L’Inter cade a Bologna e si fa riacciuffare dal Napoli: lotta scudetto apertissima
Si rialza anche l'Atalanta che espugna San Siro stendendo il Milan. Oggi tutti gli occhi sulla Juve che a Parma deve fare punti per tornare in zona Champions L'articolo L’Inter cade a Bologna e si fa riacciuffare dal Napoli: lotta scudetto apertissima proviene da FIRSTonline.


La “fatal Bologna” colpisce ancora. L’Inter esce sconfitta dal delicatissimo scontro del Dall’Ara e rende ufficiale l’aggancio del Napoli: Inzaghi e Conte sono appaiati a quota 71 punti, il che rende le prossime cinque giornate più avvincenti che mai. Ma la Pasqua di Serie A ha lasciato in dote risultati molto importanti anche in chiave Champions, con le vittorie di Atalanta e, appunto, Bologna: Gasperini e Italiano sorridono e mandano la palla a Juventus e Lazio, impegnate oggi contro Parma (ore 20.45) e Genoa (18), con l’obbligo assoluto di conquistare i 3 punti, pena rischiare seriamente di compromettere l’obiettivo.
Bologna – Inter 1-0: Inzaghi cade al 94’ e viene raggiunto da Conte, Italiano in zona Champions
Bologna torna a tormentare Simone Inzaghi e i tifosi dell’Inter come un brutto déjà-vu. Proprio come nel 2022, quando una clamorosa papera di Radu aveva condannato i nerazzurri in piena corsa scudetto, stavolta è stata una semplice rimessa laterale a riscrivere, forse, il destino. Il Bologna ha colpito nel cuore del recupero, con una rovesciata da cineteca di Orsolini che ha gelato l’Inter e fatto esplodere il Dall’Ara. Una sconfitta pesante, che ha riacceso le ambizioni Champions dei rossoblù (ora quarti in classifica in attesa della risposta della Juventus) e permesso al Napoli di agganciare l’Inter in vetta a cinque giornate dalla fine. Non a caso, la trasferta bolognese, storicamente insidiosa, era stata cerchiata in rosso come uno snodo chiave nella corsa scudetto. La squadra di Inzaghi è arrivata al Dall’Ara con le gambe pesanti, dopo l’estenuante ritorno dei quarti di Champions contro il Bayern. E con la semifinale di Coppa Italia all’orizzonte (per giunta un derby), il tecnico nerazzurro ha dovuto gestire forze e rischi. Ne è uscita una squadra opaca, meno aggressiva, lontana dai soliti ritmi martellanti.
Il Bologna, invece, ci ha messo subito il turbo. Ha pressato alto, mostrato personalità e dominato a livello di intensità, almeno fino alla metà della ripresa, quando le energie hanno iniziato a calare. Ne è venuta fuori una partita tirata, densa di tensione e attenzione ai dettagli, ma avara di vere occasioni. L’Inter ha sfiorato il gol solo su due calci d’angolo nel primo tempo, con Carlos Augusto e Bastoni vicini al bersaglio. I rossoblù hanno invece costruito una chance clamorosa al 28’: Ndoye ha saltato Acerbi con facilità e ha servito Dallinga, ma l’olandese ha visto il suo tiro deviato in corner da Pavard, a Sommer ormai battuto. Nel secondo tempo, la tattica ha preso il sopravvento: falli, interruzioni, ritmo spezzato. Lo spettacolo ne ha risentito. E così, per rompere l’equilibrio, è servito un lampo casuale ma micidiale. In pieno recupero, un pallone deviato da Bisseck ha innescato Orsolini, che si è inventato una rovesciata imprendibile. Gol da urlo, maglia sventolata, e festa grande per il Bologna (in piena zona Champions, anche se in attesa di Parma-Juventus) e il Napoli, di nuovo in vetta, questa volta senza asterischi. A cinque giornate dalla fine lo scudetto è tornato in bilico, con un colpo di scena firmato, ancora una volta, dal “fatal Bologna”.
