e falde.
La mancanza di neve si traduce in una minore riserva idrica per i mesi caldi. Di conseguenza, è la pioggia a dover compensare, anche se quella che cade al suolo viene assorbita e dispersa più rapidamente rispetto all’acqua proveniente dalla fusione della neve.
Al contrario, l’Appennino centrale, soprattutto tra Abruzzo e Molise, è ancora ampiamente ricoperto di neve ad alta quota. Il Gran Sasso sembra ancora immerso in un paesaggio invernale, con immagini che fanno pensare addirittura a una possibile espansione del suo piccolo ghiacciaio. Tuttavia, è bene ricordare che l’estate italiana è ormai caratterizzata da ondate di calore estreme, e tutta quella neve potrebbe sciogliersi rapidamente, senza benefici idrici duraturi.
Tra le aree da tenere sotto controllo non manca l’Appennino emiliano-romagnolo, spesso colpito da eventi alluvionali negli ultimi anni. Tuttavia, secondo i dati del Centro Meteo Europeo, questa volta le piogge più consistenti sembrerebbero destinate al versante toscano nord-occidentale, con l’Emilia relativamente protetta.
Si parla comunque di quantità che, in determinate fasce montane, potrebbero rappresentare due o tre mesi di pioggia condensati in cinque giorni. Non è una situazione da prendere alla leggera, ma al momento non sono state diramate allerte meteo ufficiali. Sarà importante monitorare gli aggiornamenti dei servizi meteorologici internazionali e soprattutto della Protezione Civile, che lavora con criteri di prevenzione e non di allarmismo.
I modelli matematici hanno compiuto passi da gigante nella previsione di temperature e tempistiche delle precipitazioni, ma restano meno affidabili per quanto riguarda la distribuzione spaziale e la quantità effettiva di pioggia.
È per questo motivo che, soprattutto in occasione di eventi potenzialmente estremi come quelli attesi nel periodo pasquale, è fondamentale affidarsi al radar meteo e alle previsioni locali, aggiornate più volte al giorno.
La Pasqua italiana, anche quest’anno, o meglio, la settimana pasquale, sarà contraddistinta da un Nord sotto la pioggia e un Sud più sereno. La differenza tra le due metà del Paese è marcata, e chi potrà permettersi un viaggio verso il Sud troverà condizioni meteo decisamente più favorevoli.
Nel frattempo, restiamo in attesa di aggiornamenti meteo sempre più precisi, consapevoli che le previsioni non sono profezie ma strumenti fondamentali per orientarci in un clima sempre più instabile.
Fonti: ECMWF – European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, GFS – Global Forecast System (NOAA), meteologix.com.
Meteo di Pasqua: perché la natura si scatena proprio durante le festività?