Pirelli prende tempo: tutto rinviato di un mese per risolvere lo scontro con il socio cinese Sinochem

Pirelli, rinviata la resa dei conti: il cda propone di far slittare al 28 aprile l'ok al bilancio e al 12 giugno l'assemblea dei soci. Sul tavolo, lo scontro con i soci cinesi di maggioranza, la holding pubblica Sinochem, dopo le nuove norme Usa sui veicoli connessi e i relativi rapporti con fornitori cinesi e russi. Cosa accadrà? L'articolo Pirelli prende tempo: tutto rinviato di un mese per risolvere lo scontro con il socio cinese Sinochem proviene da FIRSTonline.

Mar 28, 2025 - 06:15
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Pirelli prende tempo: tutto rinviato di un mese per risolvere lo scontro con il socio cinese Sinochem
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Alla fine, la resa dei conti è stata rinviata. A Pirelli serve tempo per trovare una soluzione al “nodo governance” che sia il più possibile condivisa. Da risolvere c’è una questione esplosa nei giorni scorsi: la presenza ormai diventata ingombrante di Sinochemholding pubblica cinese che rappresenta il maggior azionista con il 37% – la quale mette a rischio i piani di crescita del gruppo.

Pirelli, rinviato di un mese lo scontro con Sinochem

La minaccia trumpiana dei dazi – avvertimento che affonda i big dell’auto sia a Wall Street sia sui listini europei – la guerra commerciale tra Usa e Cina e ora anche le nuove normative dell’amministrazione Trump sui veicoli connessi che escludono produttori e fornitori cinesi e russi, ebbene, tutti questi temi spinosi insieme hanno finito col mettere il gruppo della Bicocca in una posizione niente affatto semplice. Per ora, l’amministratore delegato di Pirelli, Andrea Casaluci, propone il rinvio delle delibere, tra queste l’approvazione del bilancio, al 28 aprile con il conseguente slittamento dell’assemblea al 12 giugno. Ma intanto chiarisce che “il management di Pirelli continuerà a lavorare per trovare una soluzione per consentire alla società di adeguarsi alle nuove normative sul mercato americano così come avviene in tutti i mercati in cui opera”.

Pirelli-Sinochem: gli scenari possibili

Tra gli scenari possibili, secondo indiscrezioni di stampa, ci sarebbe quello di una riduzione della partecipazione dei cinesi sotto il 26,4% a cui corrisponde la quota di Mtp e Camfin, con quest’ultima che potrebbe rilevarne il 3,5% senza superare la soglia dell’opa o modifiche rilevanti alla governance. Non si può escludere il possibile intervento del Governo, non solo con una moral suasion. Nel 2023, esercitando i suoi poteri speciali (il cosiddetto Golden Power), su proposta del Mimit erano stati messi paletti a Sinochem proprio per tutelare l’asset strategico costituito dai sensori Cyber impiantabili negli pneumatici (tra queste un nulla osta di sicurezza industriale strategico che prevede limiti di accessibilità alle informazioni). Ora, attorno al gruppo milanese si potrebbe decidere di stringere ulteriormente il cordone di sicurezza.

Pirelli e il Golden Power

I cinesi avrebbero infatti violato le prescrizioni, in particolare quelle sulla “security“. Da qui, la Presidenza del Consiglio a ottobre ha avviato un procedimento che doveva chiudersi entro marzo. “Ovviamente se ci sono delle prescrizioni e si verifica che vi è una inottemperanza delle stesse, alle prescrizioni conseguono le sanzioni”, aveva sottolineato il sottosegretario Alfredo Mantovano quando ancora era aperta la fase di verifica limitandosi a ricordare che “le sanzioni sono quelle previste dall’ordinamento”. La violazione del Golden Power può comportare sanzioni pecuniarie fino al doppio del valore dell’operazione o una percentuale del fatturato, oltre alla nullità dell’operazione e all’obbligo di ripristino della situazione precedente.