Il Milan stende l’Inter e conquista la finale di Coppa Italia. Juve più lontana dalla Champions e Lazio più vicina
Il Milan stravince il derby con l'Inter (3-0) e conquista la finale di Coppa Italia, dove sfiderà, a meno di clamorosi colpi di scena, il Bologna. Parma-Juventus: i bianconeri cadono al Tardini e si complicano la vita in chiave Champions L'articolo Il Milan stende l’Inter e conquista la finale di Coppa Italia. Juve più lontana dalla Champions e Lazio più vicina proviene da FIRSTonline.


Addio sogno triplete. Il Milan stravince il derby (3-0) e conquista la finale di Coppa Italia, dove sfiderà, a meno di clamorosi colpi di scena, il Bologna di Italiano. L’Inter invece deve abbandonare l’idea di vincere tutto, ma questo, forse, è il problema minore: la stanchezza, già emersa a Bologna, rischia di costare cara in vista dei prossimi impegni contro Roma e Barcellona, decisamente più importanti per il proseguo della stagione. Ma il mercoledì calcistico non ha vissuto di sola Coppa Italia: in programma, infatti, c’erano i recuperi del lunedì di Pasquetta e anche qui non sono mancate le sorprese. La Juventus è caduta a Parma (1-0), rimettendo in discussione la corsa al quarto posto, ora occupato dal Bologna. In piena corsa, invece, sono tornate la Lazio vittoriosa a Genova (0-2) e la Fiorentina corsara a Cagliari (1-2), tutte appaiate in soli 4 punti.
Inter – Milan 0-3: Jovic (doppietta) e Reijnders portano il Diavolo in finale di Coppa Italia
Il Milan si conferma padrone dei derby, chiudendo con uno score di tre vittorie, due pareggi e nessuna sconfitta in cinque sfide stagionali. L’ultimo vale la finale di Coppa Italia, oltre che la certezza di aver spento i sogni-triplete dell’Inter, alle prese con le inevitabili fatiche di un tour de force senza precedenti. Non a caso Simone Inzaghi ha rivoluzionato l’undici titolare con ben sei cambi rispetto alla sfida contro il Bologna, pensando già alle prossime battaglie. In attacco ha schierato Taremi accanto a Lautaro, mentre Asllani ha preso il posto di Calhanoglu in cabina di regia. Bastoni e Mkhitaryan, squalificati in campionato, hanno fatto gli straordinari.
Dall’altra parte, Conceiçao ha confermato in blocco la formazione che aveva perso con l’Atalanta ma che era uscita vittoriosa da Udine, mantenendo il suo 3-4-3 con Jovic ancora preferito ad Abraham e Gimenez. E proprio il serbo non ha tradito la fiducia del tecnico portoghese, gelando l’Inter slla prima vera occasione e portando avanti il Milan (36’). Prima era stato dominio nerazzurro. Al 10’, Darmian ha sfiorato il vantaggio con un destro a incrociare, poi al 22’ è stato Dimarco a scuotere la traversa con una botta mancina. Al 33’, Lautaro ha sprecato una palla d’oro dopo una bellissima combinazione con De Vrij e Taremi, che gli aveva servito un cioccolatino solo da scartare. E come spesso accade, al gol mangiato è seguito quello subito.
La prima frazione si è conclusa così con i rossoneri avanti, tra gli attacchi insistenti degli uomini di Inzaghi e la solidità difensiva milanista. Nessun cambio all’intervallo, ma il Milan ha colpito ancora al 50’: sugli sviluppi di un corner da destra, Jovic è sbucato nella mischia e ha battuto Martinez per la sua personale doppietta. Proteste vibranti dell’Inter per un presunto fallo di Leao su Barella, ma Doveri ha lasciato correre e il 2-0 è rimasto. Inzaghi ha reagito immediatamente, rivoluzionando la squadra con quattro cambi: dentro Zalewski, Frattesi, Calhanoglu e Arnautovic per Dimarco, Barella, Asllani e Taremi. I nerazzurri hanno provato a rientrare in partita e al 68’ sono andati vicinissimi al gol con De Vrij, ma Maignan ha compiuto un miracolo respingendo il colpo di testa.
L’Inter ha aumentato la pressione, con Correa inserito al posto di Darmian per un finale a trazione anteriore, ma il Milan è rimasto compatto, respingendo ogni assalto e mantenendo il controllo. All’85’ è arrivato il colpo del ko definitivo con Reijnders, che ha calato il tris dopo una lunga azione manovrata dei rossoneri e messo la parola fine alla contesa. L’Inter vede così sfumare il sogno triplete, mentre il Milan festeggia una vittoria pesantissima, dando un senso alla sua stagione.
Conceiçao: “Non abbiamo ancora vinto nulla! Jovic? Sta lavorando benissimo”
“Non abbiamo ancora vinto nulla, c’è una finale da giocare e soprattutto ci sono le ultime giornate di campionato da fare al meglio per cambiare il volto di questo Milan, visto che abbiamo molto più qualità di quella che abbiamo mostrato sinora – il pensiero di Conceiçao -. Le sensazioni arrivano direttamente dalla settimana, dagli allenamenti, motivo per cui credo che questo atteggiamento e quest’ambizione sia frutto di quel lavoro”.
