Mercati: le previsioni sull’S&P 500 nel 2025

Se analizziamo la lunga storia dell’S&P 500, vediamo che solo alla fine degli anni ’90 l’indice è riuscito a produrre tre anni consecutivi di rendimenti totali superiori al 20%. La domanda che si fanno gli investitori è se anche questa volta ci riuscirà. Il rendimento totale a cui si fa riferimento include la performance dell’indice... Leggi tutto

Feb 14, 2025 - 13:30
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Mercati: le previsioni sull’S&P 500 nel 2025

Se analizziamo la lunga storia dell’S&P 500, vediamo che solo alla fine degli anni ’90 l’indice è riuscito a produrre tre anni consecutivi di rendimenti totali superiori al 20%. La domanda che si fanno gli investitori è se anche questa volta ci riuscirà. Il rendimento totale a cui si fa riferimento include la performance dell’indice più i dividendi pagati. Ciò arriverebbe subito dopo due anni consecutivi di rendimenti totali del 20% o più nel 2023 e nel 2024.

Secondo i dati di Standard & Poor’s, Bloomberg e Sherwood News, dal 1957, anno in cui l’S%P 500 è stato introdotto per la prima volta, solo alla fine degli anni ’90 (1995-1999) l’indice è stato in grado di produrre tre anni consecutivi (o più) di rendimenti totali superiori al 20%. Da notare che Standard & Poor’s ha eseguito un back-test e ricreato l’S&P 500 fino al 3 gennaio 1928, prima della data di lancio ufficiale dell’indice Usa. Anche includendo quella cronologia ricreata, solo alla fine degli anni ’90 sono stati prodotti tre anni consecutivi di rendimenti totali superiori al 20 per cento.

Tornando alla domanda iniziale, è possibile aspettarsi un altro anno consecutivo con il rendimento totale dell’S&P 500 sopra il 20% anche nel 2025? Secondo diversi analisti, sembrerebbe di no. L’obiettivo medio dell’S&P per fine 2025 è di 6.600, che rappresenta comunque un rispettabile +12% rispetto alla chiusura del 31 dicembre scorso. Anche aggiungendo un po’ di dividendi non si arriva comunque al 20 per cento.

Quindi non siate delusi, ma ottimisti. Sebbene vi siano una serie di incertezze che potenzialmente avranno un impatto sul mercato (tariffe, un potenziale rimbalzo dell’inflazione e/o un’impennata dei rendimenti obbligazionari, ecc.), prevediamo una buona crescita economica quest’anno (intorno al 2.5%) con i consumatori che continuano a spendere mentre il tasso medio di disoccupazione rimane al di sotto della media storica a lungo termine (la stima fine anno è del 4.8% contro una media del 5.7% risalente al 1948). Di conseguenza, ci aspettiamo che l’S&P 500 pubblichi un record di 275 dollari di utili per azione quest’anno.

Asset allocation

Come argomentavamo nei giorni scorsi, il nostro focus di settore cerca di incorporare una combinazione di crescita ed esposizione al valore. Continuiamo a evitare per il momento i settori difensivi e stiamo cercando di essere più assertivi aumentando le esposizioni ai settori ciclici (più sensibili all’economia) quando e se si presentano delle opportunità.

La nostra previsione di una certa pressione al rialzo sull’inflazione dovuta all’implementazione delle tariffe e di una crescita leggermente migliore qui e all’estero nella seconda metà dell’anno suggerisce che l’opportunità di bloccare opportunisticamente rendimenti interessanti a lungo termine dovrebbe continuare. Il rendimento del Tesoro a 10 anni attualmente si attesta nella fascia inferiore del nostro intervallo obiettivo di fine anno del 4,5% – 5%. Tre anni consecutivi di eccellenza non capitano spesso nello sport o nel mercato. Ma questo non significa che gli investitori non debbano aspettarsi che quest’anno sia un anno positivo per i portafogli correttamente posizionati.

A cura di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim