Il dollaro non è più un bene rifugio? Cosa cambia per chi investe

Per decenni, il dollaro statunitense è stato considerato un bene rifugio per eccellenza. Nei momenti di incertezza globale, era la moneta in cui rifugiarsi, insieme ai Treasury, i titoli di stato americani e all’oro. Ma oggi qualcosa si è rotto. Il dollaro si sta indebolendo non solo rispetto all’euro, ma

Apr 28, 2025 - 15:33
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Il dollaro non è più un bene rifugio? Cosa cambia per chi investe

Per decenni, il dollaro statunitense è stato considerato un bene rifugio per eccellenza. Nei momenti di incertezza globale, era la moneta in cui rifugiarsi, insieme ai Treasury, i titoli di stato americani e all’oro. Ma oggi qualcosa si è rotto. Il dollaro si sta indebolendo non solo rispetto all’euro, ma anche verso yen e sterlina. E non è solo un normale aggiustamento di mercato, ma un segnale forte di crisi di fiducia nell’economia americana. Quali sono le implicazioni per chi investe?

Quanto può perdere nel 2025 il dollaro contro l’euro

Da gennaio 2025 il dollaro ha perso oltre 9% contro euro. Secondo un rapporto di Goldman Sachs Research, la valuta statunitense potrebbe perdere circa il 10% contro l’euro e il 9% contro yen e sterlina nei prossimi 12 mesi. Il motivo? Una combinazione di rallentamento della crescita economica, politiche commerciali aggressive e incoerenti, e un crescente disincanto degli investitori esteri. Le politiche tariffarie americane instabili, e a tratti unilaterali, hanno modificato le dinamiche del mercato valutario: la conseguenza è un irrigidimento delle catene di approvvigionamento e un aumento dei prezzi per i consumatori. E se l’economia USA resta sotto pressione, sarà proprio il dollaro a pagarne il prezzo.

Il crollo di un mito: dollaro e Treasury venduti in massa

Nei giorni più turbolenti di aprile sui mercati, invece di rafforzarsi come da copione, dollaro e Treasury sono stati venduti in massa. Una reazione inedita e allarmante: gli investitori non solo non hanno cercato riparo nel biglietto verde, ma hanno attivamente scaricato posizioni in asset americani, considerandoli ormai troppo rischiosi.

Tra i motivi principali secondo JP Morgan ci sono:

  • Politiche imprevedibili e continue inversioni di rotta sui dazi.
  • Rendimenti reali meno competitivi rispetto ad altri asset globali.
  • Erosione dell’eccezionalismo americano che segna la fine di un’epoca.

Il futuro: verso un nuovo equilibrio monetario?

Il declino del dollaro riflette anche una dinamica più ampia: la perdita del cosiddetto privilegio esorbitante degli Stati Uniti, ovvero la capacità di sostenere il proprio debito e finanziare la propria economia grazie alla domanda globale per la propria valuta. Oggi, la quota di dollari nelle riserve valutarie globali è in costante calo. Diversi governi stanno cercando di ridurre la dipendenza dal dollaro, e secondo Goldman Sachs il processo di dedollarizzazione potrebbe accelerare. Se finora la domanda privata ha tenuto alta la valuta americana, potrebbe non bastare più a sostenere il suo ruolo dominante.

Investimenti: perché la gestione del rischio di cambio è cruciale

Per gli investitori europei, il 2025 segna un punto di svolta. Esporsi al dollaro non è più una scelta sicura, ma una decisione strategica da gestire attivamente. Infatti:

  • In passato, il dollaro si rafforzava nei momenti di crisi offrendo protezione.
  • Oggi, in un contesto “risk-off”, il biglietto verde potrebbe non comportarsi più da scudo.
  • La copertura valutaria selettiva diventa fondamentale per ridurre l’impatto negativo nei portafogli europei.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il dollaro non è più una certezza. Per gli investitori, questo significa ripensare le strategie di asset allocation, includendo una gestione attiva del rischio di cambio e una maggiore diversificazione valutaria.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.