Investimenti: si restringe l’orizzonte tattico

La forte escalation delle tensioni commerciali globali e l’estrema incertezza sulle politiche commerciali hanno innescato un’ampia svendita di asset rischiosi, come abbiamo avuto modo di vedere. Non è ancora chiaro se l’incertezza offuscherà le prospettive per un periodo breve o molto più lungo. Di fronte a questo scenario non ci sentiamo di escludere che gli... Leggi tutto

Apr 10, 2025 - 16:52
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Investimenti: si restringe l’orizzonte tattico

La forte escalation delle tensioni commerciali globali e l’estrema incertezza sulle politiche commerciali hanno innescato un’ampia svendita di asset rischiosi, come abbiamo avuto modo di vedere. Non è ancora chiaro se l’incertezza offuscherà le prospettive per un periodo breve o molto più lungo. Di fronte a questo scenario non ci sentiamo di escludere che gli investitori possano ridurre il loro orizzonte tattico a non più di tre mesi. Ciò significa dare maggiore peso al fatto che gli asset rischiosi potrebbero subire maggiori pressioni a breve termine.

L’escalation del conflitto commerciale ha innescato la peggiore svendita in una sola settimana dell’indice S&P 500 e delle obbligazioni high yield statunitensi dallo shock pandemico del 2020, nonostante le condizioni economiche statunitensi rimangano solide, come dimostrano i dati sull’occupazione negli Stati Uniti. Ci aspettavamo che gli asset rischiosi sarebbero rimasti sotto pressione fino a quando l’incertezza non avesse iniziato a dissiparsi.

E l’incertezza non si è ancora dissipata (nonostante l’ammontare dei dazi sia stato reso noto) e la sospensione dei dazi per 90 giorni non fa che aumentarla. In realtà, ora è quindi ancora meno chiaro per quanto tempo l’incertezza politica possa offuscare le prospettive, visto che stiamo assistendo ad un maggiore rallentamento della crescita e ad un aumento dell’inflazione.

Anche la Fed prevede un impatto maggiore dei dazi rispetto a marzo. Basta vedere il grafico quini sotto per rendersene conto. Siccome c’è ancora crescita economica, non si può ovviamente ancora parlare di stagflazione. Ma con i dazi che insistono nel lungo periodo, le proiezioni della Fed dicono che ci stiamo avvicinando.


Fonte: proiezioni della Fed sulla crescita e sull’inflazione PCE

Molti Paesi stanno preparando risposte ai dazi statunitensi. La Cina ha iniziato con dazi del 34% e altre misure e vedremo ora se e come risponderà all’ulteriore aumento. Tuttavia, l’intera serie di risposte internazionali e i negoziati specifici per paese con gli Stati Uniti richiederanno tempo, rendendo difficile avere visibilità su quando e come la situazione si risolverà. Una grave distruzione di ricchezza potrebbe danneggiare il sentiment e la spesa dei consumatori.

Continuiamo a credere che le azioni statunitensi alla fine riconquisteranno la leadership globale grazie a forze dirompenti, come lo sviluppo e l’adozione dell’intelligenza artificiale. Ma per ora, crediamo che gli investitori possano ridurre l’orizzonte tattico al fine di ridurre il rischio.

Un orizzonte tattico più breve significa dare maggiore peso al fatto che gli asset rischiosi potrebbero rimanere sotto pressione a breve termine finché l’incertezza non inizierà a dissiparsi.

Per questo motivo siamo convinti che gli investitori potrebbero ridurre l’esposizione azionaria, comprese le azioni statunitensi e cinesi. Se la chiarezza arriverà rapidamente, riteniamo che gli investitori possano aumentare nuovamente l’assunzione di rischio.

Nel complesso, pensiamo che i piani per una nuova ondata di tariffe statunitensi e le risposte di altri Paesi rafforzino il fatto che saremo in un mondo in cui i tassi di interesse (e i rendimenti obbligazionari a lungo termine) rimarranno più alti rispetto al periodo pre-pandemia. Le tariffe e una politica fiscale più accomodante in alcune parti del mondo probabilmente spingeranno verso l’alto l’inflazione. Non crediamo che la Fed, come sembra si aspettino i mercati, possa tagliare i tassi tre o quattro volte quest’anno: l’inflazione di base statunitense era infatti ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed anche prima dell’impatto delle nuove tariffe. E considerate le aspettative che abbiamo visto nel grafico, ci risulta difficile capire il motivo per il quale la Fed dovrebbe tagliare i tassi.

A cura di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim