La madre di Luana D’Orazio: “La patente alle aziende? Inutile”
La figlia morì a 22 anni stritolata da un orditoio. “Non mi stancherò mai di dire basta alle morti sul lavoro”

Roma, 1 maggio 2025 – Primo maggio, festa dei lavoratori. Tre maggio di quattro anni fa: la morte di Luana D’Orazio, operaia di 22 anni, stritolata da un orditoio in una fabbrica di Montemurlo (Prato) a cui erano stati disattivati tutti i sistemi di sicurezza. “Per me oggi non è una festa. Tiro avanti per Luana perché non sia solo un simbolo delle ’morti bianche’. Il sacrificio di mia figlia deve servire a evitare che altri facciano la sua fine. Tutti i lavoratori hanno il diritto di tornare a casa”. Emma Marrazzo, mamma della giovane uccisa sul lavoro il 3 maggio del 2021, lo ripete da quattro anni durante i quali ha portato avanti tante battaglie (prima fra tutte quella per l’introduzione di una legge sull’omicidio sul lavoro) dimostrando una ’resilienza’ encomiabile.
Emma, oggi è la festa dei lavoratori, fra due giorni sarà il quarto anniversario della morte di sua figlia Luana, come si sente?
“Sopravvivo, il dolore non passa. Non è un giorno di ’festa’”.
Oggi sarà in piazza a Montemurlo alla manifestazione nazionale della Uil.
“Sì, lo faccio volentieri non solo per Luana ma anche tutti gli altri. Non mi stancherò mai di dire ’basta morti sul lavoro’”.
La premier Meloni ha annunciato che il governo metterà a disposizione altri 650 milioni per finanziare la prevenzione nelle imprese portando gli investimenti a oltre un miliardo. Qualcosa si muove?
“Sarebbe l’ora. Negli ultimi giorni ci sono stati altri morti. Gli investimenti sono una buona notizia. ma devono essere usati nel modo corretto”.
Ossia?
“Investire in controlli seri e approfonditi, fatti da esperti e realmente dentro i luoghi di lavoro e non sulle carte come accade ora. Da personale specializzato e ispettori competenti. Se i controlli fossero stati seri e approfonditi mia figlia non sarebbe morta. Quella di Luana non è stata una disgrazia, mia figlia è stata uccisa”.
A Montemurlo incontrerà la ministra del Lavoro Calderone, che cosa le dirà?
“Le dirò che la patente a punti per le imprese non è servita a nulla. Quanti morti ci devono essere prima che un’azienda ne sia privata? Non ho visto miglioramenti con questa ’patente’”.
Nell’ambito delle celebrazioni del primo maggio ci sarà l’intitolazione della strada per Luana, è emozionata?
“Tantissimo. Verranno i parenti dalla Calabria, le amiche di Luana, i vicini di casa. È stata mia nipote Ilaria Colombraro a scrivere al sindaco di Montemurlo Calamai per proporre l’intitolazione e poi al prefetto. Ha insistito parecchio perché prima di dieci anni dalla morte non si potrebbe a meno che non si tratti di un caso particolare. E questo lo è”.
La strada scelta ha un alto valore simbolico perché è la nuova via di ingresso al distretto industriale. Si deve passare per forza da lì.
“Sì, è ben visibile. Mi piace: sarà via Luana D’Orazio. Il sindaco metterà una targa per spiegare chi era Luana, la sua storia”.
Il bimbo di Luana, suo nipote, sa dell’intitolazione?
“Sì, la psicologa dice di renderlo partecipe. Sembra contento. Meno male c’è lui che ogni tanto mi fa sorridere”.
Fra due giorni sarà il quarto anniversario dalla morte di Luana, e il suo compleanno. Come lo passerà?
“Nessuna festa, nessun compleanno. Solo una messa”.