L'appello di Gino Cecchettin a cantanti e rapper: "Basta testi violenti"

Fonte: Open La musica, da sempre mezzo di espressione e comunicazione, può anche influenzare i comportamenti e le percezioni di chi l'ascolta, soprattutto quando si parla di testi rivolti ai più giovani che svalutano le figura femminile. Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha così deciso di lanciare un appello agli artisti, specialmente a rapper e trapper, per chiedere un cambiamento nel linguaggio utilizzato nelle canzoni, puntando a combattere gli stereotipi e i messaggi tossici che spesso si nascondono nei testi. Un'iniziativa che nasce dalla collaborazione con l’evento benefico Aperyshow Charity Event di Arsengo, in provincia di Padova. Cecchettin si rivolge, infatti, a tutti gli artisti affinché scelgano parole di affetto e comprensione, allontanandosi da espressioni violente e discriminatorie che rischiano di alimentare negatività nelle nuove generazioni. Indice La violenza nella musica: un fenomeno da affrontare Un vademecum per artisti e case discografiche La violenza nella musica: un fenomeno da affrontare In un’intervista a 'La Stampa', Gino Cecchettin ha raccontato di come, durante la preparazione dell’evento di beneficenza, si sia trovato di fronte a un elenco di cantanti che, in passato, avevano scritto testi misogini o violenti, come Bello Figo con il brano "Io sono un maschio / Cucina la donna / Io c’ho fame / Cucina la donna". Come lui, purtroppo, tanti altri. Cecchettin, preoccupato per l’impatto di questi messaggi sul pubblico più giovane, ha perciò deciso fare un appello pubblico per chiedere un cambiamento. "Semplicemente, ho detto agli artisti di preferire le parole d’affetto a quelle d’odio, la comprensione al biasimo, l’empatia alla violenza", ha dichiarato. Un invito che mira a sensibilizzare i musicisti sull’importanza di un linguaggio che costruisce piuttosto che distruggere. Un vademecum per artisti e case discografiche Per supportare il cambiamento, Cecchettin ha redatto un vademecum con consigli pratici per gli artisti. "Evitare gli stereotipi come la romanticizzazione della violenza o linguaggi tossici nei testi delle canzoni" queste le sue principali raccomandazioni. Inoltre, sono state inviate delle linee guida anche alle case discografiche, con l'obiettivo di promuovere la sicurezza, le pari opportunità e l’inclusione nel mondo della musica. Un passo importante per creare un ambiente più sano, che possa riflettere i valori di uguaglianza e rispetto. Cecchettin, pur riconoscendo il diritto di ogni artista a esprimersi liberamente, ha anche aggiunto una riflessione sul valore delle parole. "È sacrosanto che ognuno, nell’arte, si esprima come vuole, senza censure", ha dichiarato. "Purché, però, non ci sia offesa".

Apr 30, 2025 - 16:24
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L'appello di Gino Cecchettin a cantanti e rapper: "Basta testi violenti"
gino cecchettin
Fonte: Open

La musica, da sempre mezzo di espressione e comunicazione, può anche influenzare i comportamenti e le percezioni di chi l'ascolta, soprattutto quando si parla di testi rivolti ai più giovani che svalutano le figura femminile.

Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha così deciso di lanciare un appello agli artisti, specialmente a rapper e trapper, per chiedere un cambiamento nel linguaggio utilizzato nelle canzoni, puntando a combattere gli stereotipi e i messaggi tossici che spesso si nascondono nei testi.

Un'iniziativa che nasce dalla collaborazione con l’evento benefico Aperyshow Charity Event di Arsengo, in provincia di Padova. Cecchettin si rivolge, infatti, a tutti gli artisti affinché scelgano parole di affetto e comprensione, allontanandosi da espressioni violente e discriminatorie che rischiano di alimentare negatività nelle nuove generazioni.

Indice

  1. La violenza nella musica: un fenomeno da affrontare
  2. Un vademecum per artisti e case discografiche

La violenza nella musica: un fenomeno da affrontare

In un’intervista a 'La Stampa', Gino Cecchettin ha raccontato di come, durante la preparazione dell’evento di beneficenza, si sia trovato di fronte a un elenco di cantanti che, in passato, avevano scritto testi misogini o violenti, come Bello Figo con il brano "Io sono un maschio / Cucina la donna / Io c’ho fame / Cucina la donna". Come lui, purtroppo, tanti altri.

Cecchettin, preoccupato per l’impatto di questi messaggi sul pubblico più giovane, ha perciò deciso fare un appello pubblico per chiedere un cambiamento. "Semplicemente, ho detto agli artisti di preferire le parole d’affetto a quelle d’odio, la comprensione al biasimo, l’empatia alla violenza", ha dichiarato.

Un invito che mira a sensibilizzare i musicisti sull’importanza di un linguaggio che costruisce piuttosto che distruggere.

Un vademecum per artisti e case discografiche

Per supportare il cambiamento, Cecchettin ha redatto un vademecum con consigli pratici per gli artisti. "Evitare gli stereotipi come la romanticizzazione della violenza o linguaggi tossici nei testi delle canzoni" queste le sue principali raccomandazioni.

Inoltre, sono state inviate delle linee guida anche alle case discografiche, con l'obiettivo di promuovere la sicurezza, le pari opportunità e l’inclusione nel mondo della musica. Un passo importante per creare un ambiente più sano, che possa riflettere i valori di uguaglianza e rispetto.

Cecchettin, pur riconoscendo il diritto di ogni artista a esprimersi liberamente, ha anche aggiunto una riflessione sul valore delle parole. "È sacrosanto che ognuno, nell’arte, si esprima come vuole, senza censure", ha dichiarato. "Purché, però, non ci sia offesa".