Manifesti Pro vita. E riscoppia la polemica
PONTEDERA "Oggi a scuola ci hanno letto una favola in cui la principessa era un uomo!" firmato Anna, 8 anni, oppure...

PONTEDERA
"Oggi a scuola ci hanno letto una favola in cui la principessa era un uomo!" firmato Anna, 8 anni, oppure "Oggi a scuola un attivista LGBT ha spiegato come cambiare sesso" firmato Giulio, 13 anni. Sono alcuni dei manifesti che Pro Vita e Famiglia ha fatto girare vicino a delle scuole di Pontedera, dal polo Carlesi alla scuola del Romito. Messaggi che hanno provocato numerose reazioni. "Ci risiamo con le bugie e la teoria gender – dice l’assessora regionale, Alessandra Nardini – tornano i ProVita e Famiglia con i loro squallidi manifesti che raccontano falsità, come quella che qualcuno vorrebbe manipolare bambine e bambini per convincerli a cambiare sesso. Una forma di propaganda vergognosa, piena di bugie e una forma di intimidazione culturale che non possiamo accettare. La teoria gender che li ossessiona non esiste, se la sono inventata e i percorsi nelle scuole a cui si riferiscono sono quelli che vogliono destrutturare stereotipi, ruoli di genere e pregiudizi. Servono a prevenire disuguaglianze, discriminazioni e violenze. Servono a far sì che in futuro le donne non vengano più limitate nelle loro scelte di vita o molestate, stuprate, picchiate, perseguitate e uccise per i retaggi della cultura patriarcale della subalternità. Servono a far sì che le persone LGBTQIA+ non siano più vittime di bullismo, discriminazioni e violenze. La smettano di spendere soldi in questi vergognosi manifesti e li devolvano ai centri antiviolenza e ai centri antidiscriminazione".
Toni decisi anche quelli di Anna Piu, segretaria provinciale di Sinistra Italiana e Gianni Ferdani, segretario del Circolo Valdera-Valdicecina: "La scuola è un diritto, non un campo di battaglia ideologico come forza politica ci poniamo come presidio di garanzia dei diritti e di accoglienza, e riteniamo fondamentale contrastare ogni tentativo di ostacolare il percorso di inclusione, rispetto e riconoscimento delle differenze nelle nostre scuole".