Hamilton, crisi Ferrari spiegata: Lewis allergico ai cavalli
Quando Hamilton ha annunciato il suo passaggio alla Ferrari, l’intero mondo della F1 si è acceso di entusiasmo. Il sette volte campione, l’uomo dei record, il pilota che ha riscritto la storia della massima categoria, pronto a indossare il rosso e inseguire il sogno iridato con il Cavallino Rampante. I tifosi si aspettavano fuochi d’artificio, […]

Quando Hamilton ha annunciato il suo passaggio alla Ferrari, l’intero mondo della F1 si è acceso di entusiasmo. Il sette volte campione, l’uomo dei record, il pilota che ha riscritto la storia della massima categoria, pronto a indossare il rosso e inseguire il sogno iridato con il Cavallino Rampante. I tifosi si aspettavano fuochi d’artificio, magie in pista, duelli con Verstappen e, perché no, una rivalità interna con Leclerc degna dei tempi di Prost-Senna.
E invece… niente. Il primo scorcio del mondiale 2025 ci ha consegnato un Hamilton opaco, spesso in difficoltà e costantemente alle spalle del compagno di squadra. La macchina è la stessa, certo, ma l’approccio sembra completamente diverso. Mentre Leclerc pare interpretare la SF-25 con disinvoltura, Lewis fatica, lamenta troppo sottosterzo, scarso feeling e incapacità di gestire le gomme. I classici sintomi di una monoposto ostica, che non sa gestire come Charles.
Tecnica o psicologia?
A Maranello hanno subito iniziato a interrogarsi: è un problema di adattamento? Di stile di guida? Di comunicazione con gli ingegneri? Qualcuno ha perfino parlato di una difficoltà con il simulatore. C’è chi ipotizza che Lewis, abituato a una Mercedes “docile” negli anni d’oro, non riesca a cambiare approccio, e chi invece sottolinea che la SF-25, per rendere al massimo, va guidata “alla Leclerc”, cioè con precisione chirurgica e tanta sensibilità meccanica in ingresso curva.
Le analisi si sprecano: differenze nella gestione del sistema frenante, attivazione degli pneumatici, incapacità di usare al meglio il freno motore. C’è anche chi tira in ballo la vita privata, lo stress, la pressione di dover vincere a tutti i costi nella squadra più iconica del motorsport. Eppure, niente convince sino in fondo. Non si spiegano, con gli strumenti tecnici in mano, prestazioni così scialbe. C’è qualcosa che sfugge. Un dettaglio, un retroscena, un mistero.
Un dettaglio… rivelatore
La svolta arriva da un’osservazione marginale, passata quasi inosservata in un video pubblicato dal Time durante uno shooting fotografico con il pilota britannico. Lì, Hamilton confessa candidamente un fatto che, apparentemente, non avrebbe nulla a che fare con le sue prestazioni in pista: è allergico ai cavalli. Ma non un po’ allergico. No, no. Fortemente allergico…
Tanto da rendere difficile anche un servizio fotografico se c’è un cavallo nei paraggi. A quel punto, il puzzle si ricompone da solo. Il simbolo della Ferrari? Un Cavallino Rampante, nero come quello del servizio per il Time. Il cuore pulsante del team, presente ovunque: sulle tute, sui caschi, sulle pareti della factory, perfino sui portachiavi dello staff. Il cavallo è letteralmente ovunque.
In assoluta esclusiva possiamo raccontarvi il retroscena nascosto del suo primo giorno a Maranello, quello che non si è visto nei video rilasciati dal team, durante l’insediamento del super talento di Stevenage. Immaginate la scena: il campione si avvicina alla macchina, e… starnuto. Un altro starnuto. E poi un altro ancora.
Non è il suo feeling con la SF-25 a creare il caos, ma il simbolo stesso della squadra! Il Cavallino Rampante, che non fa altro che ricordargli che, al contrario di quanto accadeva con la Mercedes, in Ferrari non si parla solo di velocità ma pure di… allergie! Ed è così che si deve imbottire di antistaminici ogni volta che si avvicina alla fabbrica. Idem per quanto concerne il fine settimana di gara.
Quando il Cavallino diventa un nemico
Chi avrebbe mai pensato che il vero avversario di Hamilton fosse un semplice simbolo? Ogni volta che Hamilton si avvicina alla vettura, il suo sistema immunitario si mette in allerta. L’emblema della potenza e della velocità diventa una “trappola insormontabile per il sette volte campione del mondo. Un semplice “Cavallino Rampante”, e tutto va in crisi in men che non si dica…
Fiato corto, occhi arrossati e prestazioni in pista che ne risentono. Il paddock, con la sua ironia ha già iniziato a scherzarci su. Pare che in attesa del Gran Premio di Miami, che si disputerà tra circa una decina di giorni, qualcuno dello staff della Mercedes abbia fatto recapitare a Maranello un peluche, a forma di cavallo, con tanto di biglietto dedicato al Re Nero: “Per Lewis, in caso di crisi…”
Christian Horner, interpellato in merito, ha risposto con un sorrisino: “Non ci avevamo pensato, ma in effetti ora tutto torna. Ora si spiegano le dichiarazioni di Lewis quasi scioccanti dello scorso fine settimana, dove sosteneva che al momento non ci sono soluzioni, e che con ogni probabilità che sarà così per il resto della stagione…”
PS: ogni tanto scherzare su sui problemi fa bene all’anima
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