“Le parole contano, basta con la cultura della sopraffazione sulle donne”: la toccante lettera di Gino Cecchettin ai cantanti

Le parole contano, oh sì che contano. Quante volte lo abbiamo detto. Hanno un peso, una sostanza, non sono fini a sé stesse, mutano la percezione attorno a noi e la narrazione che vogliamo imbastire, informano, suggeriscono, mortificano o fanno felici. Ogni parola, non il suo sinonimo, nemmeno il suo contrario, ogni parola che diciamo...

Apr 29, 2025 - 17:02
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“Le parole contano, basta con la cultura della sopraffazione sulle donne”: la toccante lettera di Gino Cecchettin ai cantanti

Le parole contano, oh sì che contano. Quante volte lo abbiamo detto. Hanno un peso, una sostanza, non sono fini a sé stesse, mutano la percezione attorno a noi e la narrazione che vogliamo imbastire, informano, suggeriscono, mortificano o fanno felici.

Ogni parola, non il suo sinonimo, nemmeno il suo contrario, ogni parola che diciamo in un determinato contesto, in uno specifico momento, ha esattamente il volume greve che vogliamo darle. E questo vale ovunque e per chiunque e in ogni circostanza: dalle nostre case, dove impariamo a decifrare e a srotolare il primo codice di linguaggio, alla scuola, dove l’ombra del bullismo si fa prepotente, ai comizi politici, dove ogni discorso, ogni punto e ogni virgola sono studiati a tavolino, fino ai nostri ambienti lavorativi e di svago.

In tutto vale la stessa regola: ciascuna parola che vogliamo proferire va soppesata e usata con cura. Sempre.

Un lavoro di cesello e di fino che dovrebbe fare soprattutto chi si è voluto ritagliare un ruolo non da poco in questa società: parlare alle nuove generazioni tramite una canzone.

Esattamente per questo, con una lettera aperta, Gino Cecchettin, papà di Giulia che ora è alla guida della Fondazione nata in memoria della figlia, si rivolge ai cantanti e alle case discografiche, in occasione dell’Aperyshow Charity Event 2025 – festival musicale a scopo benefico di Arsego, in provincia di Padova, sostenitore della Fondazione Cecchettin.

Lasciate da parte i contenuti che possono alimentare una cultura della sopraffazione.

Le parole che scegli, i messaggi che trasmetti, arrivano a migliaia di giovani, e lasciano tracce. Ti invito a considerare la possibilità di lasciare da parte quei contenuti che – consapevolmente o no – possono alimentare una cultura della sopraffazione.

Accanto a questo accorato appello, la Fondazione ha redatto due vademecum, uno per i cantanti, l’altro per le case discografiche, con suggerimenti per un linguaggio rispettoso, che miri alla parità di genere e all’inclusione anche nelle produzioni musicali e nei contesti professionali.

Sembra poco? No, non lo è. E nemmeno così scontato: ripartire dal linguaggio per cambiare traiettoria è una delle possibilità che dobbiamo darci.

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