La teoria infondata dell’acqua “solarizzata” e le bottiglie di vetro blu

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Mar 24, 2025 - 15:05
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La teoria infondata dell’acqua “solarizzata” e le bottiglie di vetro blu

Un post molto condiviso su Facebook, sostiene che l’acqua lasciata al sole in una bottiglia di vetro blu diventi più pura, perda il cloro e i batteri, e recuperi addirittura una sorta di memoria legata alla sua origine sulla Terra (la cosiddetta “acqua solarizzata”). Secondo questa teoria, la luce solare, passando attraverso il vetro colorato, trasformerebbe le proprietà dell’acqua, rendendola più benefica per le cellule umane. Nel testo si cita anche Lord Kelvin e il concetto di temperatura di colore della luce, cercando di dare un’apparenza scientifica a un insieme di affermazioni che, in realtà, mescolano scienza e pseudoscienza senza alcuna base solida.

Per chi ha fretta:

  • La luce solare può avere un effetto sterilizzante sull’acqua, ma affinché questo avvenga sono necessarie diverse ore di esposizione e bottiglie trasparenti, non blu.
  • I concetti di “dinamizzazione” o “solarizzazione” dell’acqua derivano dall’omeopatia, una pratica priva di basi scientifiche. Inoltre, l’idea che l’acqua possa avere una memoria e recuperare il suo stato primordiale è pura pseudoscienza.
  • La scala Kelvin misura la temperatura di colore della luce, non è un parametro che possa modificare la struttura molecolare dell’acqua.
  • Il cloro presente nell’acqua potabile non evapora semplicemente con un’ora di esposizione al sole.

Analisi

Il post è stato pubblicato su Facebook il 7 marzo 2025 con il seguente testo:

COME PREPARARE ACQUA SOLARIZZATA, PER TRASMETTERE I FOTONI SOLARI NELLE CELLULE

Utilizzare una bottiglia di vetro blu scuro per quanto possibile, può anche essere più chiaro il colore. Riempirla con acqua imbottigliata o rubinetto, metterla al sole per circa un’ora senza tappo, dopodiché tenerla a temperatura ambiente o in frigorifero.

Cosa succede quando mettiamo la bottiglia al sole?

I raggi del sole hanno raggi infrarossi che attraversano il vetro e riscaldano le molecole dell’acqua, questo fa sì che le molecole si attivino: in omeopatia si chiama “Dinamizzare l’acqua” e questa prende vita.

I raggi ultravioletti, sterilizzano l’acqua eliminando qualsiasi tipo di batterio e viene lasciata purificata perché elimina anche il cloro, che per azione chimica si trasforma in gas e sale in superficie.

Ma l’effetto più sorprendente, è quello che succede quando i raggi del sole attraversano un cristallo blu scuro: il fisico Lord Kelvin, nel 1848 scoprì come misurare la temperatura della luce, stabilendo che ogni luce ha un grado di temperatura di colore. Per esempio la luce di una lampadina ha tra i 2.000 e i 2.500 gradi Kelvin, una luce allogena tra i 3.000 e i 3.800 K e a mezzogiorno in una giornata di sole ci troviamo con 5.000 – 5.500 gradi Kelvin.

Ma cosa succede quando i raggi del sole attraversano un vetro blu scuro? I 5.500 gradi Kelvin si trasformano in 7.000 K. E quando la terra ha avuto i 7.000K? Al momento della sua creazione, perciò l’acqua recupera la memoria.

Pensi che il nostro corpo non lo riconosca?

Tutto ciò che esiste in noi è già esistito.

Quindi l’acqua non solo si dinamizza, perde i batteri, elimina il cloro, ma recupera la memoria di ciò che era al momento della creazione.

Diventa un’acqua di rinnovamento e benessere.

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La sterilizzazione solare dell’acqua esiste, ma non funziona così

Uno degli elementi che potrebbero trarre in inganno chi legge il post riguarda l’effetto della luce solare sulla qualità dell’acqua. È vero che i raggi ultravioletti possiedono un’azione disinfettante e che in alcuni Paesi in via di sviluppo viene adottato il metodo SODIS (Solar Water Disinfection), una tecnica che sfrutta la radiazione solare per eliminare eventuali patogeni presenti nei liquidi destinati al consumo umano. Tuttavia, affinché questo processo risulti efficace, il liquido deve essere contenuto in bottiglie trasparenti, preferibilmente di plastica PET, e rimanere esposto alla luce diretta per un minimo di sei ore, in modo da permettere ai raggi UV di svolgere il loro effetto battericida in modo significativo, come indicato nel pittogramma della Fundacion SODIS riportato qui.

