La spinta Ue all’auto elettrica deve passare dalle flotte aziendali

Per accelerare la diffusione di auto elettriche in Europa bisogna puntare sulle flotte aziendali. Serve una legge Ue che fissi l’obiettivo di vendere solo vetture a zero emissioni dal 2030, da applicare ai parchi di autoveicoli delle grandi aziende. Ciò potrebbe garantire ai costruttori europei una domanda aggiuntiva per oltre due milioni di veicoli 100% […] The post La spinta Ue all’auto elettrica deve passare dalle flotte aziendali first appeared on QualEnergia.it.

Feb 17, 2025 - 14:57
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La spinta Ue all’auto elettrica deve passare dalle flotte aziendali

Per accelerare la diffusione di auto elettriche in Europa bisogna puntare sulle flotte aziendali.

Serve una legge Ue che fissi l’obiettivo di vendere solo vetture a zero emissioni dal 2030, da applicare ai parchi di autoveicoli delle grandi aziende. Ciò potrebbe garantire ai costruttori europei una domanda aggiuntiva per oltre due milioni di veicoli 100% elettrici, pari a metà delle vendite necessarie a raggiungere il target di riduzione della CO2 al 2030.

La proposta arriva dall’organizzazione indipendente Transport & Environment (TE), spiegando che l’elettrificazione delle flotte favorirebbe i gruppi automobilistici europei, “che già oggi, rispetto alla concorrenza globale, mostrano su questo canale un vantaggio competitivo forte”.

Oggi le auto aziendali rappresentano circa il 60% delle nuove immatricolazioni nell’Ue.

Secondo TE, dal 2030 le aziende con flotte di oltre cento veicoli dovrebbero acquistare o prendere in leasing solo modelli a zero emissioni, anticipando di cinque anni l’obiettivo fissato al 2035 per il mercato nel suo complesso (stop alla vendita di auto endotermiche, anche se come vedremo lo scenario potrebbe essere un po’ ammorbidito da Bruxelles).

Una norma Ue di questo tipo, si spiega, “potrebbe stimolare gli investimenti delle case automobilistiche europee e favorire, data la durata di possesso più breve delle auto aziendali (3-4 anni), l’ingresso di quasi 7 milioni di auto elettriche sul mercato dell’usato entro il 2035”.

Altra proposta di TE è prevedere un “eco-score” sul modello dell’ecobonus francese: in pratica, un incentivo basato su un punteggio di sostenibilità che considera l’impronta ecologica complessiva di un veicolo, in termini di CO2 emessa fra produzione, distribuzione e smaltimento/riciclo.

Come spiega Esther Marchetti, Clean Transport Manager di TE Italia, “un obiettivo vincolante per rendere full electric tutte le flotte con oltre 100 unità dal 2030 dovrebbe essere accompagnato anche da altre misure per incentivare le auto prodotte in Europa, tra cui gli eco-score che si sono già dimostrati strumenti efficaci”.

In Italia, precisa, l’elettrificazione delle auto aziendali “deve essere sostenuta anche da un’urgente riforma della tassazione. La legge di bilancio 2025 ha introdotto una prima modifica per favorire le tecnologie più pulite per le auto in fringe benefit. Ora è necessario proseguire in questa direzione, intervenendo anche sulla deducibilità del costo dei veicoli e sull’Iva, oltre a rivedere i costi di immatricolazione”.

La consultazione Ue

Intanto si è chiusa giovedì scorso, 13 febbraio, la consultazione pubblica sul futuro dell’industria automobilistica europea, aperta dalla Commissione Ue il 30 gennaio.

Sono arrivate oltre 1.700 risposte, di cui la maggior parte (1.434, 82,7%) direttamente dai cittadini dell’Unione europea. La Spagna è in testa quanto a numero di feedback, più di 1.300, il 77% del totale, davanti all’Italia e alla Germania con rispettivamente 73 e 66 osservazioni.

I temi della consultazione fanno riferimento al “concept paper” pubblicato il 20 gennaio dalla stessa Commissione, prima di lanciare il Dialogo strategico con gli stakeholder su come rilanciare la competitività del settore automotive, guardando alle sfide future (innovazioni tecnologiche, riduzione delle emissioni, concorrenza cinese e altro).

Il relativo Piano d’azione industriale è atteso per marzo.

