I commercialisti: spazio ai bilanci volontari di sostenibilità

È in vigore la direttiva 2025/794 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 aprile 2025, che modifica il calendario degli obblighi dettati dalle direttive sui rendiconti di sostenibilità (2022/2464) e sul dovere di diligenza (2024/1760). In particolare, è stato fissato un rinvio di due anni per le società che sarebbero state obbligate alla rendicontazione […] L'articolo I commercialisti: spazio ai bilanci volontari di sostenibilità proviene da Iusletter.

Apr 18, 2025 - 09:28
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I commercialisti: spazio ai bilanci volontari di sostenibilità

È in vigore la direttiva 2025/794 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 aprile 2025, che modifica il calendario degli obblighi dettati dalle direttive sui rendiconti di sostenibilità (2022/2464) e sul dovere di diligenza (2024/1760). In particolare, è stato fissato un rinvio di due anni per le società che sarebbero state obbligate alla rendicontazione di sostenibilità dal 1° gennaio 2025 e dal 1° gennaio 2026. La Commissione, infatti, pensa a un processo di semplificazione degli adempimenti e a limitare anche la platea di imprese vincolate alla rendicontazione.

Per quanto riguarda il dovere di diligenza è concesso un anno in più, così da dare alle aziende più tempo per prepararsi. La direttiva con il nuovo calendario – prima parte del pacchetto elaborato dalla Commissione Ue per rendere meno pesanti gli obblighi sulla sostenibilità – è stata pubblicata sulla «Gazzetta» europea il 16 aprile.

A questo punto sono vincolate alla rendicontazione Esg le grandi imprese che costituiscono enti di interesse pubblico con una media di oltre 500 dipendenti occupati durante l’esercizio e gli enti di interesse pubblico che costituiscono imprese madri di un grande gruppo con una media, su base consolidata, alla data di chiusura del bilancio, di oltre 500 dipendenti occupati durante l’esercizio.

In attesa di comprendere quale semplificazione verrà delineata dalla Commissione Ue, gli operatori cercano di fare i conti con gli sviluppi del report di sostenibilità.

Tra gli effetti indiretti delle semplificazioni proposte dalla Commissione nel pacchetto Omnibus del 26 febbraio potrebbe emergere una più ampia diffusione della rendicontazione volontaria, con un conseguente maggiore coinvolgimento del commercialista. Ne è convinto il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti in un documento, diffuso mercoledì, intitolato «ESRS VSME. Rendicontazione di sostenibilità volontaria per Pmi e microimprese».

Lo standard ESRS VSME, pubblicato il 17 dicembre 2024 dall’Efrag e ora all’esame della Commissione europea, nasce con l’obiettivo di offrire uno strumento di rendicontazione più accessibile e proporzionato alla struttura operativa e organizzativa delle Pmi. Lo standard propone un set minimo di informazioni rilevanti, corredato da un modello di reporting utilizzabile anche da realtà prive di strutture interne dedicate.

Secondo il Consiglio nazionale, molte Pmi – anche in assenza di obblighi normativi – saranno presto chiamate a fornire informazioni di sostenibilità a clienti corporate, filiere industriali, istituti finanziari o investitori. Lo standard include infatti le informative richieste dalle banche in applicazione del regolamento europeo sulla finanza sostenibile e delle Linee guida dell’Autorità bancaria europea (Eba).

L’introduzione dell’ESRS VSME rappresenta al contempo una sfida e un’opportunità per la professione contabile. Come evidenziato nell’Informativa, l’allargamento della platea di imprese interessate alla rendicontazione volontaria comporterà un coinvolgimento sempre più attivo del commercialista, chiamato a supportare le aziende nell’interpretazione dei nuovi standard, nella raccolta dei dati, nella redazione dei report e nel dialogo con gli stakeholder.

Ieri, sempre il Consiglio nazionale ha pubblicato un documento su «Sostenibilità, governance e finanza dell’impresa: impatto degli ESG con particolare riferimento alle Pmi. Evoluzione degli scenari. Business continuity, nuove opportunità, creazione di valore: oltre la compliance», con il quale si aggiorna il documento del marzo 2024, rivedendolo anche alla luce delle proposte dell’Omnibus simplification package on sustainability.

Il documento – curato dalla Commissione di studio “Governance e Finanza” del Consiglio nazionale – muove dalla considerazione della centralità della sostenibilità nel consolidamento della continuità aziendale e nella valutazione dell’impresa.

Il presidente del Cndcec, Elbano de Nuccio, e il consigliere nazionale delegato allo Sviluppo sostenibile, Gianluca Galletti, sottolineano come sia «condivisibile la scelta della Commissione Ue di confermare gli obiettivi sostanziali della sostenibilità quali elementi imprescindibili». Tuttavia, sottolineano come «quando il cambiamento non è condiviso e non è graduale, non è neanche prevedibile nelle sue conseguenze, anche quelle più immediate, e viene perciò a configurarsi, esso stesso, quale elemento di rischio da mitigare, da gestire. Ecco perché siamo convinti delle opportunità offerte da una rimodulazione e da una semplificazione normativa ma, allo stesso tempo, crediamo occorra rimarcare l’importanza di spingere verso l’integrazione volontaria della sostenibilità nei processi aziendali, per non farci trovare impreparati – e guardiamo tanto alle imprese quanto ai loro consulenti – quando si manifestino gli effetti di rischi Esg ben visibili, ad esempio, nelle possibili conseguenze generate dalla diffusione di politiche commerciali protezionistiche». Sia de Nuccio che Galletti rimarcano che non è un caso che «il mondo bancario non sembra volersi privare delle informazioni Esg per la valutazione della posizione creditizia delle imprese», considerando la relazione tra sostenibilità economico-produttiva e continuità aziendale, tra gestione dei rischi Esg e capacità di creare valore nel lungo termine.

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