L’industria italiana è in crisi
Che fine ha fatto l’Italia del manufatturiero? La produzione industriale, specie nei settori di eccellenza del Made in Italy, è in calo da mesi tanto da potersi parlare a tutti gli effetti di una crisi. La contrazione certificata a fine 2024 è pari al 3,5% (ISTAT). Uno dei dati peggiori riguarda la fabbricazione di mezzi […] L'articolo L’industria italiana è in crisi proviene da ilBollettino.

Che fine ha fatto l’Italia del manufatturiero? La produzione industriale, specie nei settori di eccellenza del Made in Italy, è in calo da mesi tanto da potersi parlare a tutti gli effetti di una crisi. La contrazione certificata a fine 2024 è pari al 3,5% (ISTAT). Uno dei dati peggiori riguarda la fabbricazione di mezzi di trasporto, che a dicembre ha fatto registrare un meno 23,6%. E il declino riguarda settori chiave dell’economia italiana, quelli che hanno fatto la storia del successo. Uno dei dati più sconfortanti si riferisce al settore tessile, abbigliamento, pelli e accessori, in discesa del 18%. Segue la metallurgia a meno 14,6%, poi l’industria del legno e della fabbricazione dei macchinari (-9%). E ancora i macchinari, le attività manufatturiere, i prodotti farmaceutici, chimici e elettrici, tutti oscillanti tra meno 8 e meno 7%. Male anche per i prodotti petroliferi (-3,6%) e per gli articoli di gomma (-2,9%).
La crescita vale solo per l’energia
«Gli unici settori di attività economica che registrano a dicembre incrementi tendenziali sono l’attività estrattiva (+17,4%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+5,0%)» fa sapere l’ISTAT. Non è un caso. La domanda di energia elettrica è infatti destinata a correre sempre di più, a un ritmo del 4% annuo fino al 2027 (fonte Agenzia Internazionale dell’Energia). A trainare è non solo la costruzione di edifici con dotazioni elettriche maggiori e il settore dei trasporti, ma anche la crescente domanda di condizionatori e il consumo data center.
C’entrano salari e inflazione?
Viene da chiedersi se nel massiccio calo della produzione abbiano un peso i salari degli italiani, appena ritoccati negli ultimi tempi grazie al rinnovo dei contratti collettivi, ma ancora inadeguati rispetto al costo della vita. Dal 1990 al 2019 i salari reali, quindi calcolati in base all’inflazione, sono diminuiti del 2,9% (OCSE). Con un ulteriore calo dal 2019 al primo trimestre 2024 pari al 6,9%.
L’Italia è in buona compagnia
L’Italia non è l’unico Paese in Europa ad assistere a una diminuzione dei volumi industriali. In primis c’è la Germania, che a dicembre era alle prese con un calo del 2,4% che raggiunge il 9 se si guarda dal 2019 a oggi (Istituto per gli studi di politica internazionale ISPI). E ancora la Francia, dove si è scesi del 5%. Anche Belgio e Austria procedono male toccando rispettivamente il -13 e il -11%. Unica a migliorare anche se di poco la Spagna, che segna un +1,1%.
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