Lupi, sì agli abbattimenti: "Non è più in estinzione"
La Comunità Europea riduce lo status: ora può iniziare il contenimento. Castelli (Coldiretti): "Il declassamento è stata una scelta razionale".

GROSSETO
Il lupo non è più una specie in via di estinzione, i pastori si. A certificarlo è il via libera al declassamento del livello di protezione del lupo in Europa che ora non è più una specie intoccabile. La riduzione del suo status, da "strettamente protetto" a "protetto" apre alla possibilità, laddove il conflitto con le attività umane è manifesto e critico, di attivare piani di gestione e contenimento così come già avviene per il cinghiale ed altre specie di ungulati. La Maremma ne è un triste esempio: solo nell’ultimo anno una sessantina di allevamenti sono stati visitati dai lupi, 200 gli animali uccisi o tramortiti secondo il censimento di Coldiretti Grosseto, sempre in prima linea per denunciare, sensibilizzare e trovare soluzioni per salvare i pastori. Con 371 voti favorevoli, 162 contrari e 37 astensioni, il Parlamento Ue ha approvato la proposta della Commissione di modificare la direttiva Habitat per allinearsi alla Convenzione di Berna. Una svolta attesa da Coldiretti Grosseto che a più riprese, in questi anni, ha denunciato le continue razzie a danno degli allevatori impotenti di fronte all’esplosione della popolazione di lupi e canidi senza mai dimenticare le ripercussioni sociali innescate dalla loro chiusura nei territori rurali e marginali dove la zootecnia è l’unica, se non quasi, attività economica.
"Il declassamento dello status di protezione del lupo è una decisione razionale e coerente – ha detto Simone Castelli, presidente provinciale di Coldiretti – che rispondono ad una precisa richiesta di aiuto da parte degli allevatori sopraffatti dalle predazioni e di tutta la filiera lattiero-casearia. Quella del mondo agricolo non è mai stata una guerra contro il lupo e non lo sarà mai, nemmeno oggi. Abbiamo assistito in questi anni alla scomparsa di centinaia di stalle in molte zone rurali insieme alla sparizione di migliaia di capi". Secondo le ultime stime sono oltre 20 mila gli esemplari nell’Unione Europea, un numero impensabile trent’anni fa. La popolazione è cresciuta a dismisura anche in Italia: negli anni ’90 si contavano circa 500 esemplari, l’ultimo censimento dell’Ispra ne ha rilevati circa 3.300, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola con una probabilità di presenza molto elevata in Toscana dove ha colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei. Sono ricorrenti gli avvistamenti di esemplari a spasso tra le case come i recenti casi di Massa Marittima e Castiglione delle Pescaia.