Max Giusti contro chi si lamenta che non si può dire più niente: «Vi spiego perché se fai ridere con le offese, sei un cog***»

L'attore e comico ospite del podcast di Gianluca Gazzoli parla di politicamente corretto e di chi se ne lamenta «e pretende di parlare come negli anni Ottanta» L'articolo Max Giusti contro chi si lamenta che non si può dire più niente: «Vi spiego perché se fai ridere con le offese, sei un cog***» proviene da Open.

Mar 21, 2025 - 23:43
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Max Giusti contro chi si lamenta che non si può dire più niente: «Vi spiego perché se fai ridere con le offese, sei un cog***»

Max Giusti al Bsmt

Max Giusti non è d’accordo con tanti suoi colleghi attori e comici che si lamentano della presunta dittatura del politicamente corretto. Il mantra che spesso si sente dire, tanto nella politica quanto nel mondo dello spettacolo, è che ormai «non si può più dire niente». Un atteggiamento secondo Giusti disfattista: «Mi sono rotto le palle di sentire quelli che dicono che non si può più lavorare perché c’è il politicamente corretto».

«Non si può far ridere come negli anni Ottanta»

Ospite del podcast Bsmt di Gianluca Gazzoli, Max Giusti attacca i colleghi che si lamentano sul fatto che, secondo loro, non si può più dire niente come una volta: «Molto spesso quelli che lo dicono sono quelli che pretendono ancora di usare in un film, una commedia, lo stesso linguaggio che si usava negli anni Ottanta e Novanta. Ora – continua Giusti – tu non puoi rimpiangere quel linguaggio là, perché se ancora nel 2025 pretendi di far ridere le persone offendendo gli altri per il gusto sessuale per il colore della loro pelle, per il loro aspetto fisico o provenienza, sei un coglione».

«Se non ti evolvi sei fuori dal mondo»

Giusti è convinto invece che oggi si possa dire assolutamente tutto senza che nessuno si offenda. Secondo lui la differenza la fa l’impegno dell’autore e anche un po’ di autoironia dei bersagli della satira: «Il mondo cambia, ci sono delle vittorie, delle conquiste sociali. Io faccio uno spettacolo di due ore molto diretto, però non si offende nessuno. Penso che probabilmente, se non sei in grado di metterti in discussione, evolverti rispetto al mondo che ti circonda, non sei contemporaneo. Poi io penso che si possa dire tutto e veramente non offendere nessuno. Spesso quando si parla di minoranze, spesso sono proprio le persone che ne fanno parte ad essere autoironiche, accettare di più la critica. L’unica cosa è come la fai, in che contesto la fai e come la racconti, forse bisogna ingegnarsi di più”. Ed ha concluso: “Se prima per fare una cosa bastavano tre ore, ora per scriverla ce ne vogliono dieci. Ma è il tuo lavoro, se non ti evolvi sei fuori dal mondo e se lo sei come fai a raccontare quello che c’è attorno a te tutti i giorni?».

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