Luigi Balestra, presidente Osservatorio Riparte l’Italia: “Napoli può essere la città pilota del nuovo ponte tra l’Europa e il Mediterraneo. Bisogna maturare il senso di appartenenza a una collettività in cui bisogna raggiungere il benessere collettivo senza interessi di parte”
Luigi Balestra, in qualità di Presidente dell’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia, ha organizzato l’evento Sud Chiama Europa, patrocinato dal Comune di Napoli, che si è tenuto nel capoluogo campano il 9 maggio 2025. Il presidente Balestra ha aperto e chiuso la manifestazione con i suoi saluti iniziali e finali. Riportiamo di seguito la trascrizione […] L'articolo Luigi Balestra, presidente Osservatorio Riparte l’Italia: “Napoli può essere la città pilota del nuovo ponte tra l’Europa e il Mediterraneo. Bisogna maturare il senso di appartenenza a una collettività in cui bisogna raggiungere il benessere collettivo senza interessi di parte” proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Luigi Balestra, in qualità di Presidente dell’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia, ha organizzato l’evento Sud Chiama Europa, patrocinato dal Comune di Napoli, che si è tenuto nel capoluogo campano il 9 maggio 2025.
Il presidente Balestra ha aperto e chiuso la manifestazione con i suoi saluti iniziali e finali.
Riportiamo di seguito la trascrizione dell’intervista che ha concesso ai nostri microfoni.
Il Sud secondo me è una straordinaria opportunità perché il fatto che si parli sempre in qualche modo di una certa arretratezza è motivo di rilancio maggioritario sotto questo profilo, quindi il Sud con le potenzialità che ha anche dal punto di vista della collocazione geografica si presta a divenire territorio in cui realizzare dei nuovi insediamenti e consentire quindi di fungere da ponte fra il nord dell’Africa, l’est europeo, quindi ha delle straordinarie potenzialità anche in termini di logistica che dal mio punto di vista andrebbero sicuramente sfruttate.
Io penso che Napoli per ragioni storiche, per tradizioni, per cultura, per sviluppo dei temi del sociale sia una città che può diventare pilota sotto questo profilo perché come dicevo prima in questo paese c’è bisogno di cambiare la mentalità e di reagire anche alle volte indignati affinché si possa maturare il senso di appartenenza a una collettività in cui bisogna raggiungere il benessere collettivo senza pensare a scorciatoie, scappatoie alla realizzazione di interessi personali, all’utilizzo del potere per fini di piccoli gruppi. Tutto questo va scongiurato perché altrimenti si rientra in logiche assolutamente viziose che drenano risorse a svantaggio dei più deboli e quindi acuiscono i conflitti sociali, i divari, le discriminazioni.
Su questo c’è bisogno molto di lavorare. Allora bisogna lavorare al di là del fatto che si generi ricchezze. Il Sud può essere un luogo in cui la ricchezza viene generata anche in virtù di insediamenti produttivi.
Bisogna molto lavorare a livello di comunità affinché ciascuno maturi un’idea di essere parte fondamentale di una collettività dove dare il contributo nell’interesse di tutti. Se si cambiano questi meccanismi culturali, dal mio punto di vista, questo è un luogo straordinario anche per venire a vivere, per trasferirsi. Del resto sappiamo tutti quanti che ci sono tantissimi stranieri che vengono nel Sud d’Italia e che decidono di installarsi perché sono rapiti dai luoghi, dall’accoglienza, dal fatto di trovare situazioni anche di serenità ambientale.
Ecco, tutto questo a mio visto deve essere sviluppato affinché questa accoglienza che al Sud riconosciamo diventi perno motore per la realizzazione degli interessi di tutti.
Dal mio punto di vista un format di evento che punti al dialogo è assolutamente necessario, perché uno dei difetti della società italiana, a mio modo di vedere, è l’autoreferenzialità. Cioè ognuno vive il suo mondo e pensa in qualche modo che quello sia il centro, il nucleo fondante di ogni attività. Invece il confronto tra diversi piani, diversi segmenti, la diversità di approccio apre gli occhi, consente nuovi viaggi e di maturare idee di cui questo paese ha bisogno per fondare le progettualità del futuro. Quindi per questo l’Osservatorio Riparte l’Italia in qualche modo promuove il dialogo tra esponenti di realtà anche tra di loro molto diverse, perché ognuno apprende e si forma in virtù della capacità di fornire prospettive diverse che ciascuno ha.
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