La sinfonia anti dislessia di Niccolò Bartolacelli. «L’arpa è stata un colpo di fulmine scoperta a 9 anni»

Diciotto anni appena compiuti e alle spalle lo sviluppo di una applicazione per aiutare chi soffre di dislessia musicale. Il 15 maggio Niccolò riceverà l’onorificenza “Alfiere della Repubblica” dal Presidente Sergio Mattarella. «Credo nel potere della tecnologia. Ma attenzione a non perdere il contatto con la realtà, con le relazioni autentiche, con noi stessi». La sua storia per la rubrica Venti di Futuro

Apr 9, 2025 - 04:46
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La sinfonia anti dislessia di Niccolò Bartolacelli. «L’arpa è stata un colpo di fulmine scoperta a 9 anni»

Diciotto anni, quinta liceo scientifico, arpista con la passione per la tecnologia. Ha creato un’App per aiutare chi soffre di dislessia musicale, una difficoltà che ostacola la lettura degli spartiti. Si chiama Niccolò Bartolacelli ed è appena stato nominato Alfiere della Repubblica: il 15 maggio riceverà l’onorificenza dal Presidente Sergio Mattarella al Quirinale.

eleonora chioda venti di futuro

Figlio di un informatico e di un insegnante al conservatorio, Niccolò ha ereditato le passioni dei genitori e le ha fuse con un profondo senso di comunità, che è alla base del suo progetto. Suona l’arpa da quando ha 9 anni sotto la guida del maestro Alice Caradente al “Flauto Magico” di Formigine. Col tempo ha osservato che alcuni compagni di corso incontravano difficoltà a leggere le note. Perché non provare ad aiutarli?

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Niccolò Bartolacelli

Che cos’è la dislessia musicale

«La dislessia musicale è un disturbo dell’apprendimento riconosciuto da poco. Consiste nella difficoltà a leggere le note in modo fluente, e può esistere indipendentemente dalla dislessia tradizionale. Ho visto che molti insegnanti usano metodi manuali, come colorare le note sugli spartiti. Mi sono chiesto: possibile che non esista uno strumento digitale per automatizzare e semplificare questo processo? Ho iniziato a cercare, ma non ho trovato nulla…»

Com’è nata Chroma, l’idea di Niccolò

Nasce così, nell’estate del 2024, Chroma, un’applicazione web sviluppata da autodidatta per supportare le persone a lui più vicine. Il nome richiama la nota musicale e dal greco – chroma colore.

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Come funziona? «Si importano gli spartiti all’interno dell’App che permette di colorare righi e note assegnando un colore specifico a ciascuna. Il sistema applica la codifica automaticamente a tutti gli spartiti, rendendo più immediata la lettura sia in orizzontale che in verticale»

Alfiere a sua insaputa

Il progetto ha vinto il concorso Lions Young Ambassador: la finale si è svolta a Bordeaux, dove Niccolò ha conquistato il primo premio (3.500 euro per implementare l’app) e riportato in Italia una vittoria attesa da dieci anni. È stata la sua insegnante d’inglese a iscriverlo al concorso e, successivamente, a presentare la candidatura al Quirinale, a sua insaputa.

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«Giovedì scorso il preside del mio liceo, il Sorbelli di Pavullo, mi ha convocato nel suo ufficio. Essendo rappresentante di istituto, pensavo fosse per questioni scolastiche. Invece mi ha letto la lettera arrivata dal Quirinale. È stata una sorpresa incredibile. Fare qualcosa per gli altri rende felici e restituisce valore». L’app rientra tra gli strumenti compensativi informatici, per supportare l’apprendimento. «Sono stato contattato da alcune associazioni e sto pianificando un test su un campione più grande di utenti per migliorare e ampliare le funzionalità».

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Chi ti ha ispirato nella tua vita? «I miei genitori, la mia famiglia allargata, gli insegnanti. Le maestre delle elementari mi hanno insegnato il senso di comunità e di aiuto reciproco. La mia docente di arpa mi ha insegnato a sviluppare una certa sensibilità, la prof di inglese che mi ha accompagnato a Bordeaux».

Niccolò fa volontariato, suona in case di riposo, ospedali pediatrici e reparti di oncologia. «L’arpa è uno strumento meraviglioso e suonare in pubblico è un’emozione grande. Ma anche quando suono da solo – e cerco di farlo quasi tutti i giorni – è un momento speciale, che posso dedicare completamente a me stesso. L’arpa è stata un colpo di fulmine, l’ho scoperta per caso a 9 anni con mia madre e mio fratello durante la presentazione di un corso. Mi sono innamorato subito».

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Il prossimo anno, Nicolò si iscriverà a Ingegneria elettronica. «Credo nel potere della tecnologia. La mia generazione è cresciuta con strumenti avanzatissimi, che hanno plasmato il nostro sviluppo cognitivo. Ma credo anche che proprio per questo siamo chiamati a un maggiore senso di responsabilità. La tecnologia può ampliare le possibilità di scambio, di connessione, di comprensione del mondo. Allo stesso tempo, però, rischia di farci perdere il contatto con la realtà, con le relazioni autentiche, con noi stessi. Per questo credo sia fondamentale ritagliarsi spazi di silenzio, di riflessione. Una passeggiata, la lettura di un libro, suonare l’arpa o la tromba (come fa mio fratello). Gesti semplici, che riescono a non farci smarrire la nostra umanità».