In particolare, in tema di transizione verso la mobilità elettrica, il documento sottolinea che “i consumatori devono far fronte a costi iniziali ancora più elevati per i veicoli e a una minore velocità di implementazione delle infrastrutture di ricarica”.

Critiche italiane

Da parte italiana sono arrivate delle critiche nell’ambito della consultazione, come quella dell’Unem (Unione energie per la mobilità) associazione che rappresenta la filiera dei prodotti petroliferi e che fino al 2020 portava il nome di UP, Unione Petrolifera. Per Unem il concept paper presenta “lacune evidenti”, perché “non è affatto basato sui principi di neutralità tecnologica” mentre si rimarca l’assenza di qualsiasi riferimento ai biocombustibili e ai carburanti sintetici di origine rinnovabile (e-fuel).

L’Unem ha quindi chiesto che nel piano Ue siano incluse le filiere dei motori a combustione interna e dei carburanti rinnovabili e sintetici, “tecnologie in grado di contribuire alla decarbonizzazione anche del trasporto stradale leggero in sinergia con la mobilità elettrica”.

Tale inclusione, rimarca una nota, “rappresenta una scelta vitale per la salvaguardia dell’industria automobilistica europea, inclusa la componentistica, rendendo il quadro normativo comunitario più inclusivo e tecnologicamente neutrale […]. I biofuel e i motori a combustione interna possono svolgere, affiancati ai veicoli elettrici, un ruolo cruciale nel piano d’azione industriale Ue per l’automotive, garantendo una transizione sostenibile ed equilibrata”.

Appelli verso la neutralità tecnologica sono giunti anche in occasione del primo incontro del Dialogo strategico sull’automotive del 12 febbraio a Bruxelles, dove si è affrontato il tema della decarbonizzazione.

Benjamin Krieger, segretario generale dell’associazione europea dei fornitori di componenti per l’automotive (Clepa), in una nota afferma che “abbiamo bisogno di una strategia coraggiosa per garantire che l’Europa sviluppi le catene di fornitura per la mobilità elettrica e per i carburanti rinnovabili sostenibili. Senza questo, rischiamo di limitare percorsi praticabili verso la neutralità climatica”.

Aperture da Bruxelles

Secondo recenti indiscrezioni diffuse dal quotidiano tedesco Der Spiegel e riprese dalla stampa internazionale, Bruxelles ora starebbe valutando di consentire la vendita, anche dopo il 2035, di nuove auto ibride plug-in o dotate di range extender, cioè un piccolo motore a combustione interna utilizzato esclusivamente per ricaricare la batteria del veicolo elettrico.

Sarebbe un passo indietro rispetto alla scelta del “solo elettrico” con il suo divieto di commercializzare nuovi modelli con motori benzina/diesel, andando invece verso una maggiore neutralità tecnologica (l’Italia vorrebbe ammettere anche l’uso di biocarburanti).

Sembra insomma che Bruxelles stia concedendo nuove aperture alla neutralità tecnologica, come conferma la stessa Bussola per la competitività presentata a fine gennaio da Ursula von der Leyen. Vi si legge, infatti, che “raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica per le auto entro il 2035 richiederà un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico, in cui gli e-fuel hanno un ruolo da svolgere attraverso una modifica mirata del regolamento come parte della revisione prevista”.

Come va l’automotive italiano

Intanto a dicembre 2024 è crollato a doppia cifra per il decimo mese consecutivo l’indice della produzione automotive italiana: -36,6%, il calo più pesante dello scorso anno.

Secondo i dati preliminari Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica), la produzione italiana di autovetture a dicembre 2024 ammonta a circa 10 mila unità, in calo del 64,9% rispetto a dicembre 2023. Nel cumulato, sono state prodotte circa 310 mila autovetture, il 42,8% in meno in confronto a gennaio-dicembre dell’anno precedente.

“Il crollo dei volumi produttivi, unitamente ai cali registrati dal mercato, rende necessario intervenire quanto prima definendo un piano di politica industriale con misure concrete e mirate a supporto delle imprese”, commenta Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia.

Da segnalare che a gennaio 2025 c’è stato un balzo in avanti per il mercato italiano delle auto elettriche, con 6.721 immatricolazioni, +132% rispetto allo stesso mese del 2024, grazie anche alla crescente offerta di vetture compatte a prezzi più contenuti (dati Motus-E).The post La spinta Ue all’auto elettrica deve passare dalle flotte aziendali first appeared on QualEnergia.it.