La Bce taglia i tassi Lagarde: l’incertezza peserà sulla crescita
La decisione. Con la riduzione dello 0,25% il tasso di riferimento sui depositi è stato portato al 2,25%. Le «tensioni e turbative commerciali» indeboliranno l’economia ma il processo disinflazionistico «è ben avviato» La Bce ha ridotto ieri i tre tassi di riferimento dello 0,25%, portando al 2,25% il tasso sui depositi che è quello mediante […] L'articolo La Bce taglia i tassi Lagarde: l’incertezza peserà sulla crescita proviene da Iusletter.

La decisione. Con la riduzione dello 0,25% il tasso di riferimento sui depositi è stato portato al 2,25%. Le «tensioni e turbative commerciali» indeboliranno l’economia ma il processo disinflazionistico «è ben avviato»
La Bce ha ridotto ieri i tre tassi di riferimento dello 0,25%, portando al 2,25% il tasso sui depositi che è quello mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria. La decisione era attesa e scontata dai mercati, che hanno chiuso la giornata poco mossi.
L’ultimo taglio dei tassi della Bce, il settimo dallo scorso giugno, non ha lanciato un segnale di debolezza, non è arrivato come un intervento in soccorso ai mercati e all’economia, non è stato dettato dall’emergenza. È stato bensì una dimostrazione di forza: «L’eccezionale incertezza», «le tensioni e le turbative commerciali» su scala mondiale indeboliranno la crescita nell’area dell’euro, ha ammonito la presidente Christine Lagarde, ma al tempo stesso il processo disinflazionistico è «ben avviato» verso il ritorno durevole dell’inflazione all’obiettivo del 2%. Il prezzo dell’energia in euro è sceso in maniera considerevole: -18% il prezzo del petrolio e -35% il prezzo del gas rispetto alle ultime previsioni macroeconomiche della Bce pubblicate in marzo (chiuse il 6 febbraio). L’inflazione complessiva e di fondo sono diminuite in marzo, è scesa in maniera marcata anche l’inflazione dei servizi.
Lagarde ha rimarcato che «l’economia dell’area dell’euro ha acquisito una certa capacità di tenuta a fronte degli shock mondiali», è dunque resiliente e «la disoccupazione è scesa al 6,1% a febbraio, il livello più basso dall’introduzione dell’euro». Un primato che pesa di questi tempi.
Un altro punto di forza è rappresentato dall’apprezzamento dell’euro: da un lato la Bce riconosce che «l’apprezzamento dell’euro potrebbe esercitare ulteriori pressioni al ribasso sull’inflazione» e anche frenare le esportazioni, ma dall’altro lato ha sottolineato come l’euro si sia rafforzato nelle ultime settimane «poiché la fiducia degli investitori ha rivelato maggiore tenuta nei confronti dell’area dell’euro rispetto ad altre economie». Dall’ultimo Consiglio direttivo di marzo, l’euro si è apprezzato del 5% sul dollaro Usa e del 3,5% su tutte le altre valute: l’area dell’euro sta attraendo i capitali in fuga dagli Stati Uniti, l’euro si vuole proporre come un porto sicuro: e questa fiducia nell’euro era impensabile ai tempi della crisi del debito sovrano europeo. L’Europa ora sta reagendo bene allo shock dei dazi e della guerra commerciale, ha lanciato tre grandi progetti che sono stati citati dalla Bce ieri: la Bussola per la competitività, l’Unione dei risparmi e degli investimenti e l’euro digitale.
Lagarde ci ha tenuto a puntualizzare che «nell’attuale contesto geopolitico è ancora più urgente che le politiche strutturali e di bilancio (ndr. i tre progetti) accrescano la produttività, la competitività e la capacità di tenuta dell’economia dell’area dell’euro». La Ue è dunque sulla giusta strada, deve solo accelerare il passo.
Un altro segnale di sicurezza, di fiducia in se stessa, la Bce lo ha dimostrato ieri togliendo il riferimento alla «politica monetaria divenuta meno restrittiva» nella nuova decisione sui tassi. Come ha spiegato Lagarde, rispondendo a una domanda dei giornalisti, «il concetto del tasso neutrale è un concetto che funziona in un mondo senza shock e sicuramente ora non lo siamo». Neutrale, restrittiva, accomodante, sono termini e paletti di politica monetaria non hanno senso ora, non hanno alcun significato in un contesto di incertezza eccezionale come quello attuale: quel che conta è «determinare una posizione di politica monetaria appropriata per portarci a destinazione».
L’ultima seduta della settimana (ridotta per le vacanze pasquali) si è chiusa con un lieve calo dello 0,24% per Piazza Affari. Sul valutario le divise si sono mosse poco: l’euro è passato di mano a 1,13444 dollari (a 1,1362 il giorno precedente). L’oro ha ceduto lo 0,47% portandosi a 3.327,35 dollari. In leggero calo lo spread tra BTp e Bund: si è attestato ieri a 118 punti base, contro i 119 punti della chiusura precedente. Stabile il rendimento del BTp decennale al 3,69 per cento.
L'articolo La Bce taglia i tassi Lagarde: l’incertezza peserà sulla crescita proviene da Iusletter.