Intesa Sanpaolo boccia Mediobanca in Assogestioni. Scazzi su Generali
Che cosa ha deciso Assogestioni in vista dell'assemblea di Generali. Il peso di Intesa Sanpaolo. I nomi della lista. Gli effetti della decisione dei fondi. Le tensioni finanziarie. E gli scenari

Che cosa ha deciso Assogestioni in vista dell’assemblea di Generali. Il peso di Intesa Sanpaolo. I nomi della lista. Gli effetti della decisione dei fondi. Le tensioni finanziarie. E gli scenari
Il gruppo Intesa Sanpaolo con Eurizon e Fideuram scende in campo in Assogestioni per far presentare una lista dei fondi alla prossima assemblea di Generali contro i desiderata di Mediobanca (primo azionista del Leone di Trieste), che punta al rinnovo dei vertici del gruppo assicurativo ora presieduto da Andrea Sironi e guidato dall’amministratore delegato, Philippe Donnet.
Differenti le versioni sulla decisione: chi ha votato per la lista di Assogestioni sostiene che i fondi non si schierano né con Mediobanca né con Caltagirone (che con l’Ops di Mps su Mediobanca vuole ribaltare di equilibri azionari e di governance in Generali) e chi, come di fatto Mediobanca con un parere legale, ritiene che la scelta di Assogestioni favorirà indirettamente la cordata avversaria dell’istituto retto dall’ad, Alberto Nagel (nella foto).
Ecco fatti, nomi e approfondimenti.
CHE COSA HA DECISO ASSOGESTIONI
Il comitato dei gestori di Assogestioni ha raggiunto il quorum per poter procedere alla presentazione della lista per il rinnovo del consiglio di Generali, un risultato frutto del lavoro compiuto anche di Intesa Sanpaolo “che assieme ad altri grandi investitori ha deciso di depositare tutte le azioni in portafoglio e di consegnare dunque le deleghe necessarie alla formalizzazione della lista”, si legge sull’agenzia di stampa Radiocor del gruppo Sole 24 ore.
I NOMI DI ASSOGESTIONI
Quali sono i nomi voluti dai fondi riuniti in Assogestioni? “Una lista secca, con tanto di nomi due uomini e due donne – selezionati dall’head hunter Chaberton Partners. La lista si apre con il bocconiano Roberto Perotti, già consigliere del Leone fino al 2022, segue la docente di biostatistica ad Harvard, Francesca Dominici, quindi la chief customer officer del gruppo americano di microchip Analog Devices, Anelise Sacks, e chiude con l’ex banchiere di Citi, Leopoldo Attolico”, ha scritto Camilla Conti del quotidiano Il Giornale.
I MOTIVI DELLA SCELTA DI ASSOGESTIONI PER GENERALI
Perché Assogestioni, con l’input decisivo del gruppo guidato dall’ad, Carlo Messina, hanno deciso per la presentazione della lista? “I fondi volevano poter avere un’alternativa diversa rispetto a quella che verrà proposta in termini di candidati da Mediobanca e dal gruppo Caltagirone. Volevano, in sostanza, poter esprimere la propria voce giocando un ruolo indipendente ed autonomo rispetto al contesto e che potesse rappresentare, da ultimo, solo gli interessi, soprattutto in termini di rappresentanza, dei fondi”, ha scritto Laura Galvagni del Sole 24 Ore.
CHE COSA SUCCEDERA’ ALL’ASSEMBLEA DI GENERALI
Ma qual è la prospettiva per l’assise del Leone? All’assemblea di Trieste la lista di Assogestioni si aggiungerà a quella di maggioranza presentata da Mediobanca, azionista con il 13,1% del capitale, formata da tredici nomi, tra i quali sicuramente quello del ceo Philippe Donnet e del presidente Andrea Sironi, ha scritto Il Giornale: “Ci sarà poi una lista di 6 nomi avanzata da Francesco Gaetano Caltagirone (socio al momento al 7%), sostenuta da Delfin (che ha chiesto l’autorizzazione a salire dal 10 al 20%) ma senza indicazioni di ruoli. Lo scopo è infatti rafforzare nel consiglio la propria presenza aggiungendo al ceo dell’Enel, Flavio Cattaneo, e alla docente della Sapienza, Marina Brogi (già in cda), altri quattro candidati di profilo alto in ambito assicurativo e dell’asset management”.
SCAZZI E DIVISIONI IN ASSOGESTIONI
Non sono mancate le discussioni due giorni fa al vertice di Assogestioni, secondo Carlotta Scozzari di Repubblica: “Il primo punto all’ordine del giorno era la discussione del parere legale presentato da Mediobanca, secondo cui una lista di Assogestioni rischierebbe di generare ingovernabilità nel gruppo triestino. Questo accadrebbe nel caso in cui si affermasse in assemblea una lista di minoranza e non riuscisse a occupare i dieci posti riservati al vincitore. Alla discussione sul primo punto hanno partecipato Mediobanca, Banco Posta, Eurizon e Fideuram (entrambe gruppo Intesa Sanpaolo). Il secondo punto riguardava la presentazione della lista e i nomi. Mediobanca si è chiamata fuori, mentre Anima e Kairos avrebbero voluto esprimersi sul deposito della lista ma non sui nomi. Dopo una fase di tensione, Anima e Kairos, che hanno presentato un parere contrario a quello di Mediobanca, alla fine hanno deciso di non prendere parte alla discussione, dopo essersi consultate con i propri avvocati”
UNICREDIT VOTERA’ ASSOGESTIONI?
Sarà interessante vedere la posizione di Unicredit, sorta come azionista a sorpresa di Generali, all’assemblea dei soci del Leone. Secondo il Giornale, “a votare la lista di Assogestioni diventando così il vero ago della bilancia nella partita sulle nomine – potrebbe essere l’Unicredit guidata da Andrea Orcel, accreditata di una quota vicina al 10% del Leone. In questo modo il banchiere si terrebbe in qualche modo fuori dalla mischia e la mossa potrebbe essere anche gradita al governo che ha acceso un faro sulle Generali dopo l’annuncio dell’operazione Natixis varata dal management di Trieste a pochi mesi dalla sua scadenza”.
LA DOMANDA SU ASSOGESTIONI
Resta una domanda: davvero Assogestioni con la lista si pone in una situazione terza in Generali? Secondo un approfondimento di Fernando Soto per Startmag, “Tutti gli associati ad Assogestioni hanno firmato i principi italiani di stewardship che sono finalizzati a favorire la buona governabilità delle società. Non si capisce dunque perché il Comitato dei Gestori dovrebbe presentare una lista quando l’eventualità che il suo candidato sia eletto (obiettivo implicito nell’atto stesso di presentare la lista) dipenderebbe dai voti sottratti all’unica lista di maggioranza presentata (quella di Mediobanca che ricandida Donnet) con la logica conclusione di regalare la vittoria alla lista di Caltagirone ed eleggere un board esattamente spaccato a metà (6 consiglieri da un lato e 6 dall’altro + 1 Assogestioni)”.
TRA PALAZZI MILANESI E ROMANI
A questo punto, dopo la decisione di Assogestioni consigliata da Intesa Sanpaolo, la partita banco-finanziaria-assicurativa che ha il fulcro in Generali è destinata ad avere strascichi polemici nei palazzi specie milanesi, mentre in quelli romani (politici e non solo) si gongola abbastanza.