KitKat, Oreo e Pantene: ti spiego perché gli indigeni dell’Indonesia stanno chiedendo il boicottaggio di questi prodotti che compri ogni giorno
L’abuso del popolo papuano da parte del governo indonesiano è una delle peggiori atrocità dei nostri tempi. Lo sapevate? Loro, i papuani occidentali, lo chiamano “genocidio silenzioso”, o anche “ecocidio”, per delineare per filo e per segno lo smembramento delle loro terre. La Papua Occidentale, infatti, è una regione ricca di risorse naturali, ospita la terza foresta...

L’abuso del popolo papuano da parte del governo indonesiano è una delle peggiori atrocità dei nostri tempi. Lo sapevate? Loro, i papuani occidentali, lo chiamano “genocidio silenzioso”, o anche “ecocidio”, per delineare per filo e per segno lo smembramento delle loro terre.
La Papua Occidentale, infatti, è una regione ricca di risorse naturali, ospita la terza foresta pluviale più grande del mondo e un’abbondante riserva di minerali, tra cui il più grande giacimento di oro e rame al mondo. La sua maggiore dannazione, però, è che fa parte dell’Indonesia dal 1963 e le sue popolazioni indigene di quella ricchezza non hanno mai goduto, tra violazioni dei diritti umani e sfruttamenti a scopi economici.
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Scopi economici ai quali risponde soprattutto l’espansione a dismisura delle piantagioni di palma da olio, che ha portato a una massiccia deforestazione nella regione. Le terre che un tempo erano l’habitat naturale di centinaia di specie animali e vegetali sono state abbattute per far posto alle coltivazioni destinate alla produzione di olio di palma, usato in prodotti che consumiamo a livello globale, tra cui i KitKat, gli Oreo, i cracker Ritz e i prodotti di bellezza Pantene e Herbal Essences.
I (non) diritti degli indigeni in Indonesia
Secondo il Gruppo di Lavoro Internazionale per gli Affari Indigeni (IWGIA), l’Indonesia ospita circa 50-70 milioni di popoli indigeni, ovvero dal 18% al 19% della popolazione indonesiana. Sebbene qui ci sia una legge che “riconosce e rispetta l’unità e l’integrità dei popoli indigeni e tribali“, la realtà è che il riconoscimento e il rispetto per i popoli indigeni della nazione sono ancora molto al di sotto delle aspettative.
Anche se l’Indonesia sia firmataria del Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni (UNDRIP), i funzionari governativi sostengono che il concetto di popoli indigeni non è applicabile al paese, respingendo le richieste di considerare le esigenze specifiche dei gruppi che si identificano come indigeni. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro Convenzione 169, Convenzione sui popoli indigeni e tribali fornisce anche indicazioni sul diritto all’autodeterminazione dei popoli indigeni, ma purtroppo l’Indonesia non ha ratificato questo trattato.
C’è ancora molto lavoro da fare in Indonesia sui diritti dei popoli indigeni.
Il boicottaggio
E così, gli indigeni chiedono il boicottaggio di KitKat e di altri prodotti in risposta a quel grave danno ambientale. Attivisti, inclusi molti membri delle tribù indigene della Papua Occidentale, sostengono che l’uso di olio di palma proveniente da queste terre stia alimentando un ecocidio che ha spinto molte comunità locali a essere sfrattate dai luoghi dove vivono da secoli, minacciate dalla violenza e dalla repressione. Questo esodo forzato è al centro della protesta: l’ecocidio non è solo un crimine ambientale, ma una violazione dei diritti umani delle popolazioni indigene.
La campagna per il boicottaggio di KitKat e di altri prodotti contenenti olio di palma proveniente dalla Papua Occidentale ha ottenuto crescente supporto globale: otre 90 tribù indigene e numerose organizzazioni politiche e religiose hanno aderito alla causa, chiedendo la fine della devastazione ambientale e delle violazioni dei diritti umani.
Il movimento non si limita alla protezione dell’ambiente, ma rivendica anche il diritto all’autodeterminazione del popolo della Papua Occidentale: gli attivisti denunciano che l’occupazione indonesiana della regione rappresenta non solo un problema politico, ma anche un caso di colonialismo moderno, con l’appropriazione della ricchezza naturale senza il consenso delle popolazioni locali.
Secondo i dati, oltre 500.000 persone sono morte a causa della violenza e delle persecuzioni nei confronti degli indigeni negli ultimi sessant’anni. Allo stesso tempo, milioni di acri di terra sono stati abbattuti per fare spazio a piantagioni, miniere e altre attività economiche.
Le aziende coinvolte hanno risposto in vari modi: Nestlé si è affrettata a dichiarare di rispettare rigidi standard per garantire una catena di approvvigionamento di olio di palma senza causare deforestazione, mentre – di fronte alle accuse – le autorità indonesiane hanno cercato di ridurre il problema, sostenendo che le piantagioni di palma da olio siano fondamentali per lo sviluppo economico della regione. Ma per le popolazioni indigene della Papua Occidentale, questa giustificazione è inaccettabile.
Il boicottaggio di KitKat, quindi, non è solo una protesta contro un singolo prodotto, ma un grido di allarme contro un sistema che consente alle multinazionali di sfruttare le risorse naturali senza rispettare i diritti delle persone che vivono in quei territori. Le popolazioni indigene chiedono che venga riconosciuto il loro diritto a vivere nelle terre che storicamente appartengono loro, senza dover subire violenze, repressione e la distruzione delle loro risorse naturali.
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