Ivass: sindacati proclamano lo sciopero del 24 febbraio contro disparità di trattamento, carenze organizzative e mancate riforme

lentepubblica.it Le organizzazioni sindacali dei lavoratori dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) hanno annunciato uno sciopero per il prossimo 24 febbraio, denunciando una serie di criticità che da anni penalizzano il personale e ostacolano il corretto funzionamento dell’ente. In un comunicato congiunto, le sigle sindacali sottolineano la necessità di una mobilitazione ampia e partecipata per […] The post Ivass: sindacati proclamano lo sciopero del 24 febbraio contro disparità di trattamento, carenze organizzative e mancate riforme appeared first on lentepubblica.it.

Feb 21, 2025 - 10:16
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Ivass: sindacati proclamano lo sciopero del 24 febbraio contro disparità di trattamento, carenze organizzative e mancate riforme

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Le organizzazioni sindacali dei lavoratori dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) hanno annunciato uno sciopero per il prossimo 24 febbraio, denunciando una serie di criticità che da anni penalizzano il personale e ostacolano il corretto funzionamento dell’ente.


In un comunicato congiunto, le sigle sindacali sottolineano la necessità di una mobilitazione ampia e partecipata per rivendicare condizioni di lavoro più eque e adeguate al ruolo strategico che l’istituto svolge nella regolamentazione del settore assicurativo.

Tra riforme mancate e condizioni di lavoro precarie

Tra le problematiche sollevate vi è la mancata integrazione tra Ivass e Banca d’Italia, un processo atteso da tempo, ma mai realizzato. Secondo i sindacati, questa situazione ha determinato un rafforzamento solo apparente dell’istituto, che continua invece a operare con un organico insufficiente a fronte del costante ampliamento delle competenze assegnate.

Secondo i sindacati, infatti, l’Ivass sta affrontando un progressivo aumento delle proprie funzioni, non corroborato però da un adeguamento del personale, bloccato da anni a causa di politiche restrittive sulla pianta organica. Nonostante questo, l’istituto continua a garantire il proprio operato unicamente grazie al senso di responsabilità e all’impegno dei lavoratori, ma questa condizione non è più sostenibile, denunciano le organizzazioni sindacali.

La richiesta avanzata dai rappresentanti del personale è quella di un intervento strutturale che consenta all’istituto di svolgere efficacemente i propri compiti, garantendo al tempo stesso condizioni di lavoro adeguate per il personale.

Un contratto fermo da anni e una proposta irricevibile

Un altro punto critico riguarda il contratto collettivo, scaduto da anni e mai rinnovato. Le sigle sindacali denunciano come l’amministrazione, invece di avviare un serio percorso di valorizzazione del personale, abbia presentato il 12 febbraio scorso una proposta ritenuta inaccettabile. “L’offerta avanzata dall’amministrazione è l’ennesima dimostrazione di una totale mancanza di prospettiva e di disinteresse per il futuro dell’Istituto e della vigilanza sul settore assicurativo. Inoltre, è profondamente offensiva per la dignità dei lavoratori, già penalizzati da anni di immobilismo contrattuale”, si legge nella nota.

Accanto alle difficoltà legate al mancato rinnovo contrattuale, i sindacati evidenziano anche la totale assenza di una visione chiara in merito all’organizzazione interna dell’istituto. “Non vi è trasparenza sulle soluzioni organizzative proposte, manca una strategia per il riconoscimento delle professionalità interne e non vi è alcuna prospettiva di crescita per il personale. Questa situazione non solo genera incertezza tra i lavoratori, ma compromette anche l’efficacia della vigilanza sul settore assicurativo, con potenziali ripercussioni sull’intero comparto”, denunciano le sigle sindacali.

Un appello per un cambio di rotta e la tutela dell’istituto

Alla luce di queste problematiche, le organizzazioni sindacali chiedono un deciso cambio di rotta da parte dei vertici dell’Ivass, affinché vengano avviate riforme strutturali che consentano all’istituto di operare in modo efficace e ai lavoratori di poter svolgere il proprio compito in condizioni adeguate. “La situazione attuale è inaccettabile e rischia di compromettere la credibilità e la reputazione dell’Ivass, che i lavoratori hanno sempre difeso con il loro impegno quotidiano”, affermano i sindacati.

Per questo motivo, in linea con il mandato ricevuto dall’assemblea sindacale del 22 gennaio, le sigle di rappresentanza del personale hanno proclamato lo sciopero per il 24 febbraio, invitando tutti i dipendenti ad aderire in modo compatto alla mobilitazione.

Un caso non isolato

Se all’Ivass il quadro è particolarmente allarmante, anche le vicende di altre partecipate statali, tra cui Consap e Consob, mostrano un pattern simile. In questi enti, scandali e scioperi indetti – rispettivamente a maggio e ad aprile 2024 – hanno evidenziato comportamenti da parte della dirigenza che escludono totalmente ogni confronto con i sindacati, con riorganizzazioni arbitrarie e una totale mancanza di dialogo che ha ulteriormente minato il clima lavorativo. Per un approfondimento sulla questione, vi invitiamo a leggere il seguente articolo: à link articolo.

Situazione altrettanto complessa anche in Sace, società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) che si occupa di assicurare i crediti delle aziende esportatrici e che è al centro di una forte crisi. I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione, denunciando un clima aziendale divenuto insostenibile a causa delle politiche adottate dall’amministratrice delegata Alessandra Ricci. Per ulteriori approfondimenti, potete consultare questo comunicato.

Un sistema scollegato dalla realtà dei lavoratori

La vicenda di Ivass accende i riflettori su un sistema ormai distaccato dalla realtà dei lavoratori: la mancata integrazione con la Banca d’Italia e una proposta contrattuale irrisoria ed “offensiva” hanno lasciato il personale a lottare in un contesto dove le esigenze umane vengono calpestate ogni giorno.

Questi episodi, unitamente alle situazioni già note in Consap e Consob e allo stato di agitazione dei lavoratori di Sace, fanno emergere una realtà allarmante: Autorità indipendenti e partecipate statali, dal MEF alle sue società controllate, sembrano aver scelto una politica manageriale fredda e unilaterale, che rifiuta ogni dialogo costruttivo con i sindacati. Un approccio che, sotto la parvenza di efficienza e taglio dei costi, sacrifica il benessere dei lavoratori e mina la credibilità di enti fondamentali per il sistema economico nazionale.

Questa non è solo una questione di numeri o di riorganizzazioni, ma sembra rappresentare un modello gestionale che, nella corsa all’efficienza, ha dimenticato di prendersi cura delle persone.

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