Il ruolo dell’azionariato critico nel promuovere il cambiamento
Più di 200 iniziative di azionariato critico e attivo. Questi i numeri contenuti nell’ultimo Rapporto della rete Shareholders for Change L'articolo Il ruolo dell’azionariato critico nel promuovere il cambiamento proviene da Valori.

Nel 2024 i membri di Shareholders for Change (SfC) – 20 membri con oltre 48 miliardi di euro di patrimonio gestito – hanno portato avanti quasi 200 attività di azionariato critico e attivo, tra partecipazioni alle assemblee generali degli azionisti, risoluzioni, lettere e colloqui.
«Abbiamo continuato a mantenere la nostra identità di base: una rete agile, non burocratica e focalizzata su un azionariato d’impatto con le aziende e le istituzioni», spiega Ugo Biggeri, presidente di SfC. «Sebbene il nostro approccio rimanga radicato nel dialogo collaborativo a lungo termine, non esitiamo a inasprire il dialogo quando necessario».
Non solo aziende: anche asset manager, agenzie di rating e istituzioni
Nel 2024 i membri della rete hanno preso di mira più di 170 entità diverse in più di 20 Paesi. Anche se la maggior parte sono aziende quotate, il perimetro di azione della rete è più ampio. Per esempio, nel 2024 sono stati coinvolti anche 15 asset manager, principalmente su tematiche relative alle policy Esg e alla governance aziendale. E persino la Banca europea per gli investimenti (Bei). Ma anche aziende non quotate e piccole e medie imprese. Infine, anche le agenzie di rating Esg come Moody’s VigeoEiris, MSCI ESG Research, Morningstar Sustainalytics e ISS ESG sono finite nel mirino della rete. Nello specifico, sono state contattate in merito alle procedure di valutazione delle controversie relative a tematiche Esg.
Inoltre, spesso i membri di SfC cooperano col terzo settore e la società civile nel portare avanti le loro iniziative. Uno dei punti di forza della rete, infatti, è la collaborazione con Ong locali e internazionali che si occupano dei vari temi oggetto di confronto tra i membri di SfC e le aziende. Dalle ong che si occupano di armi – come, ad esempio, Rete Italiana Pace e Disarmo e Ican (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) – a quelle che si occupano di tassazione – Tax Justice Network – e diritti sociali – Campagna abiti puliti e Südwind.
I temi dell’azionariato critico e attivo: Esg e oltre
I temi principali su cui si focalizza il network sono quelli Esg. Ovvero ambiente, questioni sociali e di governance, in tutte le varie declinazioni. Infatti il 36% delle iniziative riguarda clima e ambiente. Il 21% le policy Esg. Il 19% la governace e il 15% i diritti umani e dei lavoratori. Il restante è diviso tra pratiche fiscali, diritti del consumatore e armi.
All’interno dei vari temi, troviamo anche quelli che SfC definisce “orphan issues”. «Uno dei temi chiave del 2024, come negli anni precedenti, è stata la nostra attenzione agli “orphan issues”. Ovvero a quei temi che non sono sufficientemente affrontati dall’engagement degli investitori tradizionali», continua Biggeri. Tra questi rientrano, ad esempio, il tema della povertà energetica in Spagna. Con la richiesta all’azienda Endesa di adottare misure per prevenire i continui blackout in quartieri vulnerabili. Oppure l’uso, da parte del gigante del fast fashion Inditex, del trasporto aereo invece del meno inquinante trasporto via cargo per spedire i vestiti. O, ancora, gli investimenti in armi nucleari da parte delle istituzioni finanziarie.
L’azionariato critico e la richiesta di assemblee aperte
Ma non finisce qui. Tra i temi oggetti dell’azionariato critico e attivo dei membri di SfC, troviamo anche il lavoro minorile in alcune piantagioni di cacao da cui si rifornisce anche Lindt&Sprungli. Poi alcune controversie ambientali e sociali legate a una miniera di cobalto da cui si rifornisce BMW. E ancora la richiesta ad Adidas di far pagare adeguatamente i dipendenti delle aziende che producono i suoi prodotti nel sud-est asiatico.
Infine, nel 2024 SfC ha anche promosso insieme ad altri investitori una campagna rivolta alle dieci maggiori aziende dell’indice tedesco DAX. Quello che racchiude le principali aziende quotate alla borsa di Francoforte. Tra cui Allianz, Deutsche-Bank, Mercedes-Benz e Siemens. La richiesta? Assemblee degli azionisti fatte in presenza, e non solo virtualmente. Una richiesta in linea con l’appello lanciato nel 2023 con cui SfC chiedeva di adottare un approccio ibrido. In modo da dare la possibilità di partecipare sia in presenza che da remoto. Ma garantendo lo stesso livello di democraticità, di efficienza e di libertà nel poter esprimere anche opinioni impopolari.
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