Israele, intercettati 3 razzi dal Libano: «Risponderemo». Beirut: «Rischiamo guerra disastrosa». La condanna di Berlino, Parigi e Londra
I tre paesi europei hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui chiedono l'attuazione immediata di una «tregua permanente». Ma l'Idf al momento non dà cenno di arretrare L'articolo Israele, intercettati 3 razzi dal Libano: «Risponderemo». Beirut: «Rischiamo guerra disastrosa». La condanna di Berlino, Parigi e Londra proviene da Open.

Il fronte di Gaza si è ormai riaperto da martedì, ora rischia di riprendere fuoco anche il fronte nord contro i miliziani di Hezbollah. Intorno alle 7.30 ore locali (6.30 italiane) l’aeronautica militare israeliana ha intercettato tre missili provenienti dal Libano, come ha comunicato su Telegram l’Idf. Immediata la reazione, al momento solo verbale, del capo di Stato maggiore Eyal Zamir: «Risponderemo severamente all’attacco di questa mattina. Lo Stato del Libano ha la responsabilità di rispettare l’accordo di cessate il fuoco». E proprio da Beirut filtra preoccupazione: «Rischiamo di essere coinvolti in una nuova guerra, che avrebbe conseguenze disastrose», ha detto il primo ministro Nawaf Salam. Secondo i media locali, i jet israeliani avrebbero già sorvolato varie volte il sud del Paese dei Cedri. E le truppe di terra stano compiendo operazioni di rastrellamento sulle colline di Hamames e nel distretto meridionale di Nabatiyeh, anche con il sostegno dei proiettili dei carri armati Merkava
Le minacce di Katz: «Zone cuscinetto più ampie e occupate da Israele»
Una situazione già grave – si contano circa 520 morti da martedì, secondo il Ministero della Salute di Hamas – che rischia di aggravarsi ulteriormente. Anche perché, come ha comunicato venerdì 21 marzo il ministro della Difesa di Tel Aviv, Israel Katz, l’ordine delle truppe di terra adesso non è solo più quello di occupare il corridoio di Netzarim, ma espandere le conquiste verso Rafah e verso il nord della Striscia. Con l’obiettivo di «espandere le zone cuscinetto intorno a Gaza per proteggere le aree della popolazione civile israeliana e i soldati, attuando un’occupazione israeliana permanente dell’area». Un’operazione che avrà ovviamente bisogno di supporto aereo con bombardamenti e raid.
La condanna di Berlino, Londra e Parigi: «Indignati per le vittime, tregua sia permanente»
«Siamo indignati per il numero di vittime civili», così Germania, Regno Unito e Francia hanno espresso in una nota congiunta la loro dura condanna della violazione della tregua. «Chiediamo urgentemente il ritorno immediato al cessate il fuoco», hanno scritto i ministri degli Esteri Jean-Noël Barrot, Annalena Baerbock e David Lammy. Una tregua che, a differenza della prima fase durata all’incirca due mesi, sia «attuato nella sua interezza e diventi permanente». I tre governi hanno ribadito la necessità dell’esclusione di Hamas dall’equazione politica, per garantire la possibilità di una pace duratura. Al contempo, però, hanno sottolineato che «il conflitto non può essere risolto con mezzi militari.
Ulteriori spargimenti di sangue non sono nell’interesse di nessuno. Israele rispetti pienamente il diritto internazionale e consenta immediatamente la consegna di aiuti».
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