La decisione di Giulio: “Lascio il sacerdozio e la Chiesa cattolica”
La lettera al vescovo. L’ex parroco di Bonassola era stato sospeso a divinis dall’autunno 2022. Sotto la lente della Diocesi per le sue posizioni su aborto ed eutanasia

La Spezia, 23 aprile 2025 - Sfila il collarino ecclesiastico dalla camicia mentre legge le ultime righe della lettera inviata il giorno di Pasqua al vescovo della Diocesi spezzina. Così Giulio Mignani, l’ex parroco di Bonassola sospeso a divinis dall’ottobre 2022 per le sue esternazioni e le ’battaglie’ in materia di aborto, eutanasia e coppie arcobaleno, dice basta, annunciando la decisione di “abbandonare non solo il sacerdozio ministeriale ma anche la mia stessa appartenenza alla Chiesa”, tanto da allegare alla missiva inviata alla Diocesi una richiesta per “non essere più annoverato fra i battezzati”.
Un decisione netta, annunciata ieri in un video social diventato subito virale, e che l’ormai ex parroco avrebbe maturato nel corso della Quaresima, dopo l’ultimo incontro col vescovo Luigi Ernesto Palletti avvenuto lo scorso 7 marzo.
“In questo periodo, oltre a riscontrare, anche personalmente, l’inesistenza di una Chiesa ’madre’ che si interessa della vita dei suoi membri e di una Chiesa ’famiglia’ aperta all’ascolto e al confronto fraterno, ho avuto modo di approfondire non solo i temi che hanno motivato la mia sospensione ma anche altri aspetti importanti che fanno parte della dottrina della Chiesa cattolica. L’esito di questa mia ulteriore, prolungata e approfondita riflessione, mi ha condotto a sentirmi a disagio e sempre più lontano rispetto alla maggior parte delle dottrine che vengono proposte dalla Chiesa”, dice Mignani nella sua missiva, evidenziando come il lungo periodo di “vuoto ecclesiale” di questi ultimi anni “mi ha finalmente consentito un’analisi più libera, uno sguardo intellettualmente e umanamente più onesto e oggettivo sulla realtà della Chiesa e sulle reali possibilità di sentirmi ancora coinvolto in tale contesto”.
Mignani in questo periodo di sospensione non ha mai smesso di sostenere quelle ’battaglie’ che da sempre ritiene giuste, partecipando a numerose manifestazioni.
“La fonte del mio disagio non è solo il modo con il quale la Chiesa cattolica affronta i temi legati alla teologia morale, quali i diritti della comunità lgbtqia+, l’eutanasia o l’aborto. Mi è in realtà di ostacolo tutto il sistema dottrinale, elaborato in tempi ormai lontani e mai seriamente rivisitato in chiave critica, alla luce dei saperi, della sensibilità e delle reali domande della contemporaneità”, scrive l’ex parroco, riferendosi “non soltanto ai dogmi che classicamente risultano maggiormente controversi, come quelli relativi all’Immacolata Concezione, alla Verginità di Maria, al dogma dell’infallibilità papale” ma anche ai “dogmi relativi al peccato originale, alla divinità di Gesù.
Dogmi dai quali è scaturita la messa a punto, da parte della Chiesa di un altro ’sistema’, quello sacramentale: la via che, a partire dal battesimo, consentirebbe di accedere all’economia di salvezza, dispensata e gestita, in via esclusiva, dalla Chiesa stessa”. L’ex parroco parla anche di “assurda e pericolosa convinzione della Chiesa cattolica di possedere un rapporto privilegiato con la verità, di essere l’unica ’vera’ religione. Le dottrine che ritengo non credibili sarebbero molto più numerose e comprenderebbero anche temi quali il modo di considerare la Bibbia o il ruolo delle donne all’interno della Chiesa cattolica”.
Chiesa la cui “struttura ideologica e gerarchica” per Mignani renderebbe “assolutamente impossibile realizzare quei cambiamenti che sarebbero necessari e che io avrei desiderato e auspicato”.
Da qui, la decisione dell’ex prete, che afferma di aver “realizzato con maggiore chiarezza come io non sia affatto disposto a far tacere in me le esigenze della logica, della sana ragione, di un sentire compiutamente ’umano’ e orientato alla com-passione; un sentire che risponda prima di tutto alla mia coscienza libera e non al dettato di un’autorità che mi chiede un’obbedienza acritica”.
“Non riesco più a far parte di una Chiesa e di una religione che si crede l’unica detentrice e distributrice di verità e di salvezza, e che propone una dottrina che mi appare fredda, finalizzata alla conservazione del potere, costruzione ’troppo umana’ e nello stesso tempo così poco attenta all’umano, sostanzialmente non credibile. Non riesco più a trovare Dio in ciò che essa mi propone. Preferisco pertanto compiere un diverso viaggio interiore, una diversa ricerca spirituale. Rimango certamente un credente. Una persona che nutre la propria spiritualità credendo nel divino, pur comprendendo l’impossibilità di definirlo”.