Lazzaro (Enpaf): “Attrarre nuovi flussi contributivi, perché gli enti previdenziali non si reggono solo sugli investimenti”
Il DG di Enpaf spiega a FundsPeople che, a oggi, il saldo previdenziale è ancora “robusto”, ma l’andamento futuro della Cassa e degli altri enti dipende anche dal modo in cui sapranno affrontare il decremento demografico L'articolo Lazzaro (Enpaf): “Attrarre nuovi flussi contributivi, perché gli enti previdenziali non si reggono solo sugli investimenti” proviene da FundsPeople Italia.

Rendere più attrattiva la professione, anche attraverso il coordinamento di azioni di stimolo già a partire dagli istituti superiori. L’obiettivo? “Allargare la platea degli aderenti alla cassa di previdenza in funzione della sua sostenibilità nel tempo”. Marco Lazzaro, direttore generale dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti, Enpaf, nel bilanciare gli elementi che determinano l’andamento futuro della Cassa ancora il ragionamento a un tema fondamentale: il modo in cui Enpaf e le altre casse affrontano il decremento demografico: “Poiché gli enti previdenziali non si reggono semplicemente sugli investimenti finanziari, ma anche e soprattutto sui nuovi flussi contributivi”.
La proiezione negli anni a venire tiene conto, da un lato, della riduzione del numero di professionisti del settore, dall’altro di una parallela riduzione nel numero degli iscritti alla facoltà di Farmacia. L’equazione sul futuro della professione vede poi diverse variabili: l’avvio di un numero elevato di nuovi esercizi negli ultimi anni (“circa 2 mila, aggiudicati per lo più a personale già dipendente”) e una “sconsiderata” estensione degli orari di apertura. I due elementi, sommati, si confrontano anche con un'altra criticità: l’entrata in vigore del Ddl concorrenza del 2017 (convertito in Legge 124/2017), con sui “si sono affacciate nel nostro Paese le società di capitali per la gestione delle farmacie private; questo ha comportato un ulteriore condizionamento nell'ambito dell'organizzazione del personale delle farmacie, in quanto spesso i grandi gruppi tendono ad avere una maggiore estensione negli orari di apertura”. Il contraltare “positivo” di questo andamento è il tasso di disoccupazione dei professionisti della categoria “che sfiora appena l’1%”, afferma il DG.
Tratto dalla rivista FundsPeople n. 92.
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