Il Parlamento europeo chiede un piano finanziario pluriennale più ambizioso per rispondere alle sfide poste all’UE
Di fronte all’attuale contesto globale sempre più instabile e al progressivo defilarsi degli Stati Uniti dal ruolo di leadership internazionale, il Parlamento europeo alza la voce e chiede all’UE di varare un bilancio pluriennale significativamente più ambizioso per il periodo 2028-2034.

In una risoluzione approvata mercoledì 7 maggio con 317 voti favorevoli, 206 contrari e 123 astensioni, gli eurodeputati chiedono di superare il tetto di spesa dell’1% del PIL dell’UE-27, giudicato ormai “obsoleto” e insufficiente ad affrontare l’accumularsi di crisi e sfide, dalla guerra in Ucraina alla crisi climatica, dal divario di competitività alla crescente pressione sociale.
Il prossimo Quadro finanziario pluriennale dell’Ue 2028-334 dovrà avere una dotazione finanziaria commisurata agli “obiettivi” che l’Unione si è data, ha affermato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, in conferenza stampa a Strasburgo, in vista del Consiglio Europeo di giugno, che avrà all’ordine del giorno anche il prossimo quadro finanziario pluriennale.
“Lo scorso anno – ha detto – un numero record di persone si è recato alle urne in Europa per votare e darci un mandato chiaro. Vogliono un’economia più forte, vogliono più sicurezza e, soprattutto, vogliono che l’Unione Europea faccia una differenza tangibile nella loro vita quotidiana. Questa relazione ci apre la strada per realizzare queste priorità”.
Secondo Metsola, il Parlamento UE, crede che il Quadro finanziario pluriennale 2028-34 “debba rispondere alle realtà geopolitiche, che non possiamo ignorare”.
In breve, ha aggiunto, “il prossimo bilancio a lungo termine deve essere strategico, flessibile e anche responsabile”.
Infatti, per Metsola, risulta chiaro che i fondi UE “devono essere all’altezza dei nostri obiettivi strategici” e occorre garantire “che ogni euro venga speso dove è più necessario”.
Metsola ha insistito inoltre riguardo alla flessibilità del prossimo QFP, considerato che “gli ultimi anni hanno dimostrato quanto sia diventato imprevedibile il mondo”.
Infine, la presidente del Parlamento UE ha sottolineato la necessità di un bilancio a lungo termine “responsabile” nei confronti delle generazioni future. “La disciplina fiscale non è una scelta, è un dovere. Abbiamo bisogno di nuove risorse per i vecchi debiti. Questo è stato promesso per anni. Ora è il momento di procedere e di mantenere la promessa. Altrimenti, il 20% del prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue sarà destinato al rimborso del debito”, ha concluso.
Non seguire il modello RFF
Nella risoluzione, il Parlamento ha bocciato la proposta della Commissione europea di replicare, per il prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP), il modello del dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility), basato su piani nazionali per singolo Stato membro, i cosiddetti PNRR. Gli eurodeputati chiedono invece una struttura più integrata e trasparente, con un forte controllo parlamentare e il coinvolgimento attivo di autorità regionali, locali e società civile.
Ampio spazio è dedicato alla politica di coesione, definita “fondamentale” per rafforzare il mercato unico, ridurre le disuguaglianze e combattere la povertà. I deputati respingono l’idea di un unico “fondo per la competitività” che accorpi i programmi esistenti, e propongono invece la creazione di un nuovo strumento finanziario capace di mobilitare investimenti pubblici e privati attraverso meccanismi di condivisione dei rischi sostenuti dall’UE.
A febbraio la Commissione ha presentato il suo modello rinnovato, proponendo di eliminare l’attuale mosaico di decine di fondi UE a favore di soli tre mega-fondi, tra cui un “Fondo per la competitività” semplificato.
Ma questa idea è già sotto attacco, non solo da parte degli eurodeputati, ma anche della Corte dei conti UE, che di recente ha avvertito che potrebbe “minare gli interessi economici e sprecare il denaro dei contribuenti”.
“Non crediamo che unire tutti i programmi, unire la politica di coesione alla politica agricola e diversi programmi di ricerca e innovazione, sia la soluzione giusta”, ha affermato Siegfried Mureşan (Partito popolare europeo, PPE), relatore della risoluzione insieme a Carla Tavares (Alleanza progressista dei socialisti e democratici europei, S&D).
“Non crediamo che ricercatori e agricoltori debbano competere per gli stessi finanziamenti”, ha aggiunto.
Anche sul fronte della difesa, il Parlamento riconosce la necessità di maggiori investimenti, ma mette in guardia: l’aumento della spesa militare non deve avvenire a scapito delle politiche sociali, ambientali e dei valori fondanti dell’Unione.
La Commissione UE lancia la sua visione per il prossimo Quadro finanziario pluriennale
Più flessibilità, meno burocrazia e condizionalità intelligenti
La risoluzione chiede un bilancio più semplice per i beneficiari, senza aumentare però i margini d’azione della Commissione a detrimento del controllo democratico del Parlamento. Ogni settore strategico del bilancio dovrebbe prevedere meccanismi di risposta alle crisi, mentre gli aiuti umanitari dovrebbero essere protetti da tagli.
Gli eurodeputati propongono anche l’inclusione di due strumenti speciali nel prossimo QFP: uno per rispondere a calamità naturali e uno per far fronte a sfide impreviste. Centrale è anche il principio della “condizionalità intelligente”: l’accesso ai fondi europei deve essere vincolato al rispetto dello Stato di diritto, ma senza penalizzare direttamente i cittadini per le azioni dei loro governi.
Un punto chiave riguarda il rimborso del debito contratto con NextGenerationEU. Il Parlamento insiste sulla necessità di tenere separati questi rimborsi dai finanziamenti destinati alle priorità politiche dell’Unione. In parallelo, gli eurodeputati sollecitano il Consiglio a introdurre nuove e concrete fonti di entrate proprie, sostenendo il principio del debito congiunto come valido strumento per affrontare crisi comuni a livello europeo, in particolare nel campo della sicurezza e della difesa.