Meloni: “Contro di me attacchi sessisti nel silenzio dei paladini dei diritti. Leali con Trump, ma non subalterni”
La premier all’AdnKronos: “Il premierato è la madre di tutte le riforme. No all’uso strumentale dell’antifascismo, ci sono preoccupanti segnali di odio. Con la Francia di Macron c’è una sana competizione”

Roma, 2 maggio 2025 – Dalla sicurezza sul lavoro al premierato ("la madre di tutte le riforme"). Dai rapporti con Donald Trump, che ringrazia per "voler ripristinare il Columbus Day", a quelli con Ursula von der Leyen e Keir Starmer ("premier pragmatico"). Passando per il no all'utilizzo strumentale dell'antifascismo all'essere stata "troppe volte" oggetto di "attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio e nell'indifferenza di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne". Giorgia Meloni parla a tutto campo nell'intervista rilasciata all'AdnKronos in occasione del giro di boa del suo governo. "Se penso alle tante vicende che abbiamo vissuto in questi due anni e mezzo, ai cambiamenti intorno a noi ma anche alle tantissime cose fatte mi sembra lontano – dice la presidente del Consiglio – . Se penso a quello che ancora vogliamo realizzare ragiono come se avessimo appena iniziato. Anche quando la stanchezza fisica prende il sopravvento, non penso mai di aver fatto abbastanza. Dopodiché, al di là delle sensazioni, c'è un dato inconfutabile: il governo che presiedo è già oggi il quinto più longevo della storia repubblicana e certamente saliremo ancora in questa classifica. È un governo stabile, che poggia su una maggioranza coesa, e questa stabilità aumenta la considerazione per l'Italia".
Il bilancio di due anni e mezzo di governo
Meloni rivendica decine di provvedimenti già fatti. "Ma la cosa per me più importante è sentir dire a molti italiani che hanno ritrovato un po' di fiducia e di orgoglio – confessa – . Siamo una nazione e un popolo straordinari, dobbiamo ricordarcelo sempre, diventare i migliori ambasciatori di noi stessi in un mondo in cui c'è una fame e una voglia di Italia che io tocco con mano ogni giorno e che spesso non riusciamo nemmeno a immaginare". Ammette che vorrebbe ottenere più risultati sul fronte natalità, il cui sostegno "rimane una priorità a cui abbiamo dedicato misure importanti e risorse significative".
Alla fine dei 5 anni per quali risultati vuole che il suo governo venga ricordato? "Voglio realizzare per intero il programma del centrodestra e potermi ripresentare agli elettori dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto – risponde Meloni –. Vale per l'economia, per l'immigrazione, per la sicurezza, per il sostegno alla famiglia, per le riforme istituzionali, per la politica estera. E vale per il lavoro, perché vogliamo essere ricordati come il governo che ha aumentato il lavoro, ridotto il precariato e messo al centro la sicurezza sul posto di lavoro. Proprio su questo sono fiera che il governo abbia reperito, insieme all'INAIL, ulteriori 650 milioni su questo tema, che sommati ai 600 milioni già previsti quest'anno, portano a oltre un miliardo e 250 milioni la dotazione disponibile. Ci confronteremo l'8 maggio con le parti sociali per discutere delle proposte del governo e ascoltare quelle che ci verranno sottoposte".
La premier confida anche che il Ponte sullo Stretto sarà realizzato ("è un punto ambizioso del nostro programma, ma procede bene"). L’obiettivo principale resta però il premierato. "Insieme alla riforma della giustizia, all'autonomia differenziata, alla riforma fiscale è l'impianto riformatore per il quale gli italiani ci hanno votato – spiega – . Andremo avanti perché vogliamo rafforzare la nostra democrazia e difendere il diritto dei cittadini a scegliere da chi farsi governare. Ci riusciremo".
Gli attacchi e i seminatori di odio
Poi si passa al lato più intimo. Spiega si essere "abituata al confronto politico, anche a quello più aspro", ma "quello che mi è dispiaciuto in questi anni è stato vedere che, pur di colpire me e questo governo, alcune persone senza scrupoli non abbiano avuto alcuna remora a mettere in mezzo la mia famiglia, mia sorella, il padre di mia figlia, addirittura mia figlia. Quasi sempre senza ragione, in una strategia di banale character assassination".
Non manca poi un riferimento all'antifascismo. "Rifuggo dall'utilizzo strumentale della categoria dell'antifascismo, che purtroppo storicamente non si manifestò soltanto nell'opposizione alla dittatura". E aggiunge: "Il vero discrimine è tra chi difende libertà e democrazia a tutte le latitudini e chi invece lo fa solo a corrente alternata. Da molto tempo a destra non c'è nessun imbarazzo a condannare ogni forma di dittatura e di violenza politica, cosa che purtroppo la sinistra non riesca ancora a fare, invocando una serie di distinguo molto preoccupanti". Quindi ricorda di aver messo in guardia, soprattutto i giovani, "dai seminatori di odio e dai cattivi maestri che, ieri come oggi, giustificano la violenza e la sopraffazione come strumenti di lotta politica". "Ci sono preoccupanti segnali di un nuovo odio e di una nuova intolleranza, per ora confinati a minoranze rumorose, ma che non devono essere mai sottovalutate".
Da Trump all’Ue
In merito ai rapporti con Trump, Meloni ricorda che "siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli Usa, con lealtà ma senza subalternità". E sempre in merito al fronte esteri, definisce il rapporto con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, "una collaborazione consolidata e un rapporto di stima ispirato alla risoluzione dei problemi e anche alla massima franchezza". E per quanto riguarda quello con il presidente francese Emmanuel Macron? "Rappresentiamo due grandi nazioni europee, amiche e confinanti, con tanti interessi comuni ma anche una sana competizione in molti settori – chiarisce –. Rappresentiamo anche due famiglie politiche che hanno sensibilità culturali diverse. I nostri rapporti sono figli di tutte queste sfumature, ma ormai anche di una consuetudine che ci porta a collaborare su tanti dossier. Come forse si è capito, io nei rapporti internazionali ho un approccio molto pragmatico, bado ai risultati concreti e in diversi campi, Italia e Francia, si trovano alleate".