Intesa Sanpaolo, vigilia di trimestrale: le previsioni degli analisti

Domani la banca comunicherà i suoi risultati del primo trimestre 2025 e le attese degli esperti restano ottimistiche nonostante i tagli dei tassi di interesse effettuati dalla Banca centrale europea.

Mag 5, 2025 - 10:51
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Intesa Sanpaolo, vigilia di trimestrale: le previsioni degli analisti

Vigilia di trimestrale per Intesa Sanpaolo, attesa domani 6 maggio alla prova degli utili del primo trimestre 2025 dopo aver chiuso il 2024 con utili record.

Particolare attenzione sarà rivolta anche alla conferenza stampa di presentazione dei numeri che terrà il neo confermato Ceo per tre anni, Carlo Messina.

Tra le domande a cui analisti e investitori cercheranno risposte ci sono l’impatto sui margini derivanti dal calo dei tassi di interesse degli ultimi mesi e se il previsto incremento dei ricavi commissionali avrà davvero compensato la riduzione del margine di interesse.

Gli analisti di EQUITA prevedono “un buon trimestre” per la banca torinese, caratterizzato da “margini di interesse in progressivo calo”, che sarà compensato da un “buon andamento sul fronte commissionale e da trading, da una buona gestione dei costi operativi e dall’assenza di segnali di deterioramento sul fronte asset quality e, conseguentemente, di particolari impatti lato CoR”.
A livello di ricavi la sim si attende “un NII in calo del -4% mese su mese e -7% anno su anno”, flessioni dovute alla “dinamica dei tassi di riferimento (Euribor 3M -44bps QoQ), dall’effetto calendario negativo e dall’attesa di volumi sostanzialmente flattish”.

Se la contribuzione da assicurazione è attesa “sostanzialmente stabile YoY (su livelli particolarmente elevati)”, i “maggiori ricavi da trading saranno supportati del calo dei tassi di mercato”.

Il primo trimestre è “tipicamente un trimestre favorevole sul fronte delle LLPs e, in assenza di particolari indicazioni di deterioramento dell’asset quality, ci aspettiamo un CoR contenuto in area 30bps”, proseguono gli analisti, sottolineando che il confronto YoY è inoltre atteso “beneficiare di minori oneri sistemici (-257 milioni nel primo trimestre 2024) per il venir meno delle contribuzioni obbligatorie ai fondi di garanzia”.

Complessivamente, per il trimestre gli esperti si attendono:
NII: 3,641 milioni (-4% QoQ, -7% YoY);
Ricavi totali: 6,665 milioni (flat QoQ, -1% YoY);
Utile operativo: 4,036 milioni (+31% QoQ, -3% YoY);
LLPs: -308 milioni (29bps);
Utile netto: 2,439 miloni (+6% YoY).

A livello di capitale, EQUITA si attende che il Cet1 “possa attestarsi in area 13% (13,3% al FY24), dopo l’impatto da Basel 4 (circa 40 punti base) e incorporando pienamente il buyback da 2 miliardi (che inizierà a giugno)”.

Infine, la sim si attende da Intesa la conferma della guidance di utile 2025 “significativamente superiore a 9 miliardi” (nostra stima 9,3 miliardi)”: raccomandazione buy sulle azioni Intesa Sanpaolo, con target price a 4,9 euro.

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In attesa dei conti, la divisione di ricerca di Barclays ha ribadito il rating ‘overweight’ sul titolo Intesa Sanpaolo, alzando il target price del 2%, dai 4,80 euro precedenti a 4,90 euro, anche se ha ridotto le stime sull’utile per azione dell’intero 2025 e del 2026.

Ora il broker stima un eps 2025 di 0,51 euro da 0,53 euro precedente, mentre quelle per il 2026 sono state riviste al ribasso dell'1%, da 0,54 a 0,53 euro, ribandendo però la fiducia nelle potenzialità del titolo.

Il rating overweight è stato deciso in base alla “diversificazione dei ricavi” di Intesa, fattore che dovrebbe tradursi in una crescita più forte del fatturato, al“rendimento del capitale”, che deriva da un bilancio solido e dalle divisioni capital light come quella del wealth management, oltre alla presenza di un ulteriore spazio per migliorare l'efficienza, soprattutto grazie alla operazione di M&A, che ha visto la banca inglobare UBI Banca.

Gli analisti hanno presentato anche un upside case scenario, ovvero lo scenario migliore per le azioni, che vede il titolo balzare fino a 6,40 euro, che si realizzerà nel caso in cui la banca riuscisse a garantire un ritorno sul capitale più alto o se riportasse una crescita dei ricavi più significativa.

Nello scenario peggiore di Barclays, invece, le azioni potrebbero scendere fino a 3,30 euro: tonfo che potrebbe verificarsi se ci fosse una ulteriore pressione sul margine di intermediazione, e dunque a causa di maggiori tagli dei tassi da parte della BCE, prospettiva che potrebbe mettere sotto pressione la redditività delle banche italiane.

“Al di là delle dinamiche di breve termine, gli utili di Intesa e la distribuzione (dei dividendi) si confermano tra i più resilienti” tra quelli che caratterizzeranno le altre banche italiane su cui gli analisti hanno avviato la loro copertura (che includono UniCredit, Credem, Mediobanca, Mps, Banco Bpm) e che “la valutazione (del titolo) è tuttora attraente”, concludono da Barclays.