Lombardo, Search On Media: «L’AI al centro del futuro»
L’intelligenza artificiale (AI) è ormai protagonista del panorama tecnologico, economico e sociale con un impatto sempre più pervasivo. Dall’automazione all’analisi predittiva, fino alle sfide legate alla governance e all’etica, il dibattito creato da essa evolve rapidamente, spostandosi da una prospettiva puramente tecnologica a una riflessione più ampia sul futuro del lavoro, sull’equità e sulla sostenibilità. […] L'articolo Lombardo, Search On Media: «L’AI al centro del futuro» proviene da ilBollettino.

L’intelligenza artificiale (AI) è ormai protagonista del panorama tecnologico, economico e sociale con un impatto sempre più pervasivo. Dall’automazione all’analisi predittiva, fino alle sfide legate alla governance e all’etica, il dibattito creato da essa evolve rapidamente, spostandosi da una prospettiva puramente tecnologica a una riflessione più ampia sul futuro del lavoro, sull’equità e sulla sostenibilità.
Agisce su diversi settori con ritmi differenti, alternando cambiamenti istantanei ad evoluzioni graduali. In un contesto di trasformazione continua, diventa essenziale capire come aziende, istituzioni e società affrontano questi cambiamenti e sfruttano al meglio le potenzialità dell’AI.
«L’evoluzione verso una piena integrazione dell’AI, deve essere supportata da strategie adeguate, capaci di promuovere l’inclusione e garantire una trasformazione sostenibile», dice Cosmano Lombardo, CEO e Founder di Search On Media Group, che con l’AI Festival riunisce esperti e innovatori da tutto il Paese per tracciare le prospettive future di questa rivoluzione tecnologica.
AI Festival 2025 riunisce esperti, aziende e Startup da tutto il mondo. Quali sono i focus principali che emergono in questa edizione?
«Si concentra sull’integrazione dell’intelligenza artificiale e su come questa stia trasformando diversi settori, con un focus particolare sull’automazione, l’analisi predittiva e la sostenibilità. Non si tratta però solo di applicazioni industriali, ma anche di come l’AI stia migliorando la nostra vita quotidiana, ad esempio attraverso servizi personalizzati e una gestione più efficiente delle risorse.
Un tema centrale dell’edizione sarà anche quello etico, con una particolare attenzione alla trasparenza, alla governance e alle normative europee. L’evento esplorerà anche il futuro del lavoro, riflettendo sulle competenze necessarie per affrontare questi cambiamenti e come l’AI possa generare un valore concreto che vada a beneficio di tutti. In questo contesto, l’AI Festival rappresenta un punto di incontro tra aziende, Startup, mondo accademico e istituzioni, per discutere come l’innovazione possa essere trasformata in soluzioni pratiche e inclusive».
Negli ultimi anni il dibattito sull’AI si è ampliato, toccando sempre più aspetti sociali ed etici. In che modo l’evento riflette questa evoluzione?
«Il dibattito sull’AI sta andando oltre l’aspetto puramente tecnologico per concentrarsi appunto anche sulle sue implicazioni sociali ed etiche. AI Festival 2025 dedica ampio spazio all’analisi dell’impatto che l’AI ha sulla società.
Abbiamo creato un programma formativo che include una sala interamente dedicata agli aspetti etici, con esperti di diritto, accademici e policymaker che discuteranno come creare sistemi più equi e trasparenti. Come cambierà il lavoro sarà anche un tema importante, esplorando le competenze necessarie per affrontare questa rivoluzione tecnologica. L’obiettivo è avviare un dialogo tra tutti gli attori coinvolti, per garantire che l’AI si sviluppi in modo responsabile e sostenibile».
L’AI viene spesso raccontata attraverso il prisma del business e dell’innovazione tecnologica. Quali saranno gli spunti più interessanti riguardo al suo impatto su società, lavoro ed economia?
«Se da un lato l’AI automatizza compiti ripetitivi, dall’altro crea nuove opportunità professionali, trasformando profondamente il Mercato del lavoro. Durante la due giorni approfondiremo come possa stimolare la crescita della produttività, ottimizzare l’uso delle risorse e affrontare sfide cruciali come le politiche industriali europee, le strategie per le PMI e il ruolo delle Startup nell’ecosistema innovativo. Sarà fondamentale un approccio equilibrato, che permetta di sfruttare appieno i benefici dell’AI, affrontando nel contempo le sfide legate alla sua adozione».
Il dibattito sull’AI è spesso polarizzato tra entusiasmo e timori etici. C’è un aspetto dell’intelligenza artificiale che ritiene venga sottovalutato nel discorso pubblico?
«Purtroppo, spesso il dibattito sull’AI si polarizza tra un entusiasmo sfrenato e paure infondate. Un aspetto che viene frequentemente sottovalutato è l’importanza di un approccio pragmatico che metta al centro soluzioni concrete e misurabili. Invece di concentrarsi solo sulla sostituzione dei lavori, dovremmo guardare a come l’AI possa potenziare le competenze umane, aprendo la strada a nuove professioni e a un miglioramento delle nostre capacità in vari settori.
