Ingegnere aerospaziale a Londra. “Qui si fa carriera velocemente. E oggi pulisco lo Spazio dai detriti”
Andrea Antonelli, 36 anni, è nato a Scorzè, in Veneto, ma ha sempre cercato lo Spazio e lo ha trovato nei robot e nel Regno Unito. Da Londra, dove vive dal 2018, oggi guida la progettazione, la simulazione e il collaudo di un braccio robotico per la rimozione di detriti spaziali nell’ambito di una missione […] L'articolo Ingegnere aerospaziale a Londra. “Qui si fa carriera velocemente. E oggi pulisco lo Spazio dai detriti” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Andrea Antonelli, 36 anni, è nato a Scorzè, in Veneto, ma ha sempre cercato lo Spazio e lo ha trovato nei robot e nel Regno Unito. Da Londra, dove vive dal 2018, oggi guida la progettazione, la simulazione e il collaudo di un braccio robotico per la rimozione di detriti spaziali nell’ambito di una missione dell’Agenzia spaziale europea (Esa). “Ogni giorno cerco di combinare la creatività e l’ingegneria italiane con le tecnologie più avanzate al livello internazionale – dice a ilfattoquodiiano.it –. Sento di contribuire alla sostenibilità dello Spazio, un obiettivo globale, lo faccio nel Regno Unito perché qui vedo un sistema di assunzioni meritocratico”.
Laureato in Ingegneria aerospaziale all’Università di Padova nel 2013, mentre portava a termine la magistrale ha chiesto di trascorrere un periodo all’Università di Irvine, in California. Lì è nato il suo amore per la robotica, che Antonello ha portato avanti anche durante il dottorato all’Università di Padova. “Memore di quell’esperienza, che mi era piaciuta molto, ho voluto svolgere all’estero il massimo del tempo consentito dal mio dottorato”, spiega Antonello. Per otto mesi è stato a Boston tra l’Università e il Massachusetts Institute of Technology (Mit), per altri sei al Georgia Institute of Technology di Atlanta.
“La robotica spaziale era già nel mio progetto di tesi, ma negli Stati Uniti ho cercato di apprendere il più possibile sulla robotica in generale e di integrare quelle competenze al mio percorso”. Negli anni del dottorato, l’ingegnere veneto ha cercato di portare a casa quante più esperienze possibili, la principale: un Master of business administration (Mba) conseguito in Italia ma con la University of Iowa: “Ha un campus vicino alla zona in cui abitavo, nel Padovano, il master era part-time e le lezioni nel weekend, così ho scelto di farlo per due anni”.
All’Italia, Antonello sente di dovere molto. In primis la formazione, in ultimo forse il post-doc, di un anno, conseguito all’Università di Padova per esplorare la robotica nel mondo della startup industriale. Poi però il richiamo è andato al Regno Unito: “Ho sentito la necessità di fare qualcosa di pratico – dice –, Londra era una delle città europee che mi ha sempre affascinato di più e non volevo tornare negli Usa perché sarei stato troppo lontano dalla mia famiglia”. Mentre valutava, guardava l’Oceano di mezzo tra casa sua e i posti in cui la robotica era la più avanzata al mondo, alla fine ha cercato un’azienda londinese, Automata Technologies, per cui ha lavorato cinque anni.
“Nel Regno Unito ho trovato un mercato professionale molto più dinamico rispetto all’Italia e la progressione di carriera è veloce – dice –. Sono diventato manager nel giro di un anno, durante il Covid abbiamo messo a punto un robot per il processo dei tamponi”. Alcuni di quegli strumenti sono stati acquistati dal National health service (Nhs), il sistema sanitario britannico, e oggi sono esposti al Museo della Scienza di Londra. “È stato un onore, siamo riusciti a semplificare le procedure di controllo in un momento molto difficile per tutti”, spiega.
Dal 2022 Antonello lavora per una società specializzata in sostenibilità spaziale, ClearSpace, dove guida la divisione che si occupa di rimuovere i detriti spaziali attraverso i robot. “Il mio lavoro si concentra sullo sviluppo di sistemi di controllo avanzati e algoritmi basati sull’intelligenza artificiale per consentire operazioni autonome precise in un ambiente spaziale complesso – spiega -. Oltre agli aspetti tecnici, mi occupo della formazione dei giovani ingegneri e della condivisione di competenze a livello internazionale, e noto che nel Regno Unito c’è molta attenzione ad assumere professionisti da tutti gli angoli del mondo”. Per il momento con il suo lavoro forse Antonello in Italia avrebbe opzioni limitate ma percepisce un mercato in crescita: “Ci sono realtà molto interessanti anche nella ricerca aerospaziale e sui detriti, negli ultimi anni varie aziende stanno nascendo e l’Italia sta diventando un player fondamentale nell’ecosistema spaziale europeo ma l’applicazione commerciale di questo settore è ancora complessa”.
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