L’Ue fa le pulci a Google e Apple (e stuzzica l’ira di Trump)

La Commissione europea ha accusato Google e Apple di violazione del Digital Markets Act, la legge per la concorrenza sui mercati digitali. Le due aziende rischiano multe miliardarie; l'Ue, invece, rischia i dazi di Trump. Tutti i dettagli.

Mar 20, 2025 - 11:24
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L’Ue fa le pulci a Google e Apple (e stuzzica l’ira di Trump)

La Commissione europea ha accusato Google e Apple di violazione del Digital Markets Act, la legge per la concorrenza sui mercati digitali. Le due aziende rischiano multe miliardarie; l’Ue, invece, rischia i dazi di Trump. Tutti i dettagli

La Commissione europea ha accusato Google e Apple di aver violato il Digital Markets Act, la legge per la promozione della concorrenza sui mercati digitali che – tra le altre cose – impone alle grandi compagnie tecnologiche di non privilegiare i propri servizi sulle loro piattaforme.

Se le violazioni verranno confermate, le due società potrebbero ricevere multe miliardarie, mentre l’Unione europea si ritroverebbe esposta alle possibili ritorsioni di Donald Trump: il presidente degli Stati Uniti, infatti, ha già minacciato dazi contro i paesi che multano – ha parlato di “estorsioni straniere” – le aziende americane.

DI COSA È ACCUSATA GOOGLE

Le accuse nei confronti di Google sono due. Le autorità europee sostengono che la società impedisca agli sviluppatori di applicazioni per smartphone di indirizzare i consumatori verso piattaforme diverse da Google Play (lo store di app per il sistema operativo Android, sviluppato da Google), dove potrebbero accedere a offerte migliori. Inoltre, Google è accusata di favorire, sul proprio motore di ricerca, i suoi servizi come Google Shopping, Google Hotels e Google Flights.

DI COSA È ACCUSATA APPLE

Ad Apple, invece, viene chiesto di aprire il proprio “ecosistema” ai rivali. La società è nota proprio per il sistema chiuso dei suoi dispositivi, cioè basato su una forte interconnessione tra i propri hardware e software e su un’altrettanto forte limitazione alle possibilità di contatto con i dispositivi e i programmi di altre aziende. Si tratta di una caratteristica che Apple difende molto, sostenendo anche che garantisca una protezione elevata ai dati personali degli utenti.

In sostanza, quindi, le autorità europee chiedono ad Apple di dare accesso ai suoi servizi tecnologici e al suo sistema operativo anche ai produttori rivali di smartphone, cuffie e dispositivi simili, in modo che possano connettere i loro hardware con gli iPhone, gli iPad o gli Apple Watch.

LA DIFESA DI GOOGLE

Il direttore per la concorrenza di Google, Oliver Bethell, ha dichiarato che “le conclusioni della Commissione ci impongono di apportare ulteriori modifiche al modo in cui mostriamo alcuni tipi di risultati di ricerca, il che renderebbe più difficile per le persone trovare ciò che stanno cercando e ridurrebbe il traffico verso le aziende europee”.

La società ha aggiunto che le regole europee sulla concorrenza danneggeranno i consumatori e le imprese dell’Unione e che non potrà investire nelle piattaforme aperte se le verrà impedito di addebitare tariffe ragionevoli per sostenere i costi e lo sviluppo di Android e Play.

LA DIFESA DI APPLE

Apple, invece, ha dichiarato che la decisione di Bruxelles danneggia gli utenti e favorisce i suoi rivali. “Le decisioni di oggi ci avvolgono nella burocrazia, rallentando la capacità di Apple di innovare per gli utenti in Europa e costringendoci a cedere gratuitamente le nostre nuove funzionalità ad aziende che non devono rispettare le stesse regole. È un male per i nostri prodotti e per i nostri utenti europei”.

COSA RISCHIANO LE DUE AZIENDE

Se non si adeguerà alla decisione europea, Apple rischia l’apertura di un’indagine e una multa.

Google – che nell’ultimo decennio è stata multata per oltre 8 miliardi di euro da Bruxelles per violazioni antitrust – rischia multe fino al 10 per cento del suo fatturato globale annuo, qualora venisse giudicata colpevole di aver violato il Digital Markets Act.