Marte, uno studio e un’osservazione ipotizzano la presenza d’acqua in passato. C’era un oceano?
Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications, il caratteristico colore rossastro di Marte è dovuto alla ferridrite, un minerale ricco di acqua, e non all'ematite, come ipotizzato in passato L'articolo Marte, uno studio e un’osservazione ipotizzano la presenza d’acqua in passato. C’era un oceano? proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Un passato più umido e potenzialmente abitabile”. Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications, il caratteristico colore rossastro di Marte è dovuto alla ferridrite, un minerale ricco di acqua, e non all’ematite, come ipotizzato in passato. La ferridrite si forma in ambienti ricchi di acqua e potrebbe costituire una parte importante della polvere che ricopre la superficie marziana. Le simulazioni di laboratorio, incrociate con i dati raccolti dai rover e orbiter della Nasa e dell’Agenzia spaziale Europea, suggeriscono che le condizioni del Pianeta rosso in passato fossero molto più umide, con un ambiente che potrebbe aver supportato forme di vita. Gli esperimenti hanno mostrato che la ferridrite mescolata al basalto genera uno spettro di luce simile a quello osservato dalle missioni spaziali, confermando la presenza di questo minerale sulla superficie marziana.
Lo studio, condotto da un team internazionale guidato dalla Brown University negli Stati Uniti e dall’Università di Berna in Svizzera, ha utilizzato simulazioni avanzate in laboratorio per ricreare le condizioni marziane. I risultati ottenuti dalle simulazioni sono stati confrontati con i dati reali forniti dalle missioni spaziali, tra cui quelle del Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa, Mars Express e Trace Gas Orbiter dell’Agenzia spaziale Europea. Le simulazioni hanno riprodotto la polvere marziana utilizzando particelle microscopiche di ferridrite e basalto, e i risultati hanno mostrato che la luce interagisce con queste particelle nello stesso modo in cui viene osservato sulla superficie del pianeta. La conferma definitiva di questa teoria, tuttavia, arriverà solo quando i campioni di suolo raccolti dal rover Perseverance, attualmente in missione su Marte, verranno riportati sulla Terra per un’analisi più approfondita.
Nel frattempo, un’altra scoperta, questa volta grazie al rover cinese Zhurong, ha rivelato ulteriori dettagli che rafforzano questa ipotesi. Le immagini radar ottenute dal rover Zhurong, che ha esplorato il pianeta rosso tra il 2021 e il 2022, hanno mostrato la presenza di antiche spiagge marziane, sepolte nel sottosuolo del pianeta a circa 10 metri di profondità. Le formazioni sedimentarie trovate nel sottosuolo sono incredibilmente simili a quelle che si accumulano sulla Terra lungo le coste, dove le onde del mare trasportano e depositano sabbia.
Secondo i ricercatori dell’Università della California a Berkeley, che hanno analizzato questi dati, le strutture trovate non somigliano né a dune sabbiose né a crateri da impatto o colate di lava, ma presentano una disposizione e una pendenza che suggeriscono l’esistenza di un antico oceano marziano. “Le strutture individuate non assomigliano a dune sabbiose o a crateri da impatto, né a colate di lava: è per questo che abbiamo pensato ad un oceano”, commenta Michael Manga, uno dei ricercatori. “Sono disposte in maniera parallela a quello che sarebbe stato il vecchio litorale: hanno sia il giusto orientamento che la giusta pendenza – continua il ricercatore – per supportare l’idea che ci sia stato un oceano per un periodo di tempo abbastanza lungo da accumulare la spiaggia”.
Le immagini radar hanno rivelato sedimenti che, per la loro forma e disposizione, potrebbero essere il risultato del movimento delle onde di un oceano ormai scomparso. I ricercatori ipotizzano che, miliardi di anni fa, Marte fosse attraversato da un vasto oceano di acqua liquida, capace di mantenere un ambiente più caldo e umido rispetto a quello che vediamo oggi. Questo oceano avrebbe potuto sostenere fiumi che trasportavano sedimenti verso il mare, dando vita a quelle spiagge che sono state scoperte nel sottosuolo. La scoperta fornisce nuove prove che Marte, un tempo, avesse un clima più simile a quello della Terra e che potrebbe aver ospitato un ambiente favorevole alla vita.
Questa combinazione di scoperte, legate sia alla presenza della ferridrite sulla superficie marziana che alle antiche spiagge rivelate dal rover Zhurong, suggerisce un Marte molto diverso dal deserto ghiacciato che conosciamo oggi. Le ricerche continuano a mostrare che, miliardi di anni fa, il Pianeta Rosso poteva avere un clima più temperato, con oceani, laghi e fiumi, offrendo potenzialmente le condizioni ideali per la nascita della vita. Questi nuovi risultati aprono anche nuovi scenari per future esplorazioni, sollevando la possibilità che tracce di vita primitiva possano essere conservate proprio nelle antiche coste marziane, dove l’acqua potrebbe aver favorito lo sviluppo di organismi simili a quelli che, sulla Terra, hanno dato origine alla vita.
Elaborato su immagine HiRISE/MRO: ESP_047078_1255 – NASA/JPL-Caltech/UArizona
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