La gdo insegue l’Ai: ma solo il 7% è davvero pronto
Secondo l’indagine “Aimm” di NetConsulting cube, grande distribuzione e retail mostrano un ritardo strutturale nell’adozione dell’AI generativa Nella corsa all’intelligenza artificiale, la grande distribuzione organizzata e il retail italiani partono in svantaggio. Lo rileva la ricerca “Aimm: l’adozione dell’Ai nelle aziende italiane. I risultati della survey e dell’AI Maturity Model” condotta da NetConsulting cube, che fotografa una situazione di forte disallineamento rispetto ad altri comparti industriali. Nel settore gdo&Retail l’adozione dell’Ai generativa è ancora agli albori: il 78,6% delle aziende si trova in una fase esplorativa, senza né avere una roadmap chiara né aver pianificato investimenti strutturati in merito. Solo il 7,1% dei rispondenti può essere considerato un “AI Pioneer”, ovvero un’impresa che ha già integrato l’intelligenza artificiale in modo organico nei propri processi operativi. Si tratta della percentuale più bassa fra tutti i comparti analizzati, inferiore anche a quella dell’Industria e dei Servizi&Trasporti. Il quadro peggiora ulteriormente se si prende in considerazione l’Ai Maturity Index, l’indice sintetico che misura il livello complessivo di maturità delle aziende italiane rispetto all’adozione dell’AI. Anche in questo caso, la gdo è fanalino di coda, con un punteggio medio di 19,2 su 100, seguita solo dal settore Servizi&Trasporti (21,2). Sul fronte opposto, il comparto bancario guida la classifica con un punteggio di 57,1, seguito da Energy & Utilities (52,2) e Assicurazioni (47,4). Una fotografia dell’adozione Ai in Italia I dati fanno parte di una più ampia indagine condotta da NetConsulting cube in collaborazione con Engineering, Fastweb, ServiceNow e Tim. La ricerca si basa su un panel di 82 aziende italiane di grandi dimensioni –tutte con almeno 500 dipendenti e un fatturato superiore ai 500 milioni di euro– rappresentative dei principali settori economici: industria (34%), banche (7%), assicurazioni (9%), energia e utilities (14%) e telco & media (10%). Il fulcro dell’analisi è l’Ai Maturity Model, uno strumento sviluppato da NetConsulting cube per misurare il grado di integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali. Il modello si basa su cinque macro-dimensioni: strategia e organizzazione, tecnologie dati e architettura, use case e business model, competenze e cultura, compliance e governance. L’obiettivo della ricerca, nelle intenzioni di NetConsulting cube, è quello di offrire alle aziende uno strumento di autovalutazione e confronto per identificare punti di forza e debolezze nel percorso di adozione dell’Ai. Un modello che consenta, cioè, di valutare il livello di maturità delle aziende e supportarle in quella che dovrebbe diventare un percorso di implementazione consapevole. Tra esplorazione e roadmap: la gdo non tiene il passo Va detto che “se Atene piange, Sparta non ride”: il dato trasversale più evidente che emerge dallo studio riguarda l’immaturità generale del sistema produttivo italiano sul fronte dell’AI: più di un’azienda su due (56%) si trova ancora in fase esplorativa, senza un piano strategico chiaro. Solo il 41% ha previsto un budget specifico per l’intelligenza artificiale, mentre appena il 25,8% del campione ha integrato l’Ai nel proprio piano industriale come priorità. Come detto, in questo scenario, la gdo si distingue in negativo per la scarsità di strategia e strutturazione: meno di un’azienda su quattro ha definito una roadmap per l’adozione dell’Ai, e il 78,6% resta in uno stato di semplice valutazione. In generale, dallo studio emerge come l’assenza di un modello organizzativo consolidato sia un altro fattore che frena l’adozione: il 47% delle aziende italiane, infatti, non ha ancora definito una governance precisa. Quando esiste, l’approccio prevalente è quello della costituzione di un team dedicato (49%), guidato solitamente dal Cio o Cto. Tuttavia, modelli più evoluti come quello “Hub & Spoke” –che prevede una governance centrale affiancata da centri di competenza distribuiti– sono ancora marginali (24%). In altri casi emerge un’organizzazione fluida e destrutturata, definita “anarchia funzionale” (14%), basata sulla sperimentazione libera nei singoli reparti. L'articolo La gdo insegue l’Ai: ma solo il 7% è davvero pronto è un contenuto originale di Mark Up.


