Jake La Furia: “Il rap ha mollato la storia dell’omofobia da tempo”

Il rap ha un linguaggio violento e da forma artistica andrebbe rispettato così com’è. È questo il pensiero espresso da Jake La Furia a FanPage in merito al suo genere musicale. “Bisogna trovare una sorta di pace, anche perché non ci si può inc4zzare, offendere e cancellare chiunque. Bisogna che le parti si incontrino e […] L'articolo Jake La Furia: “Il rap ha mollato la storia dell’omofobia da tempo” proviene da Biccy.

Mar 7, 2025 - 18:32
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Jake La Furia: “Il rap ha mollato la storia dell’omofobia da tempo”

Il rap ha un linguaggio violento e da forma artistica andrebbe rispettato così com’è. È questo il pensiero espresso da Jake La Furia a FanPage in merito al suo genere musicale. “Bisogna trovare una sorta di pace, anche perché non ci si può inc4zzare, offendere e cancellare chiunque. Bisogna che le parti si incontrino e nel mio, nel rap, bisogna capire che il suo linguaggio è violento, però non sempre viene utilizzato per dire cose violente, ma anche profonde. Come i Public Enemy per esempio, ma penso anche a Lil Nas X, si tratta di uno dei rapper più famosi al mondo, dichiaratamente gay e con un pubblico della madonna. Poi i rapper, negli ultimi 5-6 anni, giocano con questa ambiguità, però da molto tempo il rap ha mollato la storia dell’omofobia“.

Jake La Furia nell’ultima edizione di X Factor ha portato a un passo dalla finale Francamente, cantante apertamente lesbica e femminista. È recente la sua polemica sull’Inno d’Italia che voleva cambiare perché quel “Fratelli d’Italia” lo trovava poco inclusivo. A tal proposito il rapper ha così commentato: “È una persona intelligente, è bastato spiegarci davanti a una birra prima che iniziassero le registrazioni del live. (…) Sono d’accordo con alcune battaglie di Francamente, non con tutte ovviamente: non posso arrendermi al politicamente corretto, all’ipersensibilità che ci si aspetta in tutti i campi e che toglie libertà ad alcune categorie. Non solo i rapper, ma anche nel cinema e nella stand up comedy“.

 

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Francamente, le sue parole sull’Inno d’Italia

Quando mi è stato proposto di cantare l’inno d’Italia durante una manifestazione sportiva mi sono detta che l’inno comincia con ‘Fratelli d’Italia’. La prima cosa a cui ho pensato è stata: ‘accetto, ma cambio il testo per renderlo più inclusivo’, ma poi ho scoperto che cambiarlo sarebbe stato vilipendio alla bandiera”, ha dichiarato. E così Francamente si è trovata di fronte a una scelta: accettare di cantarlo con il testo originale o rifiutare. “Avevo due scelte: la prima era semplicemente quella di rifiutare, la seconda era l’opportunità di prendere uno spazio e cantare l’inno, che sì ha un linguaggio non inclusivo, ma farlo da donna queer e vestendo determinati colori per dare un messaggio molto chiaro”. Ed è quello che alla fine ha fatto con tanto di ombretto arcobaleno. “Oggi ho cantato l’inno d’Italia per la finale di Volley femminile. Il testo non è inclusivo, ma ho pensato fosse importante da donna queer prendere quello spazio per ribadire che esiste un’Italia che resiste e che disprezza omofobia e razzismo“. [meride embed="25817"]

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