Metalmeccanici in crisi: la metà in cassa integrazione
Aumenta il ricorso alla cassa integrazione nel settore metalmeccanico: il 49,2% dei lavoratori attualmente in forza è coinvolto in situazioni di crisi.

Sono 1,5 milioni i lavoratori del settore metalmeccanico in Italia, comparto che nell’ultimo anno ha visto la produzione industriale calare del 3,8% rispetto al 2023, mentre aumenta il ricorso alla cassa integrazione.
Secondo i dati del report “Il lavoro metalmeccanico tra dazi e tavoli al MIMIT”, a cura di Fiom-Cgil, negli ultimi 5 anni il numero di posti di lavoro persi nel settore è pari a 13.571. Sono 19.364 gli addetti attualmente coinvolti in situazioni di crisi, quindi dichiarati esuberi, e/o in ammortizzatori sociali, in pratica il 49,2% dei lavoratori attualmente in forza nel settore.
Per quanto riguarda i tavoli di crisi aperti al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per le aziende dello stesso comparto, invece, nel 2024 sono stati 45, tra cui ex Ilva, Whirlpool e Jabil. Solo il 15%, tuttavia, ha condotto ad accordi concreti, mentre nella maggioranza dei casi si ha avuto una proroga della cassa integrazione.
Tra le proposte avanzate da Fiom compaiono nuovi strumenti per la continuità occupazionale, la garanzia salariale e la formazione delle competenze, anche attraverso una ricognizione degli ammortizzatori sociali per delineare un nuovo strumento pluriennale che preveda piani industriali, occupazionali e formativi contrattati, da verificare a cadenza trimestrale.