Inzaghi: “Il nostro campionato non finisce qui, avanti con fiducia”
“Adesso è presto per analizzare, c’è nervosismo – ha sottolineato Inzaghi -. Dovevamo difendere meglio e non fare finire la palla a Orsolini. Ai ragazzi non posso dire niente per i primi 93′, non deve essere un alibi il fatto che la rimessa sia stata battuta 12 metri più avanti. Abbiamo qualche giocatore fuori, i due ammoniti (Bastoni e Mkhitaryan, ndr) erano diffidati e non ci saranno con la Roma. Mercoledì ci sarà una semifinale importante, adesso analizzeremo con calma quanto successo oggi, ma il campionato non finisce qui a Bologna, andiamo avanti con fiducia. C’è stato l’episodio della rimessa laterale, i ragazzi erano nervosi perché la palla esce nella mia area tecnica e viene battuta quasi in quella del Bologna. Non può essere battuta dodici metri in avanti, ma dovevamo difendere meglio in superiorità numerica in area. Abbiamo perso una partita importantissima, che non meritavamo di perdere. La corsa scudetto? Siamo a pari punti, il calendario ha un’importanza relativa perché in Italia trovi avversari organizzati in ogni partita. Non sarà facile né per noi né per il Napoli, giocheremo con tantissima fiducia analizzando cosa potevamo far meglio, senza cercare alibi”.
Niccolini, vice-Italiano: “Grande partita e finale fantastico, vogliamo l’Europa”
“È stato un finale fantastico – ha esultato Niccolini, presentatosi in conferenza al posto di Italiano (espulso, ndr) -. Abbiamo giocato contro una delle squadre più forti del mondo, siamo contenti perché questa è una vittoria importante che ci da forza anche per le prossime partite. Ci abbiamo creduto fino alla fine, in due occasioni potevamo fare anche meglio. Orsolini? È un campione, solo lui poteva fare questo gol qui. In fase di non possesso facciamo un gioco dispendioso, gli attaccanti sono i primi ad andare in pressing e ci sta dunque cambiare anche a partita in corso. Abbiamo la fortuna di avere esterni di categoria importante, ci stanno dando tanto. La corsa scudetto? Non me la sento di scommettere, ma credo che siano entrambe due squadre fortissime e che se lo contenderanno fino all’ultima giornata. Il nostro obiettivo? Io penso che dobbiamo pensare partita per partita. L’obiettivo è l’Europa, poi a fine campionato vedremo quale sarà”.
Milan – Atalanta 0-1: Gasperini blinda il terzo posto con Ederson, al Diavolo resta solo la Coppa Italia
L’Atalanta blinda il terzo posto, al Milan resta solo la Coppa Italia. Lo 0-1 di San Siro certifica il buon momento della Dea, definitivamente fuori dalla crisi grazie ai 6 punti con Bologna e Milan, ma anche l’addio alle ambizioni europee del Diavolo, quantomeno attraverso il campionato: Conceiçao avrà ancora il derby di mercoledì per dare un senso alla stagione, altrimenti disastrosa oltre ogni immaginazione. Il tecnico portoghese ha ritrovato Maignan dopo lo spavento di Udine e si è affidato ancora a Jovic, spalleggiato da Pulisic e Leao nel confermatissimo 3-4-3. Dall’altra parte, Gasperini ha dovuto fare i conti con il ko di Kolasinac, arretrando Bellanova in difesa e lanciando Cuadrado a tutta fascia sulla destra. La prima vera occasione l’ha creata Ederson al 20’: perfetto lo stacco di testa su cross di Bellanova, meno la mira, con la palla che ha sfiorato il palo.
