La bufala di Elon Musk che salva la piccola Lily Thompson
La storia della piccola Lily Thompson non trova conferme e la foto con Elon Musk risulta essere un deepfake L'articolo La bufala di Elon Musk che salva la piccola Lily Thompson proviene da Open.

Tra il serio e il faceto continua la tendenza di condividere meme su Elon Musk che fa cose da santo laico, che aiuta i poveri. Lo si fa generalmente ricorrendo a immagini generate con AI. Vere e proprie deepfake. Memorabile la storia del magnate che aiuta una dipendente di Starbucks. Stavolta trattiamo il caso di Musk che paga le cure mediche a Lily Thompson, una fantomatica bimba di sette anni che starebbe lottando contro una grave malattia neurologica. Troviamo alcuni esempi nelle condivisioni Facebook, qui e qui.
Per chi ha fretta:
- Circola una foto correlata alla storia di Lily Thompson, bimba affetta da una rara malattia neurologica che Elon Musk avrebbe salvato sostenendo le cure.
- Non esistono conferme di una bambina con quel nome affetta da una rara malattia.
- L’immagine in oggetto si è rivelata essere un deepfake.
Analisi
Ecco il testo che accompagna la bufala:
Quando Elon Musk ha sentito parlare di Lily Thompson, una bambina di 7 anni che stava lottando contro una rara malattia neurologica che la rendeva incapace di camminare, parlare o persino respirare senza assistenza. Stava affrontando costi astronomici e una speranza sempre più debole, la famiglia di Lily ha ricevuto un’inaspettata ancora di salvezza quando Musk si è impegnato personalmente a coprire ogni centesimo delle sue cure, incluso un intervento chirurgico pionieristico che avrebbe potuto restituirle la possibilità di un’infanzia normale.
La condizione di Lily, una malattia cerebrale degenerativa diagnosticata all’età di 3 anni, aveva sfidato i trattamenti convenzionali, lasciando i suoi genitori disperati mentre le spese mediche superavano i 2 milioni di dollari. Entra in scena Elon Musk, che, dopo aver letto della sua difficile situazione in un articolo di cronaca locale, ha ordinato alla sua Musk Foundation di intervenire. Non solo ha pagato i debiti della famiglia, ma ha anche finanziato una procedura sperimentale presso un importante ospedale della California, impiantando un chip Neuralink per riparare le connessioni neurali danneggiate. “Nessun bambino dovrebbe soffrire quando abbiamo gli strumenti per aiutare”, avrebbe detto Musk ai dottori, insistendo per accelerare lo sforzo per dare a Lily una possibilità di combattere.
Quindi prima di rigare la Tesla di una persona a caso, o di dare fuoco a una concessionaria Tesla, o di parlare male del grande Elon Musk, ti chiedo, che diavolo hai fatto per Lily?

Lily Thompson
L’unica parte corretta della narrazione è quella in cui si invita la gente a non «rigare la Tesla di una persona a caso, o di dare fuoco a una concessionaria Tesla», mentre si suggerisce di aiutare le persone che hanno bisogno di cure costose. Anzi, facciamo nostro il messaggio. Solo che farlo producendo una bufala potrebbe essere controproducente, perché allontana gli utenti dalle autentiche iniziative benefiche diffuse nei Social network.
A svelare per la pirima volta che la storia di Lily Thompson fosse una bufala fabbricata mediante deepfake, sono stati i colleghi Shayan Sardarizadeh (BBC) e Alan Duke (Lead Stories).
«Potreste aver visto post virali come questo su Elon Musk che ha salvato la vita di una bambina di sette anni tramite un dispositivo Neuralink impiantato nel suo cervello – spiega Sardarizadeh -. L’immagine nel post è generata dall’intelligenza artificiale e non ci sono prove che questa storia sia mai accaduta. È pura finzione per l’impegno online».
Come riporta Duke nel suo articolo, «non ci sono “notizie locali” di una bambina con quel nome “che lotta contro una rara malattia neurologica”», inoltre analizzando la foto in oggetto con uno strumento in grado di stimare se è stata prodotta con AI, è stato possibile accertare che si tratta di una immagine alterata col 91,7% di contenuto generato come deepfake:

Conclusioni
La storia di Lily Thompson non è confermata al momento nelle fonti “ufficiali”. L’immagine con Musk risulta invece prodotta con AI, ed è da considerarsi un deepfake.
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