La Germania attiva la clausola Ue per spendere in armi senza limiti. Tajani: «Scelta saggia». Conte: «Finisce l’Europa di pace, Meloni complice»

«Ci riarmiamo per prevenire la guerra, non scatenarla», spiega il presidente tedesco Steinmeier. Rutte (Nato) plaude all'iniziativa. Che farà l'Italia? L'articolo La Germania attiva la clausola Ue per spendere in armi senza limiti. Tajani: «Scelta saggia». Conte: «Finisce l’Europa di pace, Meloni complice» proviene da Open.

Apr 28, 2025 - 17:38
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La Germania attiva la clausola Ue per spendere in armi senza limiti. Tajani: «Scelta saggia». Conte: «Finisce l’Europa di pace, Meloni complice»

La Germania ha inoltrato oggi alla Commissione europea la richiesta di attivazione della cosiddetta “clausola di salvaguardia” per esentare gli investimenti aggiuntivi a venire nel settore della difesa dai limiti di spesa del Patto di Stabilità. La richiesta, ha spiegato un portavoce del ministero delle Finanze tedesco, riguarda il quadriennio 2025-2028 e costituisce «un’importante misura complementare per consentire una maggiore spesa nazionale per la difesa, mantenendo al contempo la sostenibilità fiscale». L’intenzione di Berlino era nota, per lo meno da quando – ai primi di marzo – il Cancelliere in pectore Friedrich Merz aveva annunciato il varo di un maxi-piano di investimenti in difesa e infrastrutture da 500 miliardi di euro. Per consentire quella svolta di spesa (anche) per il riarmo, Cdu, Spd e Verdi avevano già intrapreso un’iniziativa senza precedenti, votando insieme al Bundestag una modifica della Costituzione per escludere gli investimenti in difesa dal cosiddetto «freno al debito». Ora la Germania ufficializza anche la copertura economico-giuridica europea al suo progetto, nell’ambito del piano ReArm Europe.

La Germania apre la strada. E gli altri?

Quella pervenuta oggi alla Commissione è la prima richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia per gli investimenti militari, ha confermato un portavoce dell’esecutivo Ue. In sede di lancio del piano di riarmo europeo, Ursula von der Leyen aveva indicato ai governi nazionali la deadline del 30 aprile – tra 48 ore, dunque – per attivare la clausola, ma in seguito – anche sulla base delle richieste in tal senso arrivate dall’Italia – la Commissione ha acconsentito a un allungamento dei tempi per dar modo ai governi di valutare a dovere l’impatto sia politico che economico della scelta. Di fatto, la deadline per indicare l’eventuale scelta almeno sul 2025 è stata informalmente spostata a fine giugno. Quel che più conta, ha sottolineato a più riprese la Commissione, è che ci sia «uno sforzo di coordinamento» tra i 27 sull’implementazione del piano: che la clausola che consente di indebitarsi maggiormente per spendere di più nel settore della difesa sia attivata cioè da molti Paesi, e in modo coordinato. Per dare un segnale chiaro tanto ai Paesi ostili (Russia in testa) quanto ai mercati. Almeno atri due Paesi dovrebbero presto aggiungersi alla Germania, comunque, stando ai recenti annunci: Portogallo e Slovenia. L’Italia resta invece piuttosto fredda sul tema, e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha fatto capire nelle scorse settimane che Roma la clausola potrebbe non attivarla.

Steinmeier: «Riarmo tedesco per prevenire la guerra, non farla»

«Abbiamo bisogno di un esercito forte, non per scatenare la guerra, ma per prevenirla. E, da ex diplomatico, permettetemi di aggiungere: anche la nostra politica estera ha bisogno di un esercito forte, non per sostituire la diplomazia, ma per renderla credibile», ha detto oggi il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, dando conto della scelta di Berlino, che arriva paradossalmente nel momento in cui un governo nella pienezza dei poteri ancora non c’è. Il leader della Cdu Merz, che stamattina ha presentato la squadra di suoi ministri, comparirà davanti al Bundestag per il voto di fiducia solo la prossima settimana, il 6 maggio. Nel frattempo, a metterci la faccia intervenendo a Bruxelles alle celebrazioni per i 70 anni dell’entrata della Germania nella Nato, è Steinmeier, che spiega così la scelta: «Una Germania male armata è oggi un pericolo maggiore per l’Europa di una Germania equipaggiata in modo forte». Propositi apprezzati dal segretario generale della Nato Mark Rutte che ha lodato «l’ulteriore chiara dimostrazione della leadership tedesca» col potenziamenti degli investimenti in difesa. «È esattamente ciò di cui abbiamo bisogno di fronte a una minaccia crescente», ha osservato Rutte.

Tajani plaude alla scelta di Berlino, Conte scatenato

Dello stesso avviso, sul fronte italiano, è il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che sembra mandare così un messaggio anche a Meloni e Giorgetti sulla scelta che ha di fronte ora l’Italia: «A me pare, quella di Berlino, una richiesta saggia: bisogna scorporare le spese della difesa dal Patto di stabilità». Tuoni e fulmini sulla scelta tedesca ma anche su quelle dell’Italia li lancia invece il Movimento 5 stelle. «Il governo Meloni si è assunto una gravissima responsabilità storica, mettendo la firma sulla fine dell’Europa di pace costruita in questi anni», attacca Giuseppe Conte. «Con i sondaggi che accreditano gli estremisti di destra come primo partito, la Germania potrà riarmarsi senza più limiti, stracciando via quel che è stato sin qui il mercato unico europeo, gli equilibri e le simmetrie perseguiti in tutti questi anni. Tutto questo grazie alla furba complicità di Meloni, Tajani e Crosetto, che hanno realizzato un capolavoro: hanno premuto in Europa per far spendere ai singoli Stati di più in armi e hanno esultato quando Bruxelles ha detto sì a questa possibilità. Parliamo della stessa Meloni che due anni fa ha invece firmato l’accordo franco-tedesco per i vincoli europei e i tagli su sanità, scuola, infrastrutture, imprese e lavoro. Un disastro a danno dei cittadini: risponderanno alla storia di questa pericolosa strategia di riarmo a spese dei diritti e delle emergenze economiche e sociali delle persone. Pericolosi e irresponsabili!».

In copertina: Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier col Segretario generale della Nato Mark Rutte alla cerimonia per i 70 anni dell’entrata della Germania nell’Alleanza atlantica – Bruxelles, 28 aprile 2025 (EPA/OLIVIER MATTHYS)

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