Inter, l’ex ultras Beretta: “Parlavo con Zanetti, ci dava una mano con Marotta per le richieste della curva. Lukaku mi regalò un orologio”
Il verbale del collaboratore di giustizia che ai pm svela i "rapporti diretti" con l'attaccante e i pranzi nel locale del vicepresidente nerazzurro: "Faceva da intermediario tra voi e Marotta? Sì" L'articolo Inter, l’ex ultras Beretta: “Parlavo con Zanetti, ci dava una mano con Marotta per le richieste della curva. Lukaku mi regalò un orologio” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Per l’anno dello scudetto numero diciannove dell’Inter (era il 2021), quando ad allenare la squadra c’era Antonio Conte, il calciatore belga Romelu Lukaku regalò un orologio al capo della curva Nord di allora Andrea Beretta. Big Rom ne fece dono a tutta la squadra e anche allo stesso Beretta che già allora era destinatario di un Daspo. Il dato lo spiega direttamente il capo ultras oggi collaboratore di giustizia al pm Paolo Storari durante l’ultimo interrogatorio del 18 febbraio scorso. Si tratta probabilmente di uno dei più interessanti verbali fatti da Beretta dallo scorso novembre quando ha deciso di collaborare. Oggi l’ex ultras nel processo scaturito dall’inchiesta Doppia Curva è imputato per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso vista la presenza nel direttivo nerazzurro di Antonio Bellocco e anche di omicidio per aver ucciso lo stesso Bellocco, uno dei figli prediletti delle cosche di Rosarno. Ma c’è ben altro nel verbale, oltre all’orologio. Beretta, infatti, svela i suoi pranzi e i suoi rapporti con il vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti, sentito a sommarie informazioni dalla squadra Mobile di Milano e non indagato. Rapporti, vedremo, legati alle coreografie della curva. Desiderata che, stando a Beretta, Zanetti portava anche al presidente Beppe Marotta (non indagato) che, va detto, ha sempre negato contatti diretti con l’ultras nerazzurro. Per quel che emerge, dunque, i capi della curva spesso non parlavano con gli Slo (figura ufficiale adibita ai contatti con gli ultras) ma andavano direttamente ai vertici. In conclusione, poi, Beretta allarga il campo degli affari spiegando il progetto di lavorare al Festival di Sanremo utilizzando un van per accompagnare alcuni cantanti. Ma andiamo con ordine.
Sul caso clamoroso dell’orologio regalato da Lukaku, il pm domanda: “Allora: orologi Lukaku”. Beretta: “Lukaku mi ha regalato l’orologio (…). L’orologio era l’anno dello scudetto”. Al che Storari: “Ma perché lei aveva rapporti diretti con lui?”. Beretta: “Sì, avevo rapporti diretti, sono andato a prenderlo quando è arrivato. Quando c’ero io, ogni calciatore che arrivava, noi ci presentavamo alle visite mediche e facevamo la foto di rito insieme con la sciarpa e le cose (…). Ed era nata una sorta di amicizia con Lukaku. Poi dopo gli avevo fatto fare anche il murale a San Siro di Lukaku, no? Solo che dopo è successa la problematica che lui è andato in un’altra squadra, il murale è stato levato, poi dopo è tornato all’Inter”. Il pm insiste sull’orologio. Il capo ultras va avanti: “L’orologio, abbiamo vinto lo scudetto, lui ha fatto fare questi orologi per tutta la squadra. E uno me l’ha regalato. C’è proprio scritto dietro ‘lo scudetto dell’Inter, Lukaku’, tutti così li ha fatti”.
Oltre all’orologio, poi, Beretta spiega meglio i rapporti con Zanetti e il ruolo presunto di portare le richieste dei capi della Nord direttamente a Marotta. Ancora il pm: “Il 18 gennaio 2021: pranzo per Zanetti”. Beretta: “Quando andavo magari a mangiare lì al suo locale, chiamavo e mi facevo fare la scontistica (…). Poi (con Zanetti, ndr) parlavamo anche di calcio (…) ci dava una mano magari per la tifoseria, per parlare (…). Per darci degli aiuti magari a livello di far entrare degli striscioni, per le coreografie (…). Zanetti parlava (…) con Marotta, quella gente là”. Quindi Storari fa una domanda esplicita: “Diciamo faceva da intermediario tra voi e Marotta?”. Beretta: “Sì, diciamo che magari ci dava una mano se volevamo fare una coreografia adibita, poteva darci un aiuto”. Beretta a domanda specifica sul rapporto con Zanetti prosegue: “Con Zanetti sì ci parlavo direttamente. Ci scambiavamo anche via WhatsApp telefonate, cose, gli ho fatto fare un murale a Pioltello, con lui con la Coppa dei Campioni, è venuto al locale, cioè proprio c’era un rapporto, è un bravissimo uomo”. Beretta parla di aiuti ricevuti dal vicepresidente dell’Inter per varie questioni: “Questioni comunque sempre legate alla tifoseria, a darci una mano”.
A pagina 57 del verbale, Storari, scorrendo l’agenda di Beretta sequestrata, legge: “Ho un 7 settembre Chuck, Marotta, 9.30”. Chuck è il soprannome di Matteo Norrito, altro vertice del direttivo finito sotto inchiesta e oggi imputato come Beretta per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. Lo stesso Norrito risulta sposato con Marianna Tedesco, già socia con il capo della curva Sud Luca Lucci nella Italian Ink, catena di barber shop. Torniamo allora al verbale. Beretta: “ Eh, questo è un appuntamento che sarà andato Chuck per la storia dei biglietti e delle robe, per parlare con lui, per avere un appuntamento”. Stupito, il pm Storari domanda: “Norrito. Ma scusi, mi perdoni, quello che non riesco a capire, uno come Marotta, che insomma è un personaggio importante dell’Inter, perché parla con Norrito di ‘ste robe qui? Ma non c’è un organo deputato lo Slo, per queste cose?”. Beretta: “Però magari lo Slo tende a non proporre a Marotta il vero problema, capito?”. Il pm: “Quindi dice per avere l’interlocuzione diretta?”. Beretta conferma: “Eh, per avere l’interlocuzione diretta” con i vertici della società.
A chiusura del verbale, l’ex capo della curva Nord, oggi pentito e recluso in un carcere del centro Italia, allarga l’orizzonte dei propri affari, spiegando la questione del Festival di Sanremo progettata nel 2024 assieme a tale Ciccio che per lavoro si occupa di portare in giro alcuni cantanti della scena rap italiana. Beretta: “Questi portano in giro i cantanti con i furgoni (…). Volevo intraprendere con lui una roba di questo tipo con il furgone nostro visto che era un bel furgone (…) farlo lavorare magari al Festival di Sanremo” per “fare gli spostamenti dei vari cantanti che aveva sotto contratto lui, no? Li porti dall’hotel li porti al Festival (…) L’idea era comunque di approcciarci anche in futuro a fare un lavoro di questo tipo, portare i vari cantanti”. Alla fine il progetto, pur ben studiato, non andrà in porto.
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