McLaren, Brown conferma la guerra: cosa serve per evitarla

In questa stagione di F1 2025, la McLaren si è confermata come la vettura da battere, quantomeno nelle prime cinque gare del mondiale. Piastri e Norris, quando sono in giornata, sono difficilmente prendibili, anche se le cappelle nel team di Woking non mancano, anzi, specialmente il britannico riesce a complicarsi la vita finendo a muro […]

Apr 29, 2025 - 16:57
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McLaren, Brown conferma la guerra: cosa serve per evitarla

In questa stagione di F1 2025, la McLaren si è confermata come la vettura da battere, quantomeno nelle prime cinque gare del mondiale. Piastri e Norris, quando sono in giornata, sono difficilmente prendibili, anche se le cappelle nel team di Woking non mancano, anzi, specialmente il britannico riesce a complicarsi la vita finendo a muro in qualifica o non riuscendo a massimizzare le prestazioni della miglior macchina del Circus.

Norris è ancora lontano dalla perfezione

Una situazione ampiamente preventivabile: Lando ha finora perso tutte le battaglie con il compagno di squadra, anche nelle gare in cui gli è finito davanti, come a Melbourne, quando Piastri è stato bloccato dai team order del muretto, o in Giappone, quando pur essendo più veloce di Norris, non gli è stato permesso di passarlo e tentare l’attacco a Verstappen per la vittoria finale.

F1 McLaren Brown
Lando Norris (McLaren) assorto nei propri pensieri durante il weekend in Arabia Saudita

Facendo una conta dei cinque weekend fin qui disputati, notiamo come l’inglese non sia praticamente mai esente da colpe: a Melbourne la cappella sotto la pioggia all’unisono con Piastri, ma la fortuna lo ha baciato e non lo ha fatto finire sull’erba come invece accaduto al suo compagno di squadra; in Cina zero passo gara e l’australiano che va a vincere e in Giappone l’escursione sull’erba all’uscita dei box quando si trovava fianco a fianco a Max.

Poi andiamo alle ultime due gare, ovvero quelle in Medio Oriente: in Bahrain, Norris si è classificato soltanto in sesta posizione in qualifica, non sfruttando la forza della MCL39 ma rimontando comunque fino al podio, mentre a Jeddah è addirittura finito contro il muro, sempre al sabato, non riuscendo a passare Leclerc e chiudendo in quarta posizione, lasciando a Piastri la vetta di gara e mondiale piloti.

Le papaya rules rischiano di compromettere il mondiale

Appare evidente come Piastri sia ormai bello che pronto per accaparrarsi il ruolo di leader in casa McLaren. Norris è più esperto, ma solo sulla carta, perché la freddezza del suo compagno di squadra difficilmente può avere la peggio contro l’emotività di Lando, un aspetto che va a scontrarsi con chi desidera diventare realmente un campione in uno sport spietato come la F1.

F1 McLaren Brown
Oscar Piastri (McLaren) festeggia la vittoria e la leadership del mondiale sul podio di Jeddah

Ci sarà uno scontro tra i due? Per il CEO della squadra di Woking, Zak Brown, non è tanto questione di “se”, ma di “quando”, perché la MCL39 permetterà ai due piloti di giocarsi il mondiale ad armi pari, ed è inevitabile che prima o poi accadrà qualcosa per la lotta al vertice. È pur vero che i vari Verstappen, Russell e Leclerc non vorranno in alcun modo lasciar stare i due papaya, e finché ci sarà l’opportunità, si metteranno nel mezzo.

Perché sì, la McLaren è la vettura più forte, ma non è così imprendibile, anche per via di qualche cappella di troppo da parte dei piloti (più Norris che Piastri, è innegabile). Brown si dice contento di vedere i suoi due alfieri lottare per il titolo, e ne ha ben donde, perché è sicuramente un orgoglio e sintomo di una monoposto che ha tutto per dominare in lungo e in largo, o almeno, questo è quello che si vuol far credere al momento.

Piastri preferito a Norris: questione di tempo

C’è effettivamente la certezza che la MCL39 sia così superiore alla concorrenza? In certe situazioni, con tanto caldo come nelle FP3 di Sakhir e Jeddah, è sembrato di sì, e forse in condizioni simili il vantaggio sarà ancora più marcato, ma in fin dei conti, Melbourne a parte, gli avversari non sono stati così lontani, tant’è che Verstappen ha vinto a Suzuka e in Arabia Saudita ha chiuso a meno di tre secondi da Piastri.

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Oscar Piastri in un raro sorriso mentre sfoggia il trofeo della vittoria in Arabia Saudita

La McLaren non deve commettere l’errore dell’anno scorso pensando di essere imbattibile: forse è ancora presto per scegliere un leader tra i due piloti (o magari no, nda), ma non siamo al triennio 2014/2016, quando la Mercedes faceva lottare liberamente Hamilton e Rosberg non avendo avversari concreti. Qui i rivali ci sono, e pur avendo vetture inferiori, riescono a tirare fuori prestazioni importanti, e ve li abbiamo citati nel paragrafo precedente.

Verstappen soprattutto, per distacco il miglior pilota della F1 da tre anni a questa parte, se la gioca eccome, massimizzando ogni domenica il suo risultato e approfittando degli errori di Norris e di Piastri. Per questo motivo sarebbe saggio per la McLaren accantonare le papaya rules e concentrarsi sul titolo piloti al più presto, scegliendo, per logica, il suo leader prima di commettere qualche disastro. E sì, stiamo parlando di Piastri.

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La lotta Max Verstappen (Red Bull) e Oscar Piastri (McLaren) in curva 1 a Jeddah

Norris deve farsene una ragione, non è al livello del compagno di squadra per talento, testa e manico, per questo ci sembra anche ingeneroso da parte di Zak Brown voler vedere questa lotta di due galli in un pollaio, con il suo prediletto che rischia seriamente di prenderle. Piuttosto, il ruolo di Lando dovrebbe essere, magari tra qualche gara, quello di dare il più possibile fastidio a Verstappen, perché Max non è mai domo, nemmeno con un ferro da stiro a quattro ruote.

Autore: Andrea Bovone

Immagini: McLaren F1 Team – Red Bull Content Pool