Si parla poco anche di come l’AI possa essere integrata in modo strategico nelle PMI, che sono spesso il motore economico di molti Paesi. AI Festival 2025 si propone di colmare questo gap, creando un dialogo costruttivo tra esperti e aziende, e promuovendo soluzioni pratiche per l’adozione responsabile dell’Intelligenza Artificiale».
Molte professioni saranno ridefinite dall’AI. Ritiene che il Mercato del lavoro si stia adattando con la giusta velocità a questa trasformazione?
«L’adattamento a questo cambiamento non avviene allo stesso ritmo per tutti i settori. Mentre in alcuni ambiti come la tecnologia e la manifattura avanzata l’integrazione dell’AI è già avanzata, altri settori stanno affrontando difficoltà legate a barriere economiche, culturali e normative.
Un ostacolo significativo è il divario tra le competenze richieste e quelle effettivamente disponibili sul Mercato. Per colmare questa lacuna è fondamentale investire in formazione, in particolare in programmi di upskilling e reskilling che coinvolgano università e aziende. La transizione verso un Mercato del lavoro digitalizzato deve essere accompagnata da politiche adeguate che favoriscano l’inclusività, evitando disuguaglianze e promuovendo una transizione equilibrata».
Le aziende sono realmente pronte a integrare l’AI nei propri processi o c’è ancora molta resistenza e scarsa preparazione?
«Molte aziende sono ancora in fase di adattamento per integrare l’AI nei loro processi: le grandi imprese tecnologiche e manifatturiere sono già riuscite a ottenere vantaggi significativi in termini di efficienza, automazione e analisi dei dati.
La resistenza al cambiamento è un fattore che rallenta l’adozione, spesso alimentata dalla paura di perdere il controllo sui processi o dalla difficoltà di misurare i benefici a breve termine. Superare queste difficoltà richiede investimenti in formazione e la creazione di ecosistemi di collaborazione tra aziende, Startup e istituzioni».
Oggi vediamo molte Startup AI emergere rapidamente, ma poche riescono a scalare in modo significativo. Quali caratteristiche ritiene fondamentali per una startup AI di successo?
«In primo luogo, è essenziale avere una visione chiara del problema che si vuole risolvere, assicurandosi che la tecnologia risponda a una necessità concreta. L’accesso a dati di qualità è cruciale, così come la capacità di scalare la tecnologia in modo efficace.
Inoltre, le Startup devono definire un modello di business sostenibile e inserirsi in un ecosistema di supporto che includa collaborazioni con aziende, università e acceleratori. Questi fattori possono determinare la capacità di una startup di crescere e prosperare in un mercato competitivo».
Se dovesse immaginare un salto evolutivo dell’AI nei prossimi 10 anni, quale sarebbe lo scenario più probabile secondo lei?
«Un futuro in cui l’AI sarà sempre più integrata nella vita quotidiana e nei processi aziendali, con lo sguardo rivolto su responsabilità e sostenibilità.
L’AI potenzierà le competenze umane anziché sostituirle, creando un Mercato del lavoro più inclusivo e preparato. Il nostro obiettivo deve essere garantire che l’Intelligenza Artificiale contribuisca a risolvere sfide globali come il cambiamento climatico e la povertà, migliorando concretamente la qualità della vita».
C’è una tecnologia emergente, magari meno discussa, che ritiene avrà un impatto dirompente nel prossimo futuro?
«Avrà un impatto dirompente nei prossimi anni il calcolo quantistico, che può rivoluzionare settori come la sicurezza informatica, la ricerca farmacologica e l’ottimizzazione delle risorse, grazie alla sua capacità di eseguire calcoli a velocità molto superiori rispetto ai computer tradizionali.
Questo potrebbe accelerare lo sviluppo di soluzioni per affrontare sfide globali come la cybersecurity e la ricerca medica. Investire nella ricerca in questo campo potrebbe cambiare radicalmente il nostro modo di affrontare le sfide del futuro».
Qual è la sua più grande preoccupazione in merito all’AI? E quale invece l’aspetto che più la entusiasma?
«Riguarda l’impatto che potrebbe avere sulle disuguaglianze sociali ed economiche. Come ogni innovazione così potente, se non regolata adeguatamente e adottata in modo inclusivo esiste il rischio di acuire il divario tra chi ha accesso alle risorse necessarie per sfruttarla e chi ne resta escluso. Credo al tempo stesso che possa essere impiegata per risolvere grandi sfide globali.
Immagino un futuro in cui l’AI ottimizza l’uso delle risorse, migliora l’efficienza energetica e rende la medicina personalizzata accessibile a tutti, contribuendo concretamente al miglioramento della qualità della vita». ©
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