“All’inizio abbiamo sofferto un po’, sbagliando qualcosa nelle ripartenze, ma poi è arrivato il gol. Nell’intervallo abbiamo sistemato alcune cose e fatto un ottimo secondo tempo. Jovic? Sta lavorando benissimo e dando il massimo, ha anche perso un po’ di chili e ci sta portando quello che ci serve in partita. Avevamo bisogno del suo supporto perché può lasciarci spazio sui corridoi centrali, ma gli altri attaccanti non devono pensare che non abbia fiducia in loro, perché io decido chi far giocare in base alle caratteristiche dell’avversario. Il mio futuro? L’importante è vincere con il Venezia e giocare la finale a Roma. Non abbiamo ancora vinto nulla, i giocatori sono sempre gli stessi, motivo per cui non è che tutto va benissimo ora o malissimo prima. Qui va solo trovato equilibrio, sia tattico che emozionale”.
Inzaghi: “La stanchezza c’è, ma niente alibi. Ora ci attende il mese più faticoso”
“Il rammarico è soprattutto per quanto fatto nel primo tempo, avremmo meritato qualcosa in più, ma non siamo stati bravi a sfruttare le nostre occasioni, mentre loro alla prima chance hanno segnato un bellissimo gol, anche se dovevamo essere più attenti – l’analisi di Inzaghi -. Poi, a inizio ripresa, abbiamo preso subito il raddoppio, non siamo stati neanche fortunatissimi, bravo Maignan sul colpo di testa di de Vrij che avrebbe riaperto la gara. Comunque abbiamo fatto meno che nella prima frazione di gioco e siamo mancati nei momenti fatali del match, sia nella nostra area che nella loro. Bisogna dare meriti anche al Milan, in tutti e cinque i derby stagionali ci ha sempre messo in difficoltà e dovevamo fare tutti qualcosa di più, io per primo”.
“Hanno meritato la finale, serviva qualcosa in più da parte nostra. La stanchezza c’è, mentale e fisica, inutile negarlo, ma non deve essere un alibi. Abbiamo avuto un calendario più fitto di altre ma non deve essere un alibi, abbiamo deciso noi questo percorso che ci sta dando tante gioie e qualche delusione, come quella, grande, di questa sera. Non siamo abituati a due sconfitte di fila, le analizzeremo bene. Ci attende l’ultimo mese, quello più impegnativo, da affrontare con fiducia e con l’aiuto dei tifosi e della società”.
Parma – Juventus 1-0: i bianconeri cadono al Tardini e si complicano la vita in chiave Champions
Dopo un mese di segnali incoraggianti, l’effetto Tudor rallenta la sua corsa. La Juventus è inciampata al Tardini, sconfitta 1-0 da un Parma compatto e affamato. Serata opaca per i bianconeri, mai davvero pericolosi e troppo prevedibili. A condannarli ci ha pensato un colpo di testa vincente di Pellegrino nel finale del primo tempo, proprio sotto gli occhi di Hernan Crespo, spettatore d’eccezione in tribuna accanto a Lilian Thuram e Fabio Cannavaro. Per Tudor si tratta del primo vero stop sulla panchina bianconera e lo scivolone è di quelli pesanti, non solo per la prestazione sottotono, ma anche per le conseguenze nella corsa Champions: la Juve chiude al quinto posto a meno 1 dal Bologna, peraltro agganciata dalla Lazio vittoriosa a Genova.
A peggiorare ulteriormente il bilancio ci ha pensato l’infortunio muscolare di Vlahovic, costretto al cambio nell’intervallo. Per il Parma, invece, è arrivata una vittoria dal sapore speciale. Dopo cinque pareggi consecutivi, gli uomini di Chivu hanno ritrovato i tre punti e si sono rilanciati nella lotta salvezza, portandosi a +6 sul Venezia terzultimo. Protagonista assoluto il giovane Pellegrino, acclamato da tutto il Tardini al momento della sostituzione. Chivu ha scelto la coppia Bonny-Pellegrino in attacco, mentre Tudor ha puntato su Nico Gonzalez e Kolo Muani a supporto di Vlahovic.
La Juve ha iniziato con un guizzo di Locatelli, ma è stato solo un fuoco di paglia. Il possesso bianconero si è rivelato lento, prevedibile, spesso basato su iniziative individuali. Il Parma, anche dopo le uscite forzate per infortunio di Bernabé e Vogliacco (sostituiti da Estevez e Hainaut), ha mantenuto ordine e ha saputo ripartire con lucidità. Ottima la prova del giovane Leoni, classe 2006, già finito sotto i radar bianconeri. Le occasioni migliori le hanno create proprio gli emiliani: prima una deviazione di tacco di Bonny su corner, poi una ripartenza sprecata da Pellegrino.
