L’albergo diffuso per ripensare borghi e centri storici

A Corigliano-Rossano, sabato 26 aprile si farà il punto sugli alberghi diffusi con un evento di portata nazionale volto ad analizzare contenuti, metodi e soprattutto risultati. Con la presenza di Daniele Kihlgren, imprenditore italo-svedese ideatore del primo modello socio-culturale ed economico (Sextantio) realizzato nel borgo di Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo, e proseguito con ... L'articolo L’albergo diffuso per ripensare borghi e centri storici proviene da GuidaViaggi.

Apr 22, 2025 - 13:04
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L’albergo diffuso per ripensare borghi e centri storici

A Corigliano-Rossano, sabato 26 aprile si farà il punto sugli alberghi diffusi con un evento di portata nazionale volto ad analizzare contenuti, metodi e soprattutto risultati.

Con la presenza di Daniele Kihlgren, imprenditore italo-svedese ideatore del primo modello socio-culturale ed economico (Sextantio) realizzato nel borgo di Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo, e proseguito con quello de Le Grotte della Civita, nei Sassi di Matera, nel corso dell’evento verrà anche presentato il progetto di albergo diffuso nei due centri storici di Corigliano-Rossano.

Centri storici da ripensare

“I nostri centri storici – dichiara il sindaco Flavio Stasi – non vanno solo rilanciati, come si sente da decenni, ma vanno ripensati. Servono nuovi servizi e nuove modalità di accesso a questi servizi, con percorsi pedonali e mobilità sostenibile. In questo quadro si incastra perfettamente l’idea di albergo diffuso, per realizzare ricettività laddove è insufficiente, ma anche per creare obbligatoriamente qualità“.

Il caso di studio

Dopo anni di discussioni sul destino delle aree interne e sul progressivo abbandono dei borghi storici, il comune di S. Stefano di Sessanio in provincia de L’Aquila ha intrapreso un passo simbolico ma significativo verso la tutela e il rilancio del patrimonio locale. In collaborazione con la Regione Abruzzo, è stata decisa la demolizione di un edificio moderno abbandonato e invasivo, situato in prossimità del borgo medievale, con l’obiettivo di ripristinare l’armonia tra il costruito storico e il paesaggio naturale.

Questa iniziativa rappresenta una nuova speranza per il rilancio economico e culturale dei borghi dell’Appennino, proponendo un modello replicabile che coniuga tutela del patrimonio storico-vernacolare e sviluppo sostenibile. Già dalla fine degli anni ’90, un progetto di restauro ha riportato in vita il borgo, preservando le sue caratteristiche identitarie e promuovendo un turismo consapevole e rispettoso.

Il successo di questo approccio oggi è evidente: da una singola struttura ricettiva negli anni ’90, il borgo oggi conta 23 attività simil-alberghiere, oltre a ristoranti e botteghe artigiane. Il numero delle partite Iva che, comprendenti anche ristoranti, locali e botteghe, sta raggiungendo il numero degli abitanti (circa 55 su 70 residenti reali). Questa crescita ha invertito il declino demografico, attirando giovani e famiglie, e stimolando una nuova economia locale.

Turismo di qualità e sostenibile

“L’esperienza di S. Stefano di Sessanio – spiega Daniele Kihlgren – dimostra che la tutela del patrimonio storico può diventare strumento misurabile per lo sviluppo economico, promuovendo un turismo di qualità e sostenibile. I borghi, con la loro autenticità e il profondo legame con il territorio, rappresentano un patrimonio unico che l’Italia può offrire al mondo. Con migliaia di borghi abbandonati o semi-abbandonati in tutto il Paese, questo modello potrebbe essere adottato su scala nazionale, contribuendo a contrastare il fenomeno dell’overtourism e a preservare le identità locali: un’opportunità per riscoprire e valorizzare un’Italia autentica, lontana dalle mete turistiche tradizionali, ma ricca di storia, cultura e bellezza”.

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