L’uso di recipienti in vetro colorato, specialmente se blu scuro, riduce notevolmente la quantità di radiazione ultravioletta che riesce a penetrare, limitando di conseguenza qualsiasi possibile effetto sterilizzante. Inoltre, il semplice atto di lasciare un contenitore esposto al sole per un’ora, come suggerito nel post, non è sufficiente a determinare alcuna trasformazione rilevante in termini di purificazione o eliminazione di sostanze indesiderate.

L’acqua non ha memoria

Anche l’idea che l’acqua possa conservare una memoria delle sue origini e “ricordare” il suo stato primordiale grazie all’energia solare è priva di fondamento. Questo concetto proviene dall’omeopatia, secondo cui l’acqua sarebbe in grado di mantenere traccia delle sostanze con cui è entrata in contatto, anche quando queste sono state diluite fino a non essere più rilevabili. La scienza ha ampiamente smentito tale ipotesi: la struttura molecolare dell’acqua non conserva alcuna informazione e le sue proprietà non vengono modificate da influenze esterne come la luce o il colore del contenitore.

Il vetro blu non trasforma la luce in energia benefica

Il post cita la scala Kelvin, un’unità di misura comunemente utilizzata in illuminotecnica per descrivere la tonalità della luce emessa da una sorgente, facendo riferimento a una presunta trasformazione che avverrebbe quando i raggi solari attraversano un vetro di colore blu scuro. Secondo quanto affermato, la luce naturale del sole, che ha una temperatura di colore approssimativa di 5.500 K, subirebbe una modifica passando attraverso il materiale colorato, raggiungendo così i 7.000 K, con un ipotetico effetto benefico sul liquido contenuto nella bottiglia. Questa affermazione, tuttavia, non ha alcun fondamento scientifico e risulta priva di significato dal punto di vista fisico. La temperatura di colore è semplicemente un parametro che descrive la tonalità della luce percepita dall’occhio umano e non rappresenta in alcun modo una misura della quantità di energia trasmessa né tantomeno ha la capacità di influenzare le proprietà chimico-fisiche dell’acqua.

Sebbene un vetro di tonalità blu possa effettivamente filtrare alcune specifiche lunghezze d’onda dello spettro luminoso, tale fenomeno non comporta alcun tipo di alterazione strutturale nel liquido né gli conferisce caratteristiche particolari. Oltre a ciò, l’idea che una luce con una temperatura di colore di 7.000 K fosse presente “al momento della creazione della Terra” rientra nel campo delle suggestioni mistico-esoteriche e non trova alcun riscontro nelle conoscenze attuali sulla formazione del nostro pianeta o sulla natura della luce.

Il cloro non evapora semplicemente con il sole

Un altro punto centrale della teoria dell’acqua solarizzata riguarda la presunta eliminazione del cloro semplicemente esponendo l’acqua alla luce solare. Secondo il post in questione, il cloro in essa contenuto, una volta esposto ai raggi solari, verrebbe trasformato in gas, salirebbe in superficie e scomparirebbe, rendendo così l’acqua più pura e priva di sostanze indesiderate. Questa affermazione però non corrisponde alla realtà dei fatti. Il cloro presente nell’acqua potabile si trova principalmente sotto forma di acido ipocloroso (HOCl) e ioni ipoclorito (OCl⁻), composti chimici che non evaporano facilmente a temperatura ambiente. Per poter rimuovere il cloro in modo significativo, infatti, sono necessarie temperature molto più elevate rispetto a quelle che si raggiungono in condizioni normali di esposizione solare, come quelle che si ottengono, ad esempio, durante un processo di ebollizione prolungata. Lasciare una bottiglia di acqua scoperta al sole per un’ora, come suggerito dal post, non ha alcun effetto rilevante sul contenuto di cloro, che rimarrà presente nell’acqua, rendendo la premessa della purificazione tramite l’esposizione solare completamente infondata.

Conclusione

La teoria dell’acqua solarizzata è un classico esempio di pseudoscienza che mescola alcuni concetti scientifici reali con affermazioni infondate per creare una narrazione affascinante, ma priva di fondamento. Sebbene la luce solare possa avere effetti fisici e chimici sull’acqua in determinati contesti, non esiste alcuna prova che il semplice fatto di esporre una bottiglia blu al sole possa renderla più pura, energetica o in grado di recuperare una fantomatica “memoria primordiale”.

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