Ma è stato proprio l’argentino a rompere l’equilibrio nei minuti di recupero del primo tempo, svettando su Kelly dopo un cross perfetto di Valeri. Per la Juve è stato il decimo gol subito di testa in questo campionato. L’infortunio di Vlahovic ha costretto Tudor a rivedere tutto: dentro Conceiçao, che si è sistemato con Nico Gonzalez alle spalle di Kolo Muani. Poi è toccato a Yildiz provare a dare la scossa, ma senza fortuna. La Juve ci ha provato con il cuore, ma non è bastato. Nel finale Tudor ha tentato il tutto per tutto con tre cambi contemporanei (Douglas Luiz, Weah e Costa), ma il fortino del Parma ha retto senza troppi affanni. Solo un tiro da fuori di Conceiçao ha costretto Suzuki a sporcarsi i guanti. Una serata da dimenticare per la Juventus, da incorniciare, invece, per il Parma, che ha ritrovato compattezza, entusiasmo e tre punti d’oro.
Tudor: “Ci è mancato un po’ tutto, non si può prendere un gol così”
“Non è mancato solo il ritmo, ma un po’ di tutto – il commento sconsolato di Tudor -. Nel primo tempo il Parma ha fatto un po’ meglio dal punto di vista dell’agonismo, ma non si può prendere gol su un cross da 40 metri, e invece l’abbiamo preso. Nella ripresa abbiamo spinto tanto ma senza essere pericolosi. Nonostante la delusione andiamo avanti, mancano 5 giornate e ci sono tanti punti in palio. Il rinvio del match ha creato qualche problema, ma non è una scusa. Il Parma sta andando forte, buttano avanti la palla e mettono agonismo e così han fatto gol”.
“Nella ripresa avremmo anche meritato il pareggio, ma non siamo stati decisi. Non posso dire che il Parma ha fatto di più, però è arrivata una sconfitta e va accettata. Si poteva fare di più ovviamente, la palla negli ultimi metri va messa in porta, se non lo si fa poi rischi di perdere: ci manca la cattiveria di andare in area, anche negli angoli. Serve un piglio diverso ed è lì che dobbiamo crescere perché l’ho detto ai ragazzi, non si vince con gli schemi e le combinazioni. Servono, ma la necessità è di qualcosa d’altro. Se non la metti dentro, puoi stare lì anche otto ore…”.
Genoa – Lazio 0-2: i biancocelesti si rialzano e tornano in corsa per il quarto posto
Mercoledì di festa per la Lazio, che rilancia con decisione la sua candidatura per un posto in Champions League. Grazie al 2-0 rifilato al Genoa al Marassi, i biancocelesti hanno agguantato la Juventus al quinto posto, a una sola lunghezza dal Bologna. La squadra di Baroni ha iniziato con grande intensità, ma la prima vera occasione l’ha avuta il Genoa con Pinamonti, il cui diagonale velenoso è stato neutralizzato da un reattivo Mandas.
Il duello tra i due si è ripetuto al 13’, con l’attaccante del Grifone che ha sciupato un’occasione clamorosa in un due contro uno, mentre il portiere laziale si è superato ancora. Poi, al 22’, la svolta: lancio in verticale per Zaccagni e spallata irregolare di Otoa, che si è preso il cartellino rosso al debutto. In superiorità numerica, la Lazio ha impiegato undici minuti per colpire. Al 32’ Pellegrini ha pennellato un cross in area e Castellanos, in semi-rovesciata, ha piazzato un destro spettacolare che ha fatto esplodere la panchina biancoceleste.
Con il vantaggio acquisito, la Lazio ha continuato a spingere: Castellanos, Dia e Guendouzi hanno sfiorato il raddoppio più volte, senza però riuscire a concretizzare. Nel frattempo, Lazzari è stato costretto a uscire per infortunio prima del riposo. Nella ripresa, la Lazio ha chiuso i conti: Rovella ha pescato alla perfezione Dia con un filtrante, e l’attaccante ha allungato la gamba quanto bastava per battere Martinez e firmare il 2-0. Il Genoa ha provato a rientrare in partita, ma ci ha pensato Belahyane a complicare tutto, rimediando un rosso diretto per un brutto intervento su Thorsby.
Ma i rossoblù non sono più riusciti a riaprire la gara, mentre la Lazio ha gestito senza affanni e messo in cassaforte tre punti d’oro. Ora i biancocelesti sognano in grande: la Champions è lì, a un solo punto di distanza.
Baroni: “Complimenti ai ragazzi, lotteremo per l’Europa fino alla fine”
“La testa deve esser messa gara dopo gara, lotteremo fino alla fine per riconquistarci questo posto in Europa – ha sottolineato Baroni -. L’amarezza per l’eliminazione in Europa League c’è, però c’è anche la consapevolezza di aver fatto un grande torneo e una grandissima partita di spessore, sotto tutti gli aspetti. Deve essere comunque un punto di partenza, da oggi dobbiamo giocarci tutte le partite per rimanere in Europa, perché la squadra ha dimostrato di meritarselo facendo un percorso bellissimo. Siamo contenti, Castellanos ha fatto un grandissimo gol, sono contento per lui e per Dia che si è mosso molto bene, ma tutta la squadra ha fatto la partita che volevamo, in uno stadio difficile e contro una squadra che gioca con grande ritmo. Complimenti ai ragazzi”.