Nella corsa all’intelligenza artificiale, la grande distribuzione organizzata e il retail italiani partono in svantaggio. Lo rileva la ricerca “Aimm: l’adozione dell’Ai nelle aziende italiane. I risultati della survey e dell’AI Maturity Model” condotta da NetConsulting cube, che fotografa una situazione di forte disallineamento rispetto ad altri comparti industriali.
Nel settore gdo&Retail l’adozione dell’Ai generativa è ancora agli albori: il 78,6% delle aziende si trova in una fase esplorativa, senza né avere una roadmap chiara né aver pianificato investimenti strutturati in merito. Solo il 7,1% dei rispondenti può essere considerato un “AI Pioneer”, ovvero un’impresa che ha già integrato l’intelligenza artificiale in modo organico nei propri processi operativi. Si tratta della percentuale più bassa fra tutti i comparti analizzati, inferiore anche a quella dell’Industria e dei Servizi&Trasporti.
Il quadro peggiora ulteriormente se si prende in considerazione l’Ai Maturity Index, l’indice sintetico che misura il livello complessivo di maturità delle aziende italiane rispetto all’adozione dell’AI. Anche in questo caso, la gdo è fanalino di coda, con un punteggio medio di 19,2 su 100, seguita solo dal settore Servizi&Trasporti (21,2). Sul fronte opposto, il comparto bancario guida la classifica con un punteggio di 57,1, seguito da Energy & Utilities (52,2) e Assicurazioni (47,4).
Una fotografia dell’adozione Ai in Italia
I dati fanno parte di una più ampia indagine condotta da NetConsulting cube in collaborazione con Engineering, Fastweb, ServiceNow e Tim. La ricerca si basa su un panel di 82 aziende italiane di grandi dimensioni –tutte con almeno 500 dipendenti e un fatturato superiore ai 500 milioni di euro– rappresentative dei principali settori economici: industria (34%), banche (7%), assicurazioni (9%), energia e utilities (14%) e telco & media (10%).
Il fulcro dell’analisi è l’Ai Maturity Model, uno strumento sviluppato da NetConsulting cube per misurare il grado di integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali. Il modello si basa su cinque macro-dimensioni: strategia e organizzazione, tecnologie dati e architettura, use case e business model, competenze e cultura, compliance e governance.
L’obiettivo della ricerca, nelle intenzioni di NetConsulting cube, è quello di offrire alle aziende uno strumento di autovalutazione e confronto per identificare punti di forza e debolezze nel percorso di adozione dell’Ai. Un modello che consenta, cioè, di valutare il livello di maturità delle aziende e supportarle in quella che dovrebbe diventare un percorso di implementazione consapevole.
Tra esplorazione e roadmap: la gdo non tiene il passo
Va detto che “se Atene piange, Sparta non ride”: il dato trasversale più evidente che emerge dallo studio riguarda l’immaturità generale del sistema produttivo italiano sul fronte dell’AI: più di un’azienda su due (56%) si trova ancora in fase esplorativa, senza un piano strategico chiaro. Solo il 41% ha previsto un budget specifico per l’intelligenza artificiale, mentre appena il 25,8% del campione ha integrato l’Ai nel proprio piano industriale come priorità.
Come detto, in questo scenario, la gdo si distingue in negativo per la scarsità di strategia e strutturazione: meno di un’azienda su quattro ha definito una roadmap per l’adozione dell’Ai, e il 78,6% resta in uno stato di semplice valutazione. In generale, dallo studio emerge come l’assenza di un modello organizzativo consolidato sia un altro fattore che frena l’adozione: il 47% delle aziende italiane, infatti, non ha ancora definito una governance precisa.
Quando esiste, l’approccio prevalente è quello della costituzione di un team dedicato (49%), guidato solitamente dal Cio o Cto. Tuttavia, modelli più evoluti come quello “Hub & Spoke” –che prevede una governance centrale affiancata da centri di competenza distribuiti– sono ancora marginali (24%). In altri casi emerge un’organizzazione fluida e destrutturata, definita “anarchia funzionale” (14%), basata sulla sperimentazione libera nei singoli reparti.
L'articolo La gdo insegue l’Ai: ma solo il 7% è davvero pronto è un contenuto originale di Mark Up.