La vanità di Macron e la nullità diplomatica dell’Ue

L'attivismo di Macron cela l'evanescenza dell'Europa alle prese con Trump. I Graffi di Damato

Feb 17, 2025 - 09:24
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La vanità di Macron e la nullità diplomatica dell’Ue

L’attivismo di Macron cela l’evanescenza dell’Europa alle prese con Trump. I Graffi di Damato

 

Il protagonismo del presidente francese Emmanuel Macron, che ha improvvisato – peraltro faticosamente – un vertice europeo soltanto e dichiaratamente informale, allargato alla Gran Bretagna e al segretario generale della Nato, non ha naturalmente fermato o rallentato la ruspa del presidente americano Donald Trump. Che ha mandato i suoi uomini a Riad per procedere nella preparazione dei negoziati con Putin sull’Ucraina.

“A Parigi i piagnistei”, come ha irriso Il Fatto Quotidiano felice della prospettiva di una pace penalizzante per l’Ucraina e per l’Europa, a Riad la forza e la concretezza di un percorso sostanzialmente a due. Che sono naturalmente Trump e Putin, in uno scenario che Macron aveva pensato di scongiurare più di due mesi fa a Parigi, invitando Trump appena eletto ma non ancora insediato alla Casa Bianca e il presidente ucraino Zelensky, in occasione della riapertura della cattedrale Notre Dame, e facendoli incontrare.

Non mancarono le foto, anche quelle di Macron con Giorgia Meloni e di questa con Trump, ma i fatti veri erano già allora destinati a non svilupparsi fra gli stucchi e gli arazzi dell’Eliseo. Dove Macron è tornato invece a illudersi di poter condizionare gli eventi improvvisando, come ho già scritto, un vertice europeo “informale” accolto per cortesia, più che per convinzione, dagli invitati. O almeno dalla premier italiana, della quale si è saputo che avrebbe preferito giustamente un Consiglio straordinario dell’Unione Europea nella sede propria di Bruxelles perché convinta – lei che pure è considerata una “sovranista” – che le istituzioni comunitarie debbano essere rafforzate anche nella loro fisicità, e non aggirate. O piegate alla vanità di qualcuno.

Anche le riserve della Meloni, che fra i leader dei paesi fondatori dell’Unione europea è peraltro quella che ha i migliori rapporti con Trump, hanno finito per ridimensionare il protagonismo francese di facciata. E far capire che ci vuole ben altro di un vertice informale attrezzato di lustrini, luci e telecamere a Parigi per evitare il rischio che davvero la pace in Ucraina – almeno quella a parole – si raggiunga alle spalle, insieme, di Kiev e di Bruxelles. Con tutto quello che potrebbe conseguire.