L’Università di Harvard rifiuta le richieste dell’amministrazione Usa. Trump congela 2,2 miliardi di dollari di fondi

L’amministrazione guidata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha congelato 2,2 miliardi di dollari di sovvenzioni all’Università di Harvard, uno degli atenei più prestigiosi al mondo, dopo che l’istituzione si è rifiutata di soddisfare una serie di richieste della Casa Bianca. Harvard, come altre università negli Stati Uniti, è stata teatro di una partecipata […]

Apr 15, 2025 - 15:17
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L’Università di Harvard rifiuta le richieste dell’amministrazione Usa. Trump congela 2,2 miliardi di dollari di fondi

L’amministrazione guidata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha congelato 2,2 miliardi di dollari di sovvenzioni all’Università di Harvard, uno degli atenei più prestigiosi al mondo, dopo che l’istituzione si è rifiutata di soddisfare una serie di richieste della Casa Bianca.

Harvard, come altre università negli Stati Uniti, è stata teatro di una partecipata mobilitazione studentesca contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza e pertanto è finita nel mirino dell’amministrazione di Washington dopo il ritorno al potere di Donald Trump. 

Le accuse della Casa bianca
“La Joint Task Force per la lotta all’antisemitismo annuncia il congelamento di 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni pluriennali”, si legge in una nota diramata ieri dal dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti, che annuncia anche il congelamento di “contratti pluriennali per un valore di 60 milioni di dollari”.

“L’interruzione dell’apprendimento che ha afflitto i campus negli ultimi anni è inaccettabile. Le molestie contro gli studenti ebrei sono intollerabili. (…) È ora che le università d’élite prendano sul serio il problema e si impegnino in un cambiamento significativo se vogliono continuare a beneficiare del sostegno dei contribuenti”, prosegue il comunicato.

A fine marzo, il governo degli Stati Uniti aveva annunciato che stava valutando la possibilità di privare la prestigiosa università di circa 9 miliardi di dollari di finanziamenti federali a seguito di un processo di “revisione completa”, accusando l’ateneo di aver permesso a forme di “antisemitismo” di proliferare nel campus. All’inizio di aprile, secondo quanto riportato dal quotidiano statunitense The Washington Post, la Casa bianca ha avanzato diverse richieste al rettorato dell’università, tra cui la fine delle politiche a tutela della diversità, dell’equità e dell’inclusione e alcune modifiche ai programmi che “alimentano le molestie antisemite”.

La risposta di Harvard
In una lettera inviata ieri agli studenti e al corpo docente, il rettore Alan Garber ha assicurato che Harvard “non rinuncerà alla sua indipendenza né ai suoi diritti costituzionalmente garantiti”. “Nessun governo, a prescindere dal partito al potere, dovrebbe dettare alle università private cosa devono insegnare, chi possono iscrivere e assumere, o su quali materie possono condurre ricerche”, si legge nella missiva. In particolare, l’amministrazione Trump aveva chiesto a Harvard di effettuare una “verifica” sulle opinioni degli studenti e dei docenti, una richiesta a cui l’istituzione ha risposto con una lettera firmata dai propri legali: “Harvard non è disposta ad accettare richieste che vadano oltre la legittima autorità di questa o di qualsiasi altra amministrazione”.

Le richieste della Casa bianca, secondo l’ateneo, “contraddicono il Primo Emendamento” della Costituzione degli Stati Uniti, che tutela libertà fondamentali come la libertà di parola e il diritto di riunirsi liberamente, e “violano le libertà accademiche da tempo garantite dalla Corte Suprema”. Secondo i dati pubblicati dall’università privata di stanza a Cambridge, in Massachusetts, le sovvenzioni federali rappresentano l’11 per cento delle entrate dell’Università, che può contare su un bilancio annuo di circa 6,4 miliardi di dollari.

La “guerra” di Trump contro le università
Ma la “guerra” di Trump contro Harvard non è l’unica mossa dalla sua amministrazione nei confronti di un’università degli Stati Uniti. Per le stesse ragioni infatti, la Casa bianca ha già tagliato 400 milioni di dollari di sovvenzioni alla Columbia University di New York, anche se – a differenza di Harvard – nelle ultime settimane l’ateneo della Grande Mela aveva accettato una serie di drastiche riforme, come richiesto dall’amministrazione Usa.

In particolare, l’università newyorchese si era detta pronta a rivedere completamente la sua gestione dei movimenti di protesta studenteschi, a formalizzare una definizione di antisemitismo e a riformare il dipartimento di studi mediorientali, sud asiatici e africani, che l’amministrazione Trump voleva porre “sotto supervisione accademica”. La Columbia aveva anche annunciato l’istituzione di un nuovo servizio di sicurezza, assumendo “36 agenti speciali” attualmente in fase di addestramento, che avranno il potere di “arrestare” le persone o espellerle dal campus, diventato da oltre un anno l’epicentro delle proteste universitarie pro-Palestina negli Usa.