Pannelli solari, come cambiano i rimborsi dell’energia fotovoltaica ceduta alla rete
Le eventuali imposte da pagare per l’energia ceduta alla rete da quest’anno compariranno direttamente nella dichiarazione dei redditi precompilata. Il meccanismo dello “scambio sul posto” si prepara intanto a venire sostituito dal “ritiro dedicato”, meno generoso. La ragione? Si vuole incentivare l’adesione alle Comunità Energetiche, che però nascono al rallentatore. L'articolo Pannelli solari, come cambiano i rimborsi dell’energia fotovoltaica ceduta alla rete proviene da FIRSTonline.


Novità in vista, qualcuna gradita e qualcuna meno, per gli impianti fotovoltaici dei privati cittadini allacciati alla rete pubblica. Diventa più facile e più sicuro gestire i rimborsi e le eventuali tasse da pagare sull’energia prodotta dal nostro impianto fotovoltaico e ceduta al sistema elettrico nazionale. Ma intanto il meccanismo dello scambio sul posto, che compensa l’energia prelevata dal normale contatore con quella ceduta alla rete pubblica, si appresta a chiudere i battenti. Al suo posto verrà incentivata l’adesione di nuovi impianti fotovoltaici alle nascenti Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), che consentono ai titolari degli impianti un vantaggio economico sicuramente maggiore.
Nel frattempo chi non potrà aderire alle CER, perché nella sua zona ancora non ci sono o semplicemente perché ha un vecchio impianto per il quale non è consentita l’adesione alla comunità energetica, non potrà più godere dello scambio sul posto. Lo scambio, gestito in maniera virtuale con un apposito contatore che si aggiunge e affianca quello che conteggia i prelievi, sarà sostituito dal meccanismo, meno vantaggioso, del “ritiro dedicato” dell’energia eccedente quella auto-consumata. Vediamo, più nei particolari cosa cambia sui due versanti.
Il calcolo delle eccedenze diventa automatico
Da quest’anno, precisamente dalla dichiarazione dei redditi 2025 ormai alle porte, il fisco ci dà una mano. Il conteggio delle cosiddette eccedenze nei rimborsi dell’energia ceduta e a noi remunerata, che siamo obbligati (anche se qualcuno continua a ignorarlo) a inserire nella dichiarazione come “redditi diversi”, diventa più semplice. Sarà direttamente il GSE – il Gestore dei Sistemi Energetici che si occupa di amministrare i nostri scambi di energia verde con la rete – a comunicare ogni anno all’Agenzia delle Entrate le eventuali somme su cui dobbiamo pagare le tasse. E l’Agenzia inserirà direttamente la cifra nella dichiarazione precompilata scaricabile appena prima dell’inizio del periodo che le dichiarazioni. Ne dà notizia direttamente il Gse nel suo portale Web.
Nessun rischio, dunque, di sbagliare i calcoli o di dimenticarsi di scaricare l’apposita certificazione dal nostro account nel GSE. Tutto automatico per quei cittadini che hanno l’accortezza di scaricare comunque la dichiarazione precompilata, anche se non la possono utilizzare tale e quale (perché magari altri hanno altri redditi da aggiungere o altre somme da portare in detrazione) ma la utilizzano doverosamente come base per la dichiarazione “definitiva”.
In ogni caso – lo ricordiamo – i redditi riferiti alle eccedenze da fotovoltaico rientrano nella categoria dei “redditi derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente”. Redditi che nella dichiarazione annuale devono essere riportati, con il codice 1, nel rigo D5 del modello 730 (quadro D “Altri redditi”), oppure, per chi presenta il modello Redditi Persone fisiche, nel rigo RL14 (colonna 2).
Per lo “scambio sul posto” una fine annunciata
I tempi per la chiusura definitiva del meccanismo dello scambio sul posto per chi ne è titolare ancora non sono stati decisi. Ma intanto è stato deliberato lo stop ai nuovi allacci basati su questa soluzione. È possibile perfezionare ancora una convenzione di questo tipo con il Gse solo fino al 25 maggio 2025. Ma visto che per concludere la pratica bisogna avere un impianto installato, collaudato e funzionante, possiamo tranquillamente dire che lo stop ai nuovi allacci è praticamente esecutivo.
Chi è già titolare di un impianto con scambio sul posto ha sostanzialmente due possibilità. La prima: se ha un impianto di recentissima realizzazione può verificare se sul suo territorio insiste una comunità energetica rinnovabile (CER) già costituita e funzionante, ipotesi non scontata considerando gli intralci e le lentezze nella loro diffusione, e se l’incrocio tra la data della messa in esercizio del suo impianto e quella della costituzione della CER consente il conferimento. La via più semplice per verificarlo e quella di rivolgersi direttamente ai gestori della CER.
La seconda possibilità prevede sostanzialmente un automatismo, senza necessità – almeno così si promette – né di pratiche burocratiche né di adempimenti particolari. Quando verrà definita la data di chiusura del regime dello scambio sul posto anche per gli impianti in essere, il contratto-convenzione con il GSE verrà automaticamente trasformato in ritiro dedicato, previa comunicazione all’interessato, che avrà comunque la possibilità di scegliere altre eventuali soluzioni.