Il Milan ha provato a reagire sulla corsia mancina, dove Leao e Theo hanno acceso qualche lampo: lancio del portoghese per il francese, uscita coraggiosa di Carnesecchi che ha fermato tutto (anche se l’arbitro poi ha segnalato fuorigioco). Retegui ci ha provato senza fortuna, Leao ha faticato a trovare spazio contro un Bellanova in serata di grazia, bravo a contenerlo anche al 30’ in un duello a campo aperto che sembrava spianato per l’asso rossonero. Il Milan ha comunque alzato i giri nel finale di primo tempo e ha sfiorato il vantaggio con Jovic: gran finta di corpo spalle alla porta per liberarsi e calciare a botta sicura, ma il pallone è uscito di un soffio facendo gridare al gol tutto San Siro.
Nella ripresa il Milan è cresciuto e ha preso campo, mentre l’Atalanta ha iniziato ad arretrare. Conceiçao ha orchestrato un possesso palla ragionato, cercando di stanare gli orobici. E proprio quando la Dea sembrava alle corde, Gasperini ha liberato Bellanova dai compiti difensivi e la mossa ha pagato subito, consentendo all’Atalanta di andare in vantaggio. Azione corale, Lookman ha stretto da sinistra e ha servito Bellanova, sponda perfetta per Ederson che in tuffo ha insaccato alle spalle di Maignan (62’). Uno schiaffo gelido per il Milan, proprio nel suo momento migliore. La Dea ha sfiorato anche il raddoppio con Lookman, ma Maignan ha detto no. Conceiçao ha risposto con un quintetto offensivo: Abraham, Joao Felix, Sottil, Chukwueze e Gimenez, per un Milan versione 4-2-4 a trazione anteriore. Il rischio, però, è stato quello di sbilanciarsi troppo, e infatti al 90’ Lookman è scappato via in contropiede, ma ancora una volta Maignan ha salvato tutto. Finale arrembante per i rossoneri, ma niente da fare: il pareggio non è arrivato. Un ko pesantissimo in ottica Europa, con il Milan ora a sei punti dalla zona Conference League quando mancano cinque giornate al termine. L’Atalanta, invece, ha risposto al Bologna, blindando un preziosissimo terzo posto.
Conceiçao: “Il mio futuro è preparare il derby, ma non c’è rispetto nei miei confronti”
“Il primo tempo è stato equilibrato anche se eravamo più bassi del previsto, ma l’Atalanta non ha creato occasioni vere – il pensiero di Conceiçao -. Abbiamo iniziato bene il secondo tempo, ma la prima volta che ci hanno tirato in porta hanno fatto gol, in un modo di cui avevamo anche parlato. Distratti? La partita più importante è quella che si sta giocando, però è vero che ci è mancata un po’ di aggressività nel finale. Il mio futuro? È preparare la partita con l’Inter e provare a vincere la Coppa Italia. Non so da quanti anni qui non si vincono due titoli. Dopo la Supercoppa si è iniziato a parlare di chi arriverà al Milan: per me va bene, ma non c’è rispetto se si parla sempre e solo del prossimo allenatore del Milan”.
Gasperini: “Rimpianti scudetto? Non scherziamo, la Champions sarebbe un gran risultato”
“Questa è una stagione incredibile, sarebbe straordinario tornare in Champions League, siamo tutti concentrati perché sappiamo quanto sarebbe importante per Bergamo – ha esultato Gasperini -. La vittoria del Bologna poteva essere pericolosa in chiave classifica, invece questo nostro successo è una svolta. Rimpianti per essere usciti dalla corsa scudetto? Non scherziamo! Abbiamo 64 punti, una volta ho detto che giocavamo per il titolo per dare più spinta alla squadra, ma qualcuno mi ha preso sul serio… Pensare di giocare per vincere era il campionato era esagerato, la Champions è già un gran risultato, visto quante e quali squadre abbiamo dietro di noi”.
