Il governo sui ritardi del Pnrr “Usiamo le risorse della Coesione”

Il gove rno è pronto a spostare alcuni progetti dal Pnrr alla Coesione. Il travaso riguarderà gli investimenti che rischiano di non essere completati entro la scadenza del 31 agosto 2026. Per evitare di arrivare al capolinea con le opere a metà e senza aver speso tutti i soldi a disposizione, ecco allora l’idea di […] L'articolo Il governo sui ritardi del Pnrr “Usiamo le risorse della Coesione” proviene da Iusletter.

Apr 3, 2025 - 12:40
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Il governo sui ritardi del Pnrr “Usiamo le risorse della Coesione”

Il gove rno è pronto a spostare alcuni progetti dal Pnrr alla Coesione. Il travaso riguarderà gli investimenti che rischiano di non essere completati entro la scadenza del 31 agosto 2026. Per evitare di arrivare al capolinea con le opere a metà e senza aver speso tutti i soldi a disposizione, ecco allora l’idea di sfruttare la via d’uscita già autorizzata dalla Commissione europea: il passaggio dal Piano nazionale di ripresa e resilienza ai programmi dei fondi di coesione svincolerà i progetti in questione dalla scadenza del 2026. E li aggancerà a un nuovo termine: il 31 dicembre 2030. Fino a quattro anni e mezzo in più, quindi, per spendere e realizzare le opere che oggi sono in bilico. A una condizione: la riallocazione delle risorse della Coesione dovrà riguardare almeno il 15% del totale. In caso contrario, la scadenza sarà fissata a fine 2029.

La ricognizione dei progetti candidati al travaso è iniziata. «Stiamo valutando quali interventi indirizzare verso i fondi di coesione», dice il ministro per il Pnrr, Tommaso Foti, aRepubblica . Conferma che la “clausola” sarà attivata e aggiunge che «questa scelta non comporterà una riduzione della dotazione del Pnrr». Lo spostamento, infatti, sarà a saldo zero: le risorse liberate dai progetti in uscita saranno riassegnate ad altre misure, sempre nel perimetrodel Recovery. In alternativa, i fondi recuperati dai definanziamenti saranno congelati all’interno di strumenti finanziari: i soldi potranno essere spesi oltre il 2026. L’effetto collaterale di questo schema è il rinvio di opere che il Pnrr aveva promesso di realizzare entro l’anno prossimo.

Ma è il prezzo che il governo deve pagare per salvare i progetti in ritardo. Tra gli investimenti che potrebbero uscire dal Piano ci sono quelli per l’efficientamento delle reti idriche. A rischio anche la realizzazione di nuovi impianti per i rifiuti e alcuni progetti della missione Salute.

Nelle intenzioni di Foti e Palazzo Chigi, il travaso eviterà di chiedere una proroga del Pnrr. È stato proprio il ministro, ieri, a bocciare la soluzione a cui pensa il titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Rispondendo alle interrogazioni di Pd, Italia Viva e 5 stelle al question time alla Camera, Foti ha spiegato che «ci sono delle questioni istituzionali che suggeriscono altre soluzioni ». Il riferimento è ai «termini inderogabili » del regolamento che ha istituito il Recovery: oltre alla scadenza del 31 agosto 2026 per raggiungere gli obiettivi, c’è anche quella del 31 dicembre dello stesso anno per la liquidazione dei pagamenti da parte della Commissione Ue. Per modificare i termini servirebbero rispettivamente una maggioranza qualificata (15 Paesi su 27) e l’unanimità. Lo schema Pnrr-Coesione è sostenuto appieno da Bruxelles. «Se gli Stati riterranno di avere dei progetti che non si completeranno entro » il 31 agosto 2026 «possono utilizzare l’opportunità che abbiamo previsto di poterli spostare dal Pnrr alla Coesione», ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto. Tutto pronto per il travaso.

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