Le Big Tech frenano sul futuro dei data center
"NEGLI ULTIMI mesi il settore dei data center ha registrato un rallentamento negli investimenti da parte di alcune Big Tech,...

NEGLI ULTIMI mesi il settore dei data center ha registrato un rallentamento negli investimenti da parte di alcune Big Tech, segnando una fase di riflessione strategica per ricalibrare i piani di spesa alla luce delle incertezze economiche". Ad affermarlo in un report è Giacomo Calef (nella foto), country head Italia di Ns Partners. Amazon, leader nel cloud computing con Aws, sottolinea l’analista, "ha sospeso alcune trattative per l’affitto di nuovi data center, indicando una temporanea frenata nell’espansione delle infrastrutture su larga scala. Secondo alcuni analisti, questa decisione riflette una maggiore cautela da parte dei principali fornitori di servizi cloud nel gestire cluster di potenza significativi, con una tendenza a ridurre le finestre di pre-locazione per progetti previsti entro la fine del 2026. Amazon ha minimizzato l’importanza di questa pausa, definendola una normale gestione della capacità, senza cambiamenti fondamentali nei piani di espansione. Parallelamente, Microsoft ha recentemente annullato progetti di data center che avrebbero utilizzato 2 gigawatt di elettricità negli Stati Uniti e in Europa, a causa di una domanda inferiore alle aspettative".
Queste mosse, sottolinea Calef, "avvengono in un momento in cui gli investitori esprimono preoccupazioni per gli ingenti investimenti (Capex) delle aziende tecnologiche statunitensi nell’infrastruttura per l’intelligenza artificiale, specialmente considerando l’emergere di concorrenti come la startup cinese DeepSeek, che offre tecnologie IA a costi inferiori e l’ingresso sul mercato di altri attori come Alibaba con il modello Qwen 2.5 e ByteDance con Doubao 1.5 Pro, anch’essi impegnati nello sviluppo di Llm avanzati, sostenuti da una forte spinta governativa e da un accesso privilegiato al mercato interno. L’avanzata di questi player asiatici ha alimentato crescenti interrogativi circa la sostenibilità e l’efficienza dei piani di investimento in Capex delle Big Tech americane, in particolare per quanto riguarda l’espansione accelerata delle infrastrutture necessarie a sostenere l’adozione dell’intelligenza artificiale generativa". In un contesto in cui i costi di produzione in Asia risultano più contenuti, conclude l’analista, "le strategie di investimento infrastrutturale delle aziende occidentali vengono messe sotto esame sia dagli investitori che dagli analisti, i quali chiedono maggiore disciplina allocativa e ritorni più concreti e misurabili in tempi certi".
Alberto Levi