Parma – Juventus (ore 20.45, Dazn)
Meno sei. Per la Juventus i prossimi 38 giorni saranno decisivi, visto che dalla qualificazione alla prossima Champions passano i destini di molti bianconeri. Tudor ha iniziato al meglio il percorso, raccogliendo sette punti nelle prime tre partite della nuova gestione: due vittorie contro Genoa e Lecce e un pareggio nello scontro diretto con la Roma. Ora arrivano Parma e Monza e molti, in casa Juve, pensano sia arrivata l’ora della svolta definitiva. Sono proprio le sfide contro le squadre della parte destra della classifica, infatti, ad aver portato il bottino pieno: punti pesanti, arrivati in un momento cruciale e contro avversari in piena corsa per i loro obiettivi come Genoa e Lecce. Match tutt’altro che semplici, anche perché la Signora arrivava da un doppio crollo con Atalanta e Fiorentina, che aveva di fatto sancito l’addio a Thiago Motta e aperto le porte alla rivoluzione in panchina.
Una stagione costellata da troppi passaggi a vuoto, spesso proprio contro squadre sulla carta abbordabili. Prestazioni e risultati che hanno allontanato la Juve dai suoi obiettivi principali e logorato, settimana dopo settimana, la posizione di Thiago. Il treno scudetto è sfumato anche a causa della “pareggite” che ha frenato il cammino, soprattutto nel girone d’andata: tanti punti lasciati per strada, troppe rimonte subite, occasioni sprecate che hanno scavato un solco con la vetta. Basta guardare alcuni episodi: lo 0-0 a Empoli, l’1-1 in casa con il Cagliari, il 2-2 col Parma, il pari all’ultimo secondo con il Lecce e il sofferto 2-2 con il Venezia, all’epoca fanalino di coda. E ancora, la pesante sconfitta nei quarti di Coppa Italia, sempre contro l’Empoli, che ha cancellato la possibilità di difendere il trofeo vinto lo scorso anno. Ora, però, sembra esserci stata una svolta. Le vittorie con Genoa e Lecce hanno rimesso in marcia la Juventus, e il pareggio solido all’Olimpico ha confermato segnali positivi. Il mirino è ora puntato sui prossimi due turni: Parma e Monza allo Stadium sono appuntamenti da non sbagliare, per proseguire la corsa e arrivare al doppio scontro diretto con Bologna e Lazio (in programma a inizio maggio) in una posizione di vantaggio. Il finale prevede Udinese e Venezia: due snodi da non sottovalutare, ma sulla carta abbordabili. La corsa Champions non ammette pause. Vincere, adesso più che mai, è davvero l’unica cosa che conta.
Tudor: “Attenti al Parma, non ha fermato l’Inter per caso. Io traghettatore? Che brutta parola…”
“Non mi aspetto nessuno step, ma una gara difficile da affrontare come l’abbiamo preparata – il pensiero di Tudor -. Non è detto che loro aspetteranno e andranno in contropiede. Con l’Inter hanno spinto e hanno preso il 2-2, non hanno pareggiato per caso, se lo sono andati a prendere con merito. Ci stiamo preparando con 15 giocatori a non sbagliare niente. Il mil futuro? Traghettatore è una brutta parola, sono in Italia da 10-15 anni e vedere parole così mi dà sensazioni non belle. Quando arrivi alleni e sei allenatore, la vita può cambiare in 3-4 partite anche se hai il contratto. L’allenatore è sempre solo e vive alla giornata, partita dopo partita. Senza programmazione e futuro, il futuro si costruisce oggi. Io vivo così, dal passato si prendono lezioni, il futuro non ti dà niente se non ansia. Devi prepararti bene perché quando si gioca così vai a mille. Questo è l’importante, il resto conta zero”.
Parma – Juventus, le probabili formazioni
Parma (3-5-2): Suzuki; Leoni, Valenti, Vogliacco; Delprato, Sohm, Bernabé, Keita, Valeri; Pellegrino, Bonny
In panchina: Corvi, Marcone, Lovik, Balogh, Circati, Man, Trabucchi, Hainaut, Camara, Haj, Estevez, Hernani, Ondrjeka, Djuric, Almqvist
Allenatore: Chivu
Indisponibili: Charpentier, Kowalski, Osorio, Benedyczak, Mihaila, Cancellieri
Squalificati: Nessuno
Juventus (3-4-2-1): Di Gregorio; Kalulu, Veiga, Kelly; McKennie, Locatelli, Thuram, Cambiaso; Nico Gonzalez, Kolo Muani; Vlahovic
In panchina: Perin, Pinsoglio, Costa, Rouhi, Savona, Conceiçao, Adzic, Weah, Douglas Luiz, Yildiz
Allenatore: Tudor
Indisponibili: Milik, Bremer, Cabal, Gatti, Mbangula, Koopmeiners
Squalificati: Nessuno
Genoa – Lazio (ore 18, Dazn)
Rialzarsi dopo la batosta. Dopo l’eliminazione dall’Europa League, alla Lazio resta solo il campionato per dare un senso alla stagione e tirare le somme sul lavoro di Baroni. Nonostante il contratto in scadenza nel 2026, il futuro del tecnico toscano sulla panchina biancoceleste è tutt’altro che certo. La società pretende una qualificazione europea, condizione indispensabile per restare agganciati a una dimensione internazionale e pianificare un mercato all’altezza delle ambizioni. Restare fuori dalle coppe costringerebbe il club a rivedere tutto, a partire proprio dalla guida tecnica, scelta la scorsa estate per dare il via a un nuovo ciclo triennale. E dire che l’inizio di stagione era stato più che promettente: a dicembre la Lazio era terza in classifica assieme all’Inter, a meno uno dal Napoli e a due dalla capolista Atalanta. In Europa aveva messo in cassaforte il primo posto nel girone, battendo l’Ajax ad Amsterdam, mentre in Coppa Italia aveva eliminato il Napoli, sconfitto poi anche in campionato al Maradona. Tutto questo con una squadra profondamente rinnovata dopo gli addii estivi di Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson. Una Lazio che sembrava aver ritrovato slancio, energie e identità. Poi, però, qualcosa si è incrinato. Gli infortuni pesanti (su tutti quelli di Castellanos e Tavares) hanno condizionato il cammino, mettendo a nudo i limiti strutturali dell’organico. Il mercato di gennaio ha portato innesti (Belahyane e Provstgaard) che però sono rimasti ai margini, utilizzati con il contagocce. La vetrina europea era fondamentale per dare lustro alla stagione e costruire un progetto credibile, ma giovedì sera è andato tutto in frantumi nel modo più crudele. Ora resta solo il campionato, dove la Lazio è ancora in corsa per un posto in Champions: il quarto posto, occupato dal Bologna, dista quattro punti, ma allo stesso tempo c’è il rischio di restare addirittura fuori da tutte le coppe. Il calendario non aiuta, visto che dopo Genova ci saranno il Parma all’Olimpico, la trasferta di Empoli, il big match casalingo con la Juventus, l’Inter a San Siro e la chiusura col Lecce tra le mura amiche. Trappole e scontri diretti: il destino della Lazio passerà tutto da qui.
Genoa – Lazio, le probabili formazioni
Genoa (4-2-3-1): Leali; Sabelli, De Winter, Vasquez, Martin; Frendrup, Masini; Zanoli, Miretti, Vitinha; Pinamonti
In panchina: Siegrist, Sommariva, Norton-Cuffy, Ekhator, Kassa, Matturro, Badelj, Onana, Venturino, Ekuban, Messias, Otoa, Thorsby
Allenatore: Vieira
Indisponibili: Ahanor, Bani, Cornet, Cuenca, Malinovskyi
Squalificati: Nessuno
Lazio (4-2-3-1): Mandas; Hysaj, Gila, Gigot, Pellegrini; Guendouzi, Rovella; Tchaouna, Pedro, Zaccagni; Dia
In panchina: Provedel, Furlanetto, Marusic, Provstgaard, Noslin, Romagnoli, Dele-Bashiru, Lazzari, Vecino, Belahyane, Basic, Ibrahimovic, Castellanos
Allenatore: Baroni
Indisponibili: Patric, Tavares
Squalificati: Isaksen