L’artista italiano che è riuscito a portare il collasso dei ghiacciai a Dubai con un’installazione mozzafiato

Si chiama RETREAT l’installazione firmata dall’italiano Jacopo Di Cera per la Fiera d’Arte Internazionale “Art Dubai 2025”, ormai giunta alla sua 17° edizione. Protagonisti della sua opera sono quaranta monitor realizzati con materiali sostenibili, che raccontano con grande intensità e impatto visivo il collasso dei ghiacciai. Di Cera trasforma dati scientifici rigorosi – numeri e...

Apr 7, 2025 - 08:01

L’artista italiano che è riuscito a portare il collasso dei ghiacciai a Dubai con un’installazione mozzafiato

Si chiama RETREAT l’installazione firmata dall’italiano Jacopo Di Cera per la Fiera d’Arte Internazionale “Art Dubai 2025”, ormai giunta alla sua 17° edizione. Protagonisti della sua opera sono quaranta monitor realizzati con materiali sostenibili, che raccontano con grande intensità e impatto visivo il collasso dei ghiacciai.

Di Cera trasforma dati scientifici rigorosi – numeri e misurazioni relativi al cambiamento climatico e alla riduzione dei ghiacciai – in un linguaggio artistico, rendendoli più “comprensibili”.

@Jacopo Di Cera_Retreat_ph. Cifra_2/Art Dubai 2025

Questo approccio li rende anche più impattanti per il pubblico, che li vede scorrere sotto forma di immagini in movimento e sequenze visive, che si susseguono in loop da un monitor all’altro. La composizione verticale contribuisce a rendere ancora più forte il senso di urgenza e di ineluttabilità, amplificando l’impatto emotivo e coinvolgente dell’opera.

@Jacopo Di Cera_Retreat_ph. Cifra_5/Art Dubai 2025

Per non parlare della narrazione fluida, che guida il pubblico attraverso la trasformazione del ghiaccio, dall’imponenza e staticità iniziali fino alla sua progressiva dissoluzione in acqua, un processo inevitabile che si ripete senza fine, proprio come il riscaldamento globale che continua a plasmare il nostro Pianeta.

@Jacopo Di Cera_Retreat_ph. Cifra_5/Art Dubai 2025

Al centro di questa esperienza visiva troviamo il Ghiacciaio della Brenva, una delle formazioni più imponenti del Monte Bianco, simbolo di un cambiamento irreversibile. Negli ultimi 100 anni ha perso oltre 300 metri di spessore, ritirandosi di 200 metri solo negli ultimi vent’anni.

Con una rappresentazione visiva così potente della crisi climatica, l’artista ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la natura e le risorse che consumiamo, incoraggiandoci a cambiare rotta e ad assumerci la responsabilità